Toscana

Grosseto, la solidarietà del vescovo Rodolfo ai lavoratori della Provincia

Il vescovo Rodolfo Cetoloni questa mattina alle 12 ha fatto visita ai lavoratori e alle lavoratrici della Provincia di Grosseto, riuniti da giorni in assemblea permanente ed in occupazione, nella sala del consiglio provinciale, per i 250 esuberi che si verranno a verificare fin dal 1 gennaio a motivo delle misure assunte nella legge di stabilità.

Il vescovo è stato accolto con grande calore e attenzione e gli sono stati donati dai rappresentanti dei lavoratori alcuni libri che raccontano le varie realtà della Maremma.

All’inizio dell’incontro, dopo il saluto del presidente della Provincia Emilio Bonifazi, un rappresentante dei dipendenti ha letto un messaggio al vescovo. «Noi lavoratori pubblici – detto – siamo coloro che prestano il proprio servizio per tutta quanta la popolazione, da coloro che sono senza fissa dimora fino al presidente della Repubblica e proprio per questo crediamo che non debba essere svilito né il nostro ruolo né il nostro lavoro. Un servizio pubblico efficiente è sinonimo di crescita morale e sociale, tagliare i servizi significa molto spesso impoverire il territorio mettendolo in mano a coloro che vogliono trasformare bisogni di prima necessità in businnes privati».

Il vescovo, citando don Zeno, ha richiamato la parola umiltà «con cui – ha detto – vorrei caratterizzare la mia presenza tra voi rispetto ai problemi che state affrontando e partecipando a questo vostro momento». Mons. Cetoloni si è detto preoccupato per quel che potrà accadere a tanti servizi «avendo potuto constatare come in questa nostra terra di Maremma essi costituiscono il modo di esprimersi delle persone, nell’immediatezza con cui si risponde, segno certamente di una buona organizzazione, ma anche di una prontezza umana che è un tratto distintivo».

Il vescovo ha aggiunto di aver molto apprezzato l’impostazione pacifica e ragionata data dai dipendenti della Provincia alla loro protesta «col desiderio di spiegare e far comprendere a tutti le motivazioni che vi muovono, affinché vi siano condivisione e consapevolezza diffusi», e l’unità manifestata da tutto il personale dell’ente «perché in momenti difficili occorre saper puntare all’essenziale, a quello che davvero si può fare insieme».

«A Natale – ha proseguito – si fanno gli auguri ed è fin troppo facile farseli quando va tutto bene, pe questo sento il bisogno, come vescovo, di ridirvi le ragioni del Natale: è pensare a Dio e pensare all’uomo come lo guarda Lui. Non si può lasciare la persona sola, mai! Il Natale è un avvenimento accaduto in una realtà non facile, Dio è nato dentro una grotta, ed anche questo è un segno: Dio ci invita a costruire il bene nel realismo della nostra condizione, con l’umanità che abbiamo. Mentre state qui insieme cercando di costruire delle proposte per il vostro futuro e il futuro di molti servizi state facendo Natale – ha concluso il vescovo – perché provate a far nascere qualcosa di nuovo, di positivo, mentre attorno a noi avvertiamo la paura di ciò che potrebbe non esserci più. Il vescovo c’è e vi offre un messaggio di umanità perché abbiate fiducia, non vi lasciate vincere dalla paura».