Toscana

Firenze, presentato Rapporto Cisf: quando ad immigrare sono le famiglie

4.000 le interviste realizzate dal CISF, più del doppio della misura consueta del campione utilizzato ordinariamente dai principali istituti di sondaggio, con due obiettivi principali: da un lato indagare la conoscenza del fenomeno da parte delle famiglie italiane e la valutazione conseguente che di esso esprimono; dall’altro, iniziare a vedere se la dimensione familiare che l’immigrazione ha ormai ampiamente assunto viene percepita e in che termini.

Per il 48% degli intervistati, gli immigrati non sarebbero necessari per coprire quei mestieri non più graditi ai nostri connazionali, mentre l’80% ritiene gli italiani debbano avere precedenza sugli immigrati sia rispetto alle opportunità di lavoro che sulle possibilità di accesso ad alloggi popolari. Per quanto attiene alla dimensione familiare, per tre italiani su quattro i matrimoni misti possono produrre maggiore integrazione culturale, ed lo stesso ricongiungimento favorisce la loro integrazione sociale. Di fatto, è possibile concludere che secondo gli italiani le famiglie stesse possono costruire ponti e colmare distanze tra gruppi e persone che si ritengono «diverse».

A fine 2013, un bimbo su cinque iscritto all’anagrafe è figlio di immigrati e la stessa proporzione riguarda la percentuale dei nati nella nostra regione, come anche la percentuale di residenti non italiani rispetto ai nostri connazionali, si evince dai dati riportati da Anna Maria Bertazzoni, direttrice dell’Istituto degli Innocenti di Firenze, che ha ospitato nella sua storia oltre 500 mila bambini. Il 3,2% dei minori in Toscana risulta collocato fuori dal suo nucleo familiare originario, un terzo di questi non è italiano, mentre sono 30.000 (dati di fine 2013) i minori presi in carico ai servizi sociali (5% sulla popolazione minorile).

«Sono una trentina le comunità di nuovi cittadini immigrati nella diocesi di Firenze, e la famiglia, in un periodo in cui la Chiesa italiana dedica un Sinodo al tema, è effettivo luogo di incrocio della pastorale. Per essere davvero testimoni accoglienti, il desiderio, da pianificare insieme alle realtà già molto attive nei confronti dei migranti, è quello di creare un centro di ascolto per dare informazioni esatte di cui hanno bisogno le famiglie, per contrastare una certa solitudine che queste famiglie vivono» ha affermato Padre Stefano Messina, direttore dell’Ufficio per la pastorale dei Migranti della diocesi di Firenze.

Secondo i dati 2013 del rapporto Idos-Unar riportati da Caterina Molfetta, impegnata nella Pastorale Migrantes della diocesi di Torino, sono 2.350.000 le famiglie con almeno un componente non italiano, mentre risultano 5.360.000 gli immigrati presenti sul suolo nazionale, l’8,1% dei quali residenti, (su un totale di 60.783.000). Di questi, i cristiani risultano il 53,2%, il 29,6% ortodossi, il 33,1% musulmani. Dalla Romania risultano oltre 1 milione di presenze, 525.000 dal Marocco, 503.000 dall’Albania, 321.000 dalla Cina e , Ucraina: 234mila

In collaborazione con il Forum Toscano delle Associazioni Familiari, l’Ufficio per la pastorale dei Migranti e il Centro Studenti Giorgio La Pira, l’evento, realizzato nell’ambito del progetto “Integra” (L. 383/2000), ha gettato le basi per valutare al meglio la possibilità di offrire nella comunità fiorentina una rete di servizio di ascolto attivo alle famiglie migranti, insieme a realtà di esperienza e riferimento come Acli, Mcl e Caritas. Una prospettiva di collaborazione in rete che chiama in causa istituzioni e associazionismo, da pianificare partendo dalla logica non più individuale ma familiare con cui ci si accosta all’esigenza del migrante: un’ipotesi che, avendo a che fare con quella che Papa Francesco ha definito a Lampedusa la “carne di Cristo”, interpella tutta la comunità cittadina.

Le maglie di questa rete informale, rispettosa delle iniziative che ciascuna associazione aderente svolge ma che vuole caratterizzarsi per la piena condivisione dei valori della solidarietà e dalla fraternità a sostegno delle esigenze e dei bisogni della famiglie migranti, si propone di arricchire e valorizzare le risorse e le singole peculiarità delle realtà aderenti nello spirito della reciproca conoscenza e sussidiarietà interna – ha sottolineato Gianni Fini, presidente del Forum toscano – nel comune intento di favorire l’incontro e con le famiglie migranti e un più agevole orientamento rispetto ai bisogni e necessità. Vogliamo favorire lo sviluppo di una rete informale e aperta ad altri enti e organismi di ispirazione cristiana e dell’ambito ecclesiale, un’esperienza ovviamente auspicabile e replicabile in altri territori diocesani”.

 

Sul http://www.forumtoscanofamiglie.it è possibile consultare i testi utilizzati dai relatori della mattinata.