Toscana

E’ emergenza carceri

di Ennio Cicali

Ottocento agenti in meno, 1.300 detenuti in più: è racchiusa in questi due dati la drammatica situazione delle 19 carceri toscane. Un caso limite, anche se non è il solo in Italia, che vede la Toscana tra le regioni in maggiore difficoltà. Sono allarmate le istituzioni e, a maggior ragione, chi nel carcere ci lavora, sindacati per primi. Sulla questione carceri è tornato Fabrizio Ciuffini, segretario generale della Fns (Federazione nazionale sicurezza) della Cisl Toscana. «La Toscana – spiega – ha circa il 30% in più dei detenuti che potrebbe gestire e un organico di Polizia penitenziaria carente di circa 800 persone, sono presenti 2250 unità a fronte di un organico previsto in almeno 3011, previsione tra l’altro mai concordata con i sindacati e sottostimata, decisa una decina di anni fa da una pseudo commissione ministeriale».

I numeri parlano chiaro: i 4321 detenuti si dividono in 2143 italiani e 2178 stranieri, con una presenza in generale di 185 donne. Dei detenuti stranieri solo 859 sono cittadini di paesi europei, mentre ben 1069 provengono dall’Africa, 143 dall’Asia e 106 dall’America. «Da ciò – afferma Ciuffini – è possibile dedurre la difficoltà di organizzare le necessarie attività costituzionalmente previste, per un grave mix tra sovraffollamento, carenza di personale penitenziario, provenienze etniche e culturali diverse e strutture penitenziarie inadeguate». Drammatica situazione a Sollicciano: dispone di 408 posti aumentabili a un massimo di 695, i detenuti sono 991. La Cisl chiede al ministero della Giustizia di investire sulle strutture della Toscana, che hanno bisogno di ristrutturazione perché in certi casi sono assolutamente «fuori norma» sia per la sicurezza penitenziaria, sia perché in ambienti insalubri ed inadeguati. «Ci riferiamo ad esempio al carcere “Don Bosco” di Pisa, alle “Sughere” di Livorno – precisa Ciuffini – ma senza ignorare che varie città della Toscana da tempo dibattono su dove e come realizzare nuovi carceri: è il caso di Siena, di Lucca, di Pistoia, di Grosseto e di Arezzo (per il quale i lavori di ristrutturazione sono prossimi). In Toscana c’è poi l’esigenza di intervenire su alcune strutture che sono rimaste inspiegabilmente vuote nonostante il bisogno di posti letto, di celle detentive».

Qualcosa, intanto, cambia. Il provveditore toscano dell’Amministrazione penitenziaria, Maria Pia Giuffrida, ha annunciato che a fine marzo potrebbero essere trasferiti nel carcere Pozzale di Empoli circa 30 detenuti trans che al momento sono ospitati in un’ala dedicata del penitenziario di Sollicciano a Firenze. La struttura è ricavata da un ex carcere femminile a custodia attenuata. «Sono stati fatti adeguamenti al sistema idraulico e a quello elettrico – ha aggiunto il provveditore regionale – e sono stati anche ridefiniti i livelli di sicurezza dell’istituto che prima, essendo carcere a custodia attenuata, erano minori rispetto alle prossime necessità». In vista dell’arrivo dei trans sono anche stati avviati dei corsi di aggiornamento per il personale. Inoltre, la struttura avrà un orto e una biblioteca. Vi si svolgeranno anche attività scolastiche.

Altri progetti riguardano la creazione a Firenze di una struttura a custodia attenuata per le detenute madri con figli fino a 3 anni; ospitare nella casa circondariale di Solliccianino gli internati toscani dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino, che diventerà un carcere ordinario; l’istituzione di un polo universitario penitenziario della Toscana per fare accedere i detenuti agli studi accademici; avviare nuovi servizi diagnostici per le carceri. Progetti contenuti nell’intesa siglata tra Regione Toscana, ministero della Giustizia e articolazioni regionali dell’amministrazione penitenziaria.

«Vigileremo perché durante questa emergenza non siano prese decisioni sbagliate ed inutili, perché la storia insegna che quando si punta a grandi investimenti il rischio è che si comincia a fare tante cose e non se ne finisca neanche una – conclude Ciuffini della Cisl – Vogliamo che il ministro Alfano non dimentichi che possiamo ristrutturare i carceri esistenti, possiamo farne di nuovi, ma se non assumiamo nuovo personale nulla potrà essere fatto».

I progetti sulle trasformazioni nelle carceri toscane sono all’origine di altre discussioni. Obietta il sindaco di Montelupo, Rossana Mori, «Negli atti firmati non si fa menzione al fatto che la Villa Medicea dovrà ospitare un carcere ordinario. Noi ci atteniamo a quelli».

Chiarimenti chiede anche il deputato Pdl Gabriele Toccafondi con un’interrogazione al Guardasigilli Alfano sul futuro dell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino. all’indomani della notizia sulla possibilità che la struttura diventi un istituto di pena ordinario. «Nell’interrogazione – spiega Toccafondi – chiedo se corrisponda a verità che la struttura sia destinata ad essere riconvertita in carcere ordinario e in quali tempi, con quale capienza prevista, con quale dotazione di personale amministrativo, di polizia penitenziaria, medico e paramedico. Infine se è possibile il parziale utilizzo della struttura ovvero quella di interesse storico-artistico, per una fruibilità pubblica attraverso un accordo con il ministero della cultura».

Anno giudiziario, i dati

E’ un bilancio contradditorio quello illustrato all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Sono calati del 5,6% per cento i procedimenti penali aperti in Toscana: dai 105.493 del periodo luglio 2007-giugno 2008 sono scesi ai 99.585 del periodo successivo, luglio 2008-giugno 2009; la differenza è da attribuire quasi interamente alla riduzione delle denunce di furto a carico di ignoti (5.866 casi in meno pari al –7,5%).

Secondo la Corte d’appello di Firenze, sono aumentati del 400% i sequestri di persona a scopo di rapina (da 9 a 45 reati), saliti del 60% i reati commessi con finalità di terrorismo o di eversione (da 5 a 8 casi) e del 70,1% quelli «contro l’ordine pubblico nonché di stampo mafioso», passati da 117 a 199. In aumento anche gli omicidi volontari, da 50 a 65 casi, e i procedimenti per pedofilia, saliti da 103 a 153.

Notevole aumento delle estorsioni (+24,1% quelle consumate; +15,3% quelle tentate), in calo rapine e  furti. Le rapine sono passate da 1.543 a 1.379, pressoché invariate quelle tentate (da 219 a 218). I furti denunciati con autori noti sono stati 4.317 (–12%); quelli con autori ignoti sono stati 72.414 (–7,5%). I reati legati alla droga sono saliti a 4.741 (+13,1%).

Tra i reati a valenza economica, quelli per usura sono saliti da 119 a 136, i reati fiscali da 754 a 1.185, quelli per bancarotta scendono da 539 procedimenti a 392 (–27,3%) e le frodi comunitarie da 42 a 35 (–16,7%). Gli omicidi colposi per infortuni sul lavoro sono passati da 27 a 22 (–18,5%). Tante, e in aumento, le violazioni edilizie ed urbanistiche – da 3.369 a 3.716 (+10,3%) e quelle legate alla tutela dell’ambiente, da 727 a 778 (+7%). In calo i reati contro la pubblica amministrazione, da 3.056 a 2.876 (–5,9%), e contro la salute (inquinamento, frodi alimentari, ecc.), scesi da 742 a 419 (–43,5%).