Toscana

Cannabis, Consiglio regionale approva mozione. Ma il Pd perde pezzi

E’ stata approvata oggi in Consiglio Regionale una mozione di Sì Toscana a Sinistra e Pd a favore della legalizzazione della cannabis e dei suoi derivati. La mozione impegna la Giunta regionale della Toscana a farsi portavoce, nei confronti del Parlamento, dell’auspicio che i provvedimenti di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati possano avere un iter rapido e positivo. 

Ma il Pd perde pezzi in Consiglio regionale. «Sono contrario alla legalizzazione delle droghe in generale e della cannabis in particolare, perché si tratta di sostanze che creano un’alterazione nell’individuo e generano una dipendenza. E non credo alle motivazioni portate a favore della legalizzazione della cannabis e derivati, secondo le quali legalizzando si combatterebbe la criminalità organizzata, tesi che ritengo strumentali e non dimostrate» – ha dichiarato il consigliere regionale Bambagioni, nel suo intervento in Aula con il quale ha motivato il proprio voto di astensione sulle mozioni presentate dal Pd e da Sì-Toscana, che si sono espressi a sostegno del disegno di legge per la legalizzazione della cannabis in discussione in Parlamento.  

“Il Consiglio regionale toscano dovrebbe, a mio avviso, occuparsi di altre questioni, più attinenti alle competenze e al ruolo della nostra assemblea. E in tal senso riguardo al tema della cannabis, pur con tutte le cautele sanitarie e scientifiche, possiamo continuare sulla strada della ricerca sull’uso terapeutico e del suo utilizzo all’interno del sistema sanitario, che sono argomenti che invece ci coinvolgono direttamente come assemblea legislativa della Toscana” –  ha concluso il consigliere Pd Paolo Bambagioni.

Il voto elettronico ha evidenziato l’astensione anche di Giacomo BuglianiEugenio GianiIlaria Giovannetti e Stefano Scaramelli, tutti del Pd. Voto contrario di Lega Nord, Forza Italia e FdI.

Due sono le proposte di legge presentate in Parlamento, una alla Camera e una al Senato. Ma il dibattito divide la maggioranza anche a livello nazionale, con l’Ncd che si sfila e dichiara di non votare a favore. Tecnicamente sarebbe possibile una convergenza con i voti di Si-sel e M5s, ma avrebbe solo 6 voti per la maggioranza al Senato.