Toscana

Firenze chiama gli «angeli del fango»

Un grande concerto, conferenze stampa, seminari, mostre in tante città della Toscana e soprattutto il richiamo, a Firenze, dei volontari che accorsero da tutto il mondo per salvare la Toscana e le sue opere d’arte. Questo e altro ancora è in programma a Firenze dal 3 al 5 novembre prossimi in occasione delle giornate internazionali per ricordare il quarantesimo della tragica alluvione che nel novembre del ’66 colpì la città.

Giovedì 19 gennaio il presidente del Consiglio regionale, Riccardo Nencini, il responsabile della Protezione Civile, Guido Bertolaso, i deputati Ermete Realacci (Margherita) e Riccardo Migliori (An), il presidente della mediateca regionale Ugo Di Tullio, il consigliere regionale Ds e presidente dell’Associazione per l’Arno Vittorio Bugli, il presidente della commissione ambiente della Regione Toscana Erasmo D’Angelis e Giovanni Menduni, segretario generale dell’Autorità di bacino del fiume Arno, hanno presentato l’iniziativa. Nel corso della conferenza stampa, che si è svolta nella sala stampa estera, a Roma, è stato anche lanciato un appello per rintracciare le migliaia di volontari, gli «Angeli del fango», appunto, accorsi in quei giorni da tutta Italia e dal mondo.

“Secondo l’Unesco – ha affermato il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Riccardo Nencini – l’Italia conserva un numero altissimo di beni da proteggere e il 20% circa è in Toscana, molti a Firenze e provincia. L’obiettivo che abbiamo, da oggi fino al prossimo novembre, è di costruire una sorta di rete tra quelli che furono definiti gli ‘angeli del fango’: senza di loro il patrimonio delle biblioteche e delle pinacoteche fiorentine non sarebbe né fruibile né godibile”.

Gli ‘angeli del fango’ che in occasione dell’evento di novembre ci si accingerebbe a contattare sarebbero almeno tra i 10-12 mila tra uomini e donne, mentre 4-5 mila giovani sarebbero gli ex militari che parteciparono alle operazioni di soccorso e i cui nominativi verranno forniti a breve dall’esercito. Tra i volontari di allora attesi in occasione delle giornate del prossimo novembre, spiccano i nomi di importanti politici di oggi: Jospin, Schroeder, Kohl e Ted Kennedy, per citarne solo alcuni.

“L’appello lanciato per incontrare gli angeli del fango – ha detto Giovanni Menduni, segretario dell’Autorità del bacino dell’Arno – rappresenta il miglior modo per dire grazie a quei ragazzi che, con il loro affetto e la loro solidarietà verso la città di Firenze, parteciparono al salvataggio del patrimonio bibliografico e delle opere d’arte sommerse dal fango. Questo è ancora più importante nel quarantennale dall’alluvione, nel quale l’attività di messa in sicurezza vedrà il suo più decisivo passaggio dal 1966”.

Menduni ha ricordato che in 700 anni Firenze ha subito 56 inondazioni, 8 delle quali hanno avuto carattere di catastrofe; l’alluvione del ’66 è solo l’ultimo di questi. Per accogliere gli angeli del fango, soprattutto quelli che arriveranno dall’estero, verrà attuato un sistema di accoglienza che prevede, tra l’altro, l’ospitalità anche nelle case degli stessi fiorentini. Il responsabile della Protezione Civile, Guido Bertolaso ha ricordato un evento recente, quello del 27 novembre scorso, che ha colpito soprattutto il Lazio, e che rischiava di tramutarsi in tragedia.

“Sapevamo – ha detto – che poteva ripertersi a Roma quanto era accaduto nel ’66 a Firenze. Il rischio era di avere piazza del Popolo, via del Corso e tutto il centro di Roma completamente allagati. Non e’ accaduto perché in questi anni si è lavorato per la prevenzione e le onde sono state gestite per rompere il sincronismo ed evitare che un’onda di piena invadesse la capitale”.

