Toscana

Consumatori, se piange il telefono prova la conciliazione

di Ennio CicaliIl consumatore ha diritto a essere risarcito dei danni: è uno dei diritti fondamentali sanciti dalla Comunità europea. Risultati? Preoccupanti. La maggioranza dei cittadini si sente indifesa e con poche protezioni. A frenarli è il timore degli oneri che una causa comporta e i tempi lunghi della giustizia civile. Spesso il consumatore-utente rinuncia. A far dannare i consumatori toscani è soprattutto il settore telefonico, col 42,3% di tutte le controversie, mentre le famigerate televendite raggiungono solo il 5,4% del totale; dietro i telefoni ci sono contratti bancari (9,4%), prestazione di servizi (8,1%), commercio (6%), turismo (6%), prodotti finanziari (4%) contratti a distanza (4%), servizi di pubblica utilità (2,7%).

Sono i dati di una ricerca realizzata da Adiconsum Toscana (l’associazione dei consumatori della Cisl) e Isec (Istituto sviluppo educazione al consumo), effettuata su un campione di 453 toscani. Per vedere riconosciuti i loro diritti i consumatori hanno oggi a disposizione un nuovo strumento, quello della conciliazione, una via extragiudiziale che può far risparmiare tempo e denaro. Anche in Toscana questa opportunità si sta progressivamente affermando e i primi risultati sono giudicati molto soddisfacenti da chi vi ha fatto ricorso.. La stragrande maggioranza degli intervistati ritiene utile la possibilità di trovare un accordo tra le parti prima di portare una lite in giudizio. Sul totale degli intervistati almeno uno su tre ha avuto almeno una controversia con una impresa, nel 51% dei casi l’ha risolta mediante la conciliazione o con un accordo tra le parti (27,5%); solo nel 6% dei casi si è dovuto ricorrere alla via giudiziaria. Il 92% di quanti vi hanno fatto ricorso ha ricevuto assistenza durante la procedura di conciliazione da un’associazione di consumatori e l’84,7% è rimasto soddisfatto dell’esito. Sono alcuni dei dati che confermano la progressiva affermazione della conciliazione in Toscana.

Le procedure avviate presso la Camera di Commercio di Firenze sono state 272 nel 2005 e sono già 215 nei primi sei mesi del 2006. Analoga impennata si registra presso il Corecom (attivo soltanto sul settore telefonia e telecomunicazioni), passato dalle 260 richieste di conciliazione del 2004 alle 717 del 2005, alle 847 dei primi nove mesi 2006. Come detto è il settore telefonia quello che da adito a più contenziosi. La sola Telecom ha visto attivare nel 2005 in Toscana 438 conciliazioni, che nei primi nove mesi del 2006 sono già salite a 458. Nei giorni scorsi è stata presentata una Guida alla Conciliazione realizzata da Adiconsum Toscana e Camera di Commercio di Firenze.

«Adiconsum toscana – spiega la segretaria regionale, Grazia Simone – ha voluto contribuire ad informare i consumatori e gli utenti dell’esistenza di strumenti e istituti giuridici diversi dal processo ordinario, attraverso i qua/i poter ottenere il riconoscimento delle proprie ragioni in tempi ragionevoli e costi minimi». «Le Camere di Commercio e le associazioni dei consumatori – osserva Gerri Martinuzzi, dirigente della Camera di Commercio di Firenze – forniscono da alcuni anni servizi di conciliazione affidabili ed efficaci sempre più utilizzati ed apprezzati dagli utenti». Due i tipi di conciliazione attualmente esistenti in Italia: quella per via paritetica, efficace soprattutto nelle controversie tra consumatori e grandi società di servizi, e quella amministrata dalle Camere di Commercio che prevede l’intervento dell’Ufficio di Conciliazione ed Arbitrato. La conciliazione è volontaria e ciascuna parte è libera di ritirarsi in qualsiasi momento.

Difesa civica: l’ostacoloda politica e burocraziaDecine di migliaia di casi trattati, disfunzioni della sanità e delle amministrazioni locali e regionali, contenziosi di cittadini con aziende di pubblico servizio e aziende di gas, acqua, rifiuti, conflitti con l’aggressiva politica commerciale delle società di telecomunicazioni e poi ancora vuoti normativi che impediscono ai cittadini di avere risposte chiare. È questo il panorama del lavoro quotidiano dei Difensori civici locali e regionali in Italia. Un lavoro che si svolge spesso tra lo scarso interesse della politica e, talvolta, la contrarietà di una burocrazia che non sempre accetta di avere controlli a tutela dei cittadini utenti. Per rilanciare ruolo, compiti e importanza degli istituiti gratuiti di tutela non giurisdizionale, il Difensore civico toscano, Giorgio Morales, in collaborazione con il presidente del Consiglio regionale, Riccardo Nencini, ha organizzato nei giorni scorsi un convegno internazionale sulla “Difesa civica in Italia e in Europa”, con la partecipazione di politici e associazioni internazionali. «La difesa civica in Italia, a eccezione della Toscana, è ancora poco radicata per poter contare veramente – ha ricordato Morales –. Solo il 5,1 per cento dei comuni italiani può disporre di un Difensore civico locale». Il dibattito è stato concluso con la presentazione ufficiale della proposta di legge per l’istituzione del Difensore civico nazionale e per una disciplina organica della Difesa civica.

Difensore civico della Toscana

Adiconsum Toscana