Toscana

Emergenza freddo: Martini (Caritas Toscana), diverse iniziative, buona collaborazione con istituzioni

«Siamo più preoccupati del gelo di una società che fa fatica a includere perché il disagio degli emarginati è cronico e rimane anche dopo l’emergenza freddo che è solo la punta di un iceberg». Esordisce così Alessandro Martini, direttore Caritas Firenze e delegato regionale Toscana. Interpellato dal Sir, Martini parla di «una buona tradizione di solidarietà consolidata tra associazioni (tra cui la Caritas) e istituzioni locali che collaborano, integrano e sostengono l’impegno del privato sociale». Così l’accoglienza «invernale» (da novembre a marzo) è garantita a Firenze per 200 uomini e 20 donne che si aggiungono ai circa 300 che vengono ospitati tutto l’anno. «La Misericordia – aggiunge – ha aperto in piazza Duomo un locale con 8 – 10 posti letto», mentre alcune parrocchie, associazioni e le suore di Madre Teresa «fanno interventi su strada e nelle stazioni distribuendo generi di conforto a chi non può o non vuole essere ospitato nei dormitori».

Tra i nuovi homeless molti giovani accompagnati da cani «non proprio domestici», e persone con disturbi psichiatrici: «i più difficili da intercettare e aiutare», spiega il nostro interlocutore che conosceva bene il cittadino polacco senza dimora, morto assiderato lo scorso 5 gennaio. «Veniva a mangiare alla nostra mensa – racconta -. Era un alcolista e purtroppo non voleva entrare nelle nostre strutture né farsi aiutare più di tanto».

Ad Arezzo, spiega ancora, nei dormitori sono disponibili 24 posti letto per l’inverno. La Caritas pistoiese collabora con il Comune e alcune cooperative sociali, mentre a Pisa accoglie decine di senza tetto grazie al progetto «Homeless». A Grosseto anche il giorno di Capodanno i volontari hanno aperto alle 8.30 il centro di accoglienza agli ospiti, mentre nella prima settimana di gennaio la Caritas ha distribuito oltre cento coperte, sacchi a pelo e capi di abbigliamento invernali in buona parte donati da cittadini.