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IRAQ, ATTENTATI IN TUTTO IL PAESE, GOVERNO AVVIA NEGOZIATI CON GRUPPI ARMATI

È di almeno 20 vittime il bilancio provvisorio della serie di attentati che ha colpito oggi l’Iraq; decine i feriti. L’attentato più grave si è verificato in un quartiere occidentale di Baghdad, dove sono morte 7 persone e altre 18 sono rimaste ferite. Nella sola capitale nel mirino degli aggressori sono finiti una moschea sciita, un ristorante appena inaugurato e alcuni negozi. Un giornalista dell’agenzia di stampa ‘Ips’, inoltre, Alaa Hassan, è stato ucciso da un colpo d’arma da fuoco a Baghdad mentre si recava al lavoro. Lo sparo però sarebbe partito accidentalmente, secondo gli inquirenti iracheni, per cui non si tratterebbe di un attentato.

Attacchi con vittime si sono verificati anche a Mosul, nel nord, a Tikrit, nel centro del paese, e a Kirkuk, città una quarantina di chilometri a sud di Baghdad. Qui gli episodi sono stati addirittura quattro, il più grave dei quali a un check-point. Un nuovo attacco però è stato portato poco fa, sempre a Kirkuk, contro l’ospedale, a ridosso del quale è stata fatta esplodere un’autobomba. Il bilancio provvisorio parla di un civile morto e altri due feriti, ma secondo testimoni locali potrebbe essere più grave.

Sul fronte diplomatico, il governo iracheno ha aperto questa mattina “canali di dialogo” con una ventina di gruppi armati d’insorti: lo ha reso noto a Baghdad il ministro di Stato per il dialogo nazionale, Akram al-Hakim, spiegando che la decisione giunge dopo la presentazione al Parlamento da parte del primo ministro Nuri al-Maliki, lo scorso 25 giugno, di un piano di riconciliazione nazionale. Intanto i rapitori della deputata sunnita Taysir al-Mashhadani, sequestrata cinque giorni fa a Baghdad con sette guardie del corpo, si sarebbero fatti vivi per porre delle condizioni per il suo rilascio. Non è però chiaro quali siano queste “condizioni”, sulle quali le autorità mantengono il massimo riserbo. La signora al-Mashhadani è stata eletta in Parlamento nelle liste del Fronte della Concordia (Tawafuk), la principale lista sunnita, che ha conquistato 44 seggi su 275 del Parlamento. Ieri anche il vice ministro dell’Elettricità, Raad al-Hares (sciita), era stato vittima a Baghdad di un sequestro-lampo, durato però solo dieci ore. Il governo non ha chiarito se per il suo rilascio sia stato pagato un riscatto.Misna