Toscana

HAITI: CARITAS ITALIANA, GLI INTERVENTI A SEI MESI DAL SISMA;  RICOSTRUZIONE DIFFICILE

Inserimento sociale delle persone sfollate; creazione di condizioni accettabili per bambini orfani e anziani; accompagnamento delle famiglie per creare opportunità lavorative; rafforzamento delle competenze di Caritas Haiti e delle Caritas diocesane: sono questi i principali assi di intervento di Caritas Haiti che prendono l’avvio in questi giorni, a sei mesi dal sisma che il 12 gennaio scorso ha distrutto Port-au-Prince e dintorni, provocando oltre 230.000 vittime, 300.000 feriti e oltre un milione di senza tetto. Caritas Haiti è supportata anche da due operatori di  Caritas italiana, presenti a Port-au-Prince. Secondo un rapporto reso noto la settimana scorsa da Caritas internationalis sono stati forniti finora aiuti alimentari, ripari, cure mediche, acqua, servizi igienici, assistenza psicologica pari a 37,4 milioni di euro, raggiungendo più di 2,3 milioni di persone. Caritas italiana, a seguito della colletta indetta dalla Cei, ha raccolto finora circa 16 milioni di euro. Di questi sono stati già messi a disposizione 3 milioni di euro. Secondo un rapporto di Caritas italiana reso noto oggi e aggiornato al mese di giugno, sono stati censiti di recente 1.191 siti di accoglienza degli sfollati. Il 54% sono di grandi dimensioni, ospitano cioè più di 1000 famiglie, circa il 29% della popolazione sfollata. In questa situazione, di non superata emergenza, è ancora prioritario l’intervento sui servizi di base: acqua, ripari, protezione, cibo, salute, accompagnamento al rientro in casa. Caritas italiana, sostenendo Caritas Haiti, si sta orientando soprattutto sulla ricostruzione di strutture socio-educative e sanitarie e i progetti di economia solidale, con la promozione di attività di microcredito. Il problema più grande, nella ricostruzione degli edifici(comprese le scuole, l’80% sono andate distrutte), rileva il rapporto di Caritas italiana, “è che non si sa a chi effettivamente affidarla”: “Corruzione, mala organizzazione, non competenza delle imprese di costruzione piccole e grandi stanno alimentando la scelta, forse poco lungimirante, di affidare il lavoro agli stranieri”. Una possibile soluzione, secondo Caritas italiana, potrebbe essere la costituzione e l’avviso di microimprese sostenute da una fondazione, in grado di garantire un minimo di trasparenza. Riguardo alle scuole – l’anno scolastico ha ripreso all’inizio di aprile – ma molte lezioni si svolgono ancora all’aperto o sotto tende e teloni, alcune Caritas nazionali stanno costruendo le prime “scuole provvisorie”. Grande attenzione è data anche al rafforzamento dell’economia rurale (per decongestionare un po’ la città), con progetti di qualificazione, costruzione di semenzai, depositi di utensili, formazione, ecc.Sir