Toscana

Dalla Cisl un corso gratuito per aiutare i giovani a trovare lavoro

«E’ imperativo agire immediatamente per impedire che la crisi abbia un impatto ancora più negativo sulle prospettive dei giovani – dice Fabio Franchi, della segreteria territoriale Cisl-; con questo spirito abbiamo pensato e costruito una giornata in cui offriremo loro l’occasione di capire come costruire un buon CV e quali siti internet consultare, in cui li faremo incontrare con i responsabili selezione del personale di aziende private e delle agenzie di somministrazione e faremo scoprire loro il mondo e il ruolo delle istituzioni, incontrando il direttore del Centro dell’Impiego di Firenze».

Giovedì 11 luglio, dalle 9 alle 17, nella sede Cisl di Firenze, in via Carlo del Prete 135, il primo appuntamento di questo percorso; una sorta di «numero zero», a cui parteciperanno giovani individuati e proposti dalle stesse federazioni di categoria della Cisl. Ma dai prossimi moduli, che avranno cadenza trimestrale, le giornate saranno aperte, gratuitamente, a tutti quelli che ne faranno richiesta.

«A Firenze – dice Franchi – già nel 2011, secondo i dati IRPET, il tasso di disoccupazione giovanile (25-30) era del 14,5%, a Prato dell’11,1 %; secondo l’OCSE in Italia il 21% dei giovani ha smesso di cercare lavoro. Per questo consideriamo utile, ma insufficiente, per le poche risorse economiche messe ha disposizione e per i criteri individuati, il recente decreto varato dal governo in tema di “Misure straordinarie per la promozione dell’occupazione giovanile”».

«I giovani – conclude Franchi – sono le vere vittime di questa crisi, oggi è la vera classe debole di questo Paese: redditi molto inferiori rispetto agli adulti, molto più che in passato e con prospettive di recupero inferiori, lavori spesso a termine, instabili, senza adeguati meccanismi assicurativi. Senza contare che una lunga permanenza nella disoccupazione è molto più dannosa per i giovani, che possono risentire per tutta la carriera lavorativa di un effetto cicatrice, legato ad un difficile inserimento nel mercato del lavoro ed inoltre sono a rischio di deterioramento delle loro conoscenze derivate dagli studi».