Toscana

IRAQ, ATTENTATO A TAL AFAR; RAPPRESAGLIE IN TUTTO IL PAESE DOPO LA STRAGE DI SADR CITY

All’indomani della strage nel quartiere sciita Sadr City, a Baghdad, con oltre 200 morti e 250 feriti, la più sanguinosa dall’inizio dell’invasione statunitense in Iraq voluta nel 2003, nel paese le violenze proseguono inarrestabili. Dopo che in mattinata due attentatori suicidi si sono fatti esplodere in un mercato della città settentrionale di Tal Afar, uccidendo 22 persone e ferendone 26, nella capitale colpi di mortaio sono stati lanciati nei pressi di moschee e uomini armati hanno attaccato un’enclave sunnita all’interno del quartiere sciita di Sadr City, dando alle fiamme case e attaccando moschee con mitragliatrici e lanciagranate.

Il ministero degli Interni non ha ancora fornito un bilancio delle vittime dell’attacco, ma secondo alcune fonti giornalistiche internazionali almeno 18 persone – tra cui due donne e un bambino – sarebbero morte e 24 sarebbero rimaste ferite. Tra le moschee colpite a Baghdad, vi sarebbe quella di Abu Hanifa, il più importante santuario sunnita della capitale, e quella di Um al-Qura nel sobborgo occidentale di Ghazaliyah, quartier generale del Consiglio degli Ulema, la più influente organizzazione sunnita. Nella città meridionale di Bassora, colpi di mortaio sono stati esplosi contro una moschea, ferendo almeno 15 fedeli, mentre a Baquba militanti hanno fatto saltare in aria un minareto e la sede del movimento del capo sciita radicale Moqtada al-Sadr. Nel sermone per la preghiera del venerdì, , il cui Esercito di al-Mahdi domina nel quartiere di Sadr City, ha minacciato di ritirarsi dal governo e dal parlamento se il primo ministro Nouri al-Maliki non annullerà l’incontro di fine novembre in Giordania con il presidente statunitense George W. Bush e ha affermato che il capo del Consiglio degli Ulema, Harith al Dhari, deve lanciare una ‘fatwa’ (editto religioso) che condanni gli attacchi sunniti contro gli sciiti.

A Baghdad migliaia di persone hanno partecipato stamani ai funerali delle vittime della strage di ieri nel quartiere sciita di Sadr City, la più sanguinosa dall’inizio dell’invasione in Iraq voluta dagli Usa nel 2003. Tensione, rabbia e disperazione per le strade di questa zona della capitale, per il resto semideserta a causa del coprifuoco imposto dalle autorità. Chiusi anche aeroporti e scali marittimi. I leader sciiti, sunniti e curdi hanno lanciato un appello per evitare che il paese venga dilaniato da ulteriori violenze. Fonte: Misna