Toscana

ELEZIONI: RICERCA FLUSSI IN TOSCANA, ELETTORI IN ‘MOVIMENTO’ SONO IL 4%

In Toscana gli elettori in movimento, cioé quelli che cambiano idea a distanza di cinque anni o che votano in un modo alla Camera e in un altro al Senato, sono il 4% dell’elettorato. E’ uno dei dati emersi da un’indagine sui flussi e sul movimento degli elettori promossa dall’Osservatorio elettorale della Regione e realizzata dal Centro italiano di studi elettorali dell’Università di Firenze, presentata ieri nel corso di un convegno nella sede della Giunta regionale. Lo studio, informa una nota, ha analizzato 4.000 sezioni elettorali della Toscana per capire come hanno votato gli elettori toscani tra le politiche del 2001 e quelle del 2006. Nel 2001 si votava su due schede: maggioritario da un parte, proporzionale dall’altro. E ciò, secondo i realizzatori della ricerca, favoriva il voto disgiunto. Il “collasso” di due schede in una, è stato spiegato, ha obbligato chi praticava il “voto differenziato” a decidere definitivamente qual’era il suo orientamento prevalente. Il risultato, in Toscana, è stato una crescita di voti per entrambe le coalizioni, ma è stato comunque l’Ulivo (+ 4,3%) a rafforzarsi maggiormente. Per quanto riguarda i flussi e i movimenti di voti tra partiti, dall’indagine è emerso che i Ds non riescono a trasferire tutto il proprio elettorato del 2001 sulla lista unitaria dell’Ulivo nel 2006: un elettore su dieci dei Ds preferisce votare Rifondazione, altre liste di centrosinistra oppure non vota affatto. La Margherita subisce il fenomeno in modo ancora più marcato: l’ala “movimentista” sceglie Rifondazione e altre lista del centro sinistra, qualcuno vota il centro destra. Forza Italia perde invece voti in tutte le direzioni, con i maggiori benefici per l’Udc. An, apparentemente stabile, raccoglie alcuni voti in fuga dalla Margherita, guadagna voti da Forza Italia e ne perde a vantaggio dell’Udc. “La ricerca – ha commentato l’assessore regionale alle riforme istituzionali Agostino Fragai – ci dice in fondo che semplificare l’offerta politica, assieme ad un sistema maggioritario, accresce la mobilità di voto: aumenta il numero di elettori che si riposiziona elezione dopo elezione. E questo alla fine non può essere che un bene per la democrazia”. (ANSA).