Toscana

DIMINUISCONO GLI ABORTI IN TOSCANA; ROSSI: «SIAMO SULLA STRADA GIUSTA», MA IL MPV CRITICA IL MINISTRO

Cinquecentoventi aborti in meno rispetto all’anno precedente, il 6%. Il numero complessivo degli aborti in Toscana è infatti passato dagli 8.879 del 2006 agli 8.359 del 2007. Il calo percentuale complessivo è quasi del 6% (5,89%). Questo l’esito della rilevazione annuale sulle interruzioni volontarie di gravidanza per il 2007. Buona parte di questo risultato è attribuibile alle donne italiane: il relativo dato assoluto, cioè 5.042 aborti in un anno (il 60,32% del totale) è il più basso mai registrato dal 2001 a oggi. Il declino del ricorso all’IVG da parte delle donne italiane è stato pressoché costante, con l’unica eccezione del 2004: 6.307 casi nel 2001, 6.078 nel 2002, 5.673 nel 2003, 5.922 nel 2004, 5.563 nel 2005, 5.557 nel 2006 e 5.042 l’anno accorso. La variazione percentuale tra 2007 e 2006 e di – 9,27%. Diversa la situazione nel gruppo delle donne straniere. Tra di esse nel 2007 si sono registrate 3.307 Interruzioni volontarie di gravidanza, pari al 39,56% del totale, contro le 3.286 dell’anno precedente, con un lieve aumento dello 0,64%. Sia in dati assoluti sia in percentuale il gruppo delle donne straniere ha visto sempre la casistica tendere all’aumento dal 2001 a oggi.Altri dati sono quelli relativi al rapporto tra concepimenti e l’aborto, intendendo per concepimenti la somma del numero dei parti, delle interruzioni volontarie di gravidanza e degli aborti spontanei. Il confronto mette in luce un indice di calo per le donne italiane: nel 2007 i concepimenti sono stati 34.271, le IVG 5.042, con una percentuale del 14,71%. Erano state il 16,10% nell’anno precedente. Per le donne straniere nel 2007 i concepimenti sono stati 11.229, le IVG 3.307, quindi il 29,4 5%. Erano state il 32,17% nell’anno precedente. “Sono dati molto significativi e migliori della media nazionale – commenta l’assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi – che fanno giustizia di affermazioni ricorrenti che tendono a dipingere a tinte fosche la situazione in Toscana. Siamo sulla strada giusta e vogliamo insistere su tutte le azioni, e sono tante, che abbiamo messo in campo per sconfiggere la piaga dell’aborto. Non ci accontentiamo dei risultati raggiunti ma continuiamo a lavorare, nel rispetto della legge 194, mirando soprattutto i nostri interventi su quella fascia debole di popolazione, le donne straniere, che fanno ricorso in maniera crescente all’interruzione volontaria di gravidanza.” Mette in guardi dai ” toni trionfalistici” Marco Carraresi, capogruppo Udc in consiglio regionale. “Una delle affermazioni ricorrenti – spiega – è quella del presunto calo del numero di aborti in Toscana. Calo che, se si osserva l’andamento del fenomeno nell’arco degli ultimi sette anni, non esiste affatto. Da un corretto raffronto emergerebbe infatti che purtroppo il numero di Ivg di donne italiane, se messo in rapporto al numero sempre minore di donne in età fertile, è rimasto sostanzialmente stabile; che in ogni caso il numero complessivo di aborti legali nella nostra regione è superiore a quello di qualche anno fa; che, in particolare, negli ultimi anni è praticamente raddoppiato il numero degli aborti di donne provenienti dall’est europeo o dall’Asia”. “E’ sbagliato – continua – cercare di contrabbandare un successo della legge perché qualche numero lievemente cala. Ci domandiamo soprattutto: i consultori danno, come la legge prescrive, un contributo positivo a prevenire l’aborto, ad attivare reali sostegni alle maternità difficili? In realtà i consultori, anche in Toscana, non funzionano affatto bene se non sono in grado di offrire aiuti concreti alle donne che le aiutino a non abortire”. Critico anche il Movimento per la Vita. «La relazione ministeriale non si discosta dall’impostazione ideologica di quelle precedenti», commenta la Relazione annuale sulla applicazione della legge 194 il presidente nazionale Carlo Casini. «Suo obbiettivo essenziale è quello di sostenere che “la legge non si tocca”. Perché sarebbe “saggia e lungimirante”. Per questo sono censurate accuratamente le parole “diritto alla vita” e “fin dal concepimento”, che invece dovrebbero indicare il criterio di giudizio su quanto sta accadendo nel nostro Paese». «L’unico elemento che merita apprezzamento – prosegue Casini – è l’auspicio alla “implementazione delle misure necessarie a rimuovere le cause che potrebbero indurre la donna alla Ivg”, ma proprio questo avrebbe dovuto essere motivo per avviare una rivisitazione della legge 194 e bisogna ragionevolmente chiedersi quanto potrebbe essere determinante il riconoscimento del diritto alla vita fin dal concepimento ad ogni livello, in primo luogo educativo e culturale, nella rimozione delle cause dell’aborto».«A proposito di contraccezione – osserva ancora il presidente del Moviumento per la vita – il ministro sembra voler volutamente ignorare che in Paesi come la Francia e l’Inghilterra dove essa è certamente più diffusa che da noi, gli aborti sono in continua crescita, segno evidente che in Italia la auspicabile diminuzione, se è reale, non è legata certo alla diffusione dei metodi contraccettivi. Essa, sempre ammesso che non sia frutto di artifici contabili, è dovuta esclusivamente a fattori diversi collegabili, nonostante la legge, ad una crescente sensibilità verso il valore della vita, cui non è estranea l’azione della Chiesa e dello stesso Movimento per la vita. Ma questo fattore è talmente ignorato che nella Relazione ministeriale non vi è il minimo cenno all’attività del volontariato per la vita. Il ministro ed i suoi esperti insistono nella indimostrabile diminuzione dell’abortività clandestina, dimenticando fatti anche recenti, come quello di Genova, che sembrerebbero andare esattamente nel verso opposto. E soprattutto ignorando che la distribuzione annuale di oltre 150mila confezioni della “pillola del giorno dopo” ha prodotto una quantità imprecisata di abortività non registrata, quindi clandestina e che – questa sì – ha certamente influenza sulla diminuzione dell’abortività “ufficiale”».