Tra le iniziative da svolgersi a Firenze in occasione del prossimo novembre, Bertolaso ha proposto di inserire un’esercitazione della Protezione Civile sul tema rischio-beni culturali da salvaguardare. Ermete Realacci (Margherita) ha osservato che si può essere soddisfatti dell’evoluzione che ha avuto in Italia la Protezione civile. “Immagini come quelle di New Orleans – ha affermato – da noi non sarebbero possibili: non potrebbero rimanere abbandonate a se stesse le popolazioni come è avvenuto lì”.

Realacci, insieme ad altri parlamentari, tra i quali Riccardo Migliori (An), presente alla conferenza stampa, si è fatto promotore di una mozione che impegna il governo ad adottare iniziative di carattere politico e diplomatico affinché l’anniversario dell’alluvione diventi la giornata internazionale del volontariato europeo da tenersi ogni anno a Firenze. Ugo Di Tullio, presidente della mediateca Toscana ha fatto un appello affinché chiunque possegga immagini o materiale audiovisivo dei tragici giorni del ’66 lo porti alla mediateca – dove verra’ duplicato e restituito – per permettere che tutti possano usufruirne. Al pubblico è stato mostrato il sito internet del raduno degli angeli (www.angelidelfango.it) ed è stato proiettato un documento inedito sull’alluvione.

Il restauro dell’«Ultima cena» del VasariLa Protezione Civile ha stanziato 250 mila euro per consentire il completamento del restauro dell’Ultima cena del Vasari. Lo ha reso noto oggi il responsabile della Protezione Civile, Guido Bertolaso, intervenuto alla presentazione del raduno degli ‘Angeli del fango’. “Se si riuscisse a completare il restauro per il 4 novembre – ha detto Bertolaso – sarebbe un’ottima testimonianza di quanto questo Paese è in grado di proteggere i propri beni culturali”.

“Se c’è una cosa che mi dà fastidio nel nostro Paese – ha proseguito Bertolaso – è lasciare le cose a metà o trovarsi nelle condizioni in cui non si è provveduto a riparare tutti i danni di una catastrofe, penso per esempio al Belice e anche lì, se ce lo chiederanno, daremo il nostro contributo. Per questo mi colpì molto la costatazione che alcune opere d’arte non erano state restaurate per la mancanza di fondi. Ho parlato col ministro dei Beni Cultuali e col soprintendente Paolucci e come atto di omaggio nei confronti della Toscana abbiamo deciso di mettere a disposizione questi fondi affinché l’Ultima Cena del Vasari, opera poco conosciuta, fosse restituita all’opinione pubblica mondiale. I soldi sono disponibili, saremo in grado di garantirli – ha concluso Bertolaso – già dalla prossima settimana”.

L’Ultima Cena di Giorgio Vasari fu commissionata da Papa Paolo III e fu dipinta nel 1546, a Firenze, per il refettorio del “famoso monasterio delle Murate”, dove era monaca una cognata del Papa, contessa di Pitigliano. L’opera rappresenta una delle maggiori interpretazioni manieristiche del tema dell’ultima cena di Gesù e degli apostoli ed è una grande tavola che misura 6 per 2,60 metri. Il dipinto è stato gravemente danneggiato dall’alluvione del 1966 ed è rimasto custodito nei depositi della soprintendenza a Palazzo Pitti fino al gennaio del 2004 quando è stato trasferito nei laboratori dell’Opificio delle pietre dure alla Fortezza da Basso. (ANSA).

Un apposito numero telefonico (055-2719031), una e-mail (info@mediatecatoscana.net con oggetto “Angeli del fango”) ed una segreteria (Firenze, via San Gallo numero 25) si occuperà di raccogliere nomi e fornire indicazioni a quanti si metteranno in contatto per offrire il massimo dell’ospitalità e della collaborazione nei giorni del Raduno internazionale.

Il sito dedicato agli Angeli del fango