Toscana

«Di lavoro non si deve morire» La Cisl chiede più attenzione

di Ennio CicaliE’ una piaga ancora da debellare, quella degli infortuni sul lavoro. Una guerra che si combatte ogni giorno nei cantieri, nelle officine, sui campi e, come per tutte le guerre, richiede un alto tributo di sangue. La Toscana è la quinta regione in Italia per numero di infortuni: 77.453 nel 2003, circa 37 mila nel primo semestre 2004, con 22 casi mortali nei primi tre mesi. «Di lavoro non si deve morire» afferma la Cisl Toscana in una lettera, che sarà inviata alle associazioni imprenditoriali, alla Regione, alle Asl e agli organismi di controllo.

«Dati assolutamente insopportabili» di fronte ai quali «non sono più sufficienti le denunce» commenta Gianni Salvadori, segretario generale della Cisl regionale, che rileva come la Toscana spende per la prevenzione e la sicurezza sui luoghi di lavoro solo l’1,06 % del bilancio delle Asl a fronte del 5% indicato come soglia minima per la prevenzione dal Piano sanitario regionale. «Bisogna invertire questa tendenza portando la percentuale ad almeno il 3%» scrive la Cisl che chiede che «tale cifra sia inserita fra le modifiche della Legge Regionale 22/2000 che attualmente sono in discussione» divenendo così obbligatoria nei bilanci delle Aziende sanitarie locali, particolarmente per i subappalti, «che si traducono troppo spesso in tagli sui costi per la sicurezza». Nella missiva sono poi contenute una serie di indicazioni concrete per combattere la piaga degli infortuni sul lavoro «che costituisce per la Cisl un elemento di gravissima preoccupazione».

Un fenomeno, è detto, che fa registrare ancora numeri drammatici e per limitare i quali occorre una cultura della prevenzione sulla quale eserciti responsabilità in primo luogo il datore di lavoro. «Bisogna intervenire concretamente per evitare altri morti» scrive la Cisl, che ricorda come nel patto per lo sviluppo, firmato il 30 marzo, sono state individuate e proposte delle azioni ritenute prioritarie, in particolare per le grandi opere infrastrutturali, le attività di cava e lavorazione del marmo, l’industria cartaria, le Acciaierie Lucchini, le attività conciarie, la prevenzione nella piccola impresa e nell’artigianato.

Tra le priorità indicate dalla Cisl toscana anche la necessità di maggiore formazione e informazione e «l’istituzione di un libretto formativo sulla sicurezza che certifichi l’avvenuta formazione». Secondo il sindacato sono inoltre indispensabili maggiori controlli da parte degli organi di vigilanza. «È indispensabile un maggiore coordinamento tra le strutture che fanno prevenzione» e per questo la Cisl propone la creazione di un’Agenzia per la prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro, senza nessun aumento di costi. La Cisl insiste anche sulla valorizzazione del personale dei settori prevenzione, igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro, sul ruolo dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza aziendali e territoriali, e sul progetto per la formazione negli istituti tecnici superiori.

A proposito dei lavori che a breve inizieranno per la Variante di valico, la Cisl chiede che sia concordato «un protocollo triangolare con il quale, così come è avvenuto per l’alta velocità, siano definiti investimenti e norme per garantire la sicurezza dei lavoratori».