Toscana

EGITTO: REFERENDUM COSTITUZIONE, VERDOSCIA (COMBONIANO), «MOMENTO STORICO»

“È un momento storico privilegiato. Se l’Egitto andrà verso la democrazia avremo una nuova era con nuovi orizzonti di relazioni. Se invece ci saranno risvolti di tipo religioso allora in Occidente dovremo riflettere molto seriamente sulla presenza dei musulmani e su quello che potrà capitare”. Ad affermarlo è il missionario comboniano, padre Luciano Verdoscia, che in un’intervista al SIR commenta il referendum che domani vedrà 45 milioni di egiziani votare, per la prima volta dopo 30 anni, per esprimersi sulla riforma della Costituzione. L’esito del referendum è tutt’altro che scontato, con i movimenti legati alla rivolta che chiedono di votare per il ‘no’, in quanto ritengono che l’Egitto abbia bisogno di riscrivere radicalmente la sua costituzione e con i Fratelli Musulmani e l’ex partito di regime, che invece sono a favore dell’approvazione degli emendamenti. Per il religioso il referendum “mostra la volontà di questo Governo provvisorio di marciare nel processo di democratizzazione del Paese” anche se sullo sfondo restano i rischi della “presenza di un certo fondamentalismo e di forze antidemocratiche rappresentata da figure del vecchio regime e dalla vecchia classe imprenditoriale che ha avuto difficoltà a costruire la modernità del Paese”.“Stiamo assistendo – spiega padre Verdoscia – alla formazione di un gruppo laico rappresentato dai giovani della rivoluzione e da coloro che si sono proposti di guidare il Paese verso nuovi orizzonti”. Si tratta di “persone con una visione laica della politica che si oppongono a questo referendum o a questo modo di precedere poiché vogliono una ristrutturazione completa della Costituzione. Ci sono dibattiti anche sull’art. 2 del Trattato che sancisce che nessuna legge può essere contraria a quella islamica. Un vero governo democratico non può essere religioso. I Fratelli Musulmani, invece, per quanto più moderati di quanto credesse il vecchio regime, non hanno problemi poiché con la vittoria del ‘si’ rimarrebbero invariati alcuni presupposti che privilegiano l’assetto islamico della società. Con l’art. 2 non ci troveremmo in un Paese laico ma in uno confessionale. Se i Fratelli musulmani non si pongono in atteggiamento di rispetto per la diversità non si potrà avere vera democrazia”. Per quanto riguarda il voto dei cristiani padre Verdoscia crede che “sceglieranno per chiedere una nuova Carta costituzionale”.Sir