Toscana

INPS, 70 MILA LAVORATORI IN NERO IN TOSCANA

I lavoratori a nero, in Toscana, sono oltre 70 mila. Solo nel 2003, i contributi evasi accertati, sia per lavoro nero sia per altre irregolarità, ammontano a oltre 41 milioni di euro. Il dato choc è stato reso noto dai sindacati dei lavoratori Inps davanti alla Commissione lavoro del Consiglio regionale. Nel dettaglio, gli ispettori dell’Inps dal 1 gennaio al 31 dicembre 2003 hanno effettuato in Toscana 11.140 ispezioni alle aziende, su un totale di circa 124 mila aziende operanti nella regione. Di queste il 63%, cioè 6.967, sono risultate irregolari. Addirittura, 1.944 aziende sono risultate completamente sconosciute all’Inps. I lavoratori a nero trovati sono stati 7.524, 1.399 le altre irregolarità accertate. Considerando che le aziende visitate sono il 10 per cento del totale, per proiezione statistica il calcolo è che i lavoratori che operano in regime di nero completo sono 70 mila. A questi bisogna aggiungere quelli che operano nel cosiddetto “grigio”, cioè con contratti parzialmente regolari.

A fronte di questo quadro preoccupante si profila la riforma, in discussione in questi giorni, che toglie di fatto potere agli ispettori dell’Inps, destinandoli a lavori di ufficio e riducendo la loro presenza sul campo. La denuncia arriva dai coordinamenti regionali dei sindacati dell’Inps, Cgil, Cisl, Uil e Rdb-Cub, che sono stati ascoltati questa mattina dal presidente della Commissione lavoro Nino Frosini (Comunisti italiani) e dal consigliere Giovanni Barbagli (Rifondazione Comunista). Gli ispettori Inps hanno spiegato di essere allarmati dall’articolo 8 della legge 30, la cosiddetta legge Biagi, che è in questi giorni all’esame della Commissione lavoro del Senato. La legge prevede il riordino dei corpi ispettivi che agiscono sul mondo del lavoro (Inps, Inail, Ispettorato del lavoro ecc.). “Ma di fatto – hanno affermato Erminto Festa della Cgil, Paolo Mariottini della Cisl, Ruggero Bertolini della Uilpa e Aldo Sicoli della Rdb-Cub – viene tolta autonomia all’Inps, accentrando gran parte dei poteri nelle mani dell’Ispettorato del lavoro e soprattutto del Ministero del lavoro”. Un accentramento che, secondo i sindacati, oltre a contraddire i principi del federalismo rischia di avere conseguenze pesanti anche sul livello di vigilanza contro il lavoro nero, in un panorama che è già di per sé drammatico. Proseguono gli ispettori: “Agli ispettori Inps, che sono 2000 in Italia contro le 1000 unità del corpo ispettivo del Lavoro, sarebbero di conseguenza affidati soprattutto compiti burocratici. E questo quando tutti sanno benissimo che la maggior parte dei controlli nelle aziende siamo noi a farli. Un dato per tutti: in occasione della legge per l’emersione dal lavoro nero sono state effettuate 50 mila ispezioni. Oltre 40 mila sono state fatte dall’Inps, 10 mila dall’Ispettorato del lavoro e dagli altri corpi. Chiediamo alla Regione di mobilitarsi in tempi stretti, visto che i primi di marzo il Senato dovrebbe pronunciarsi”.

La Commissione lavoro ha raccolto la denuncia. “Convocheremo nel più breve tempo possibile i parlamentari toscani per investirli della questione” ha annunciato Nino Frosini. Nei prossimi giorni la Commissione chiederà audizione agli assessori alle attività produttive Ambrogio Brenna e all’assessore al lavoro Paolo Benesperi, valutando nel frattempo le possibilità di intervento che la riforma del titolo V della Costituzione concede alle Regioni. Giovanni Barbagli proporrà una risoluzione, a nome del Consiglio, sulla questione. (cs-cem)