Toscana

Firenze, resta chiusa la basilica di Santa Croce. Gli esperti: «incidente inspiegabile»

In italiano e in inglese un cartello sul portone di Santa Croce avverte che la basilica è chiusa per lutto. Lo sarà anche domani. Messaggio analogo sul sito dell’Opera che gestisce l’importante Complesso monumentale francescano di proprietà del Fondo ministeriale per gli edifici di culto. All’interno della chiesa si sta lavorando dopo il crollo del «peduccio» che ha colpito e ucciso il cinquantaduenne turista spagnolo Daniel Testor Schnell in viaggio assieme alla moglie. La coppia, che ha tre figli, festeggiava il ventiquattresimo anniversario di matrimonio.

I responsabili dell’Opera di Santa Croce ancora non si spiegano come possa essere successo, visti i controlli recenti e il fatto che l’intera basilica è costantemente monitorata. Lo conferma anche il sovrintendente toscano Andrea Pessina: «Santa Croce è in assoluto una delle basiliche più curate». Questa, inoltre, come spiega l’architetto Francesco Gurrieri, già ordinario di Restauro dei monumenti, «è la prima volta che un fatto del genere accade in un interno. Finora eventuali crolli avevano riguardato esclusivamente gli esterni».

Intanto sono arrivati a Firenze i parenti della vittima, che hanno parlato di «disgrazia» e di «volontà di Dio», hanno ringraziato le autorità locali e quelle spagnole, ma non per questo rinunceranno a costituirsi parte civile nell’eventuale processo. La Procura sta infatti procedendo nell’inchiesta per omicidio colposo. E per questo tre avvisi di garanzia sono stati notificati ai vertici dell’Opera di Santa Croce: alla presidente Irene Sanesi, al segretario generale Giuseppe De Micheli e al responsabile tecnico Marco Pancani. Si tratta ovviamente, come precisa la Procura, di  atti dovuti in attesa dell’autopsia decisa oggi pomeriggio. I magistrati, oltre alle testimonianze dirette, hanno a disposizione le immagini dell’incidente registrate dalle telecamere di sorveglianza.

I Francescani conventuali, responsabili del solo culto, fanno infine sapere di essersi riuniti in preghiera e di aver celebrato una Messa di suffragio. Il padre guardiano, Paolo Bocci, ha parlato di «sofferenza e sconcerto» esprimendo «vicinanza alla moglie e ai figli» del defunto, «implorando per lui dal Signore misericordia» e «affidando la sua anima all’intercessione del nostro padre San Francesco».