A cinque anni dall’inizio della guerra (20 marzo 2003) continua ad aggravarsi la condizione dei bambini in Iraq. Solo nel 2007 oltre 19.500 civili sono stati uccisi, migliaia di bambini hanno perso i genitori, centinaia di migliaia quelli sfollati, intere comunità sradicate dal loro territorio a causa delle violenze settarie senza precedenti, nuclei familiari caduti in estrema povertà per la morte del capofamiglia, unica fonte di reddito. Dati drammatici snocciolati da Claire Hajaj, responsabile comunicazione dell’Unicef Iraq che oggi a Roma ha presentato il nuovo progetto di assistenza ai minori iracheni denominato Impact Iraq humanitarian action for Iraqi children. A questi dati si aggiunge il fatto che la copertura vaccinale è scesa sotto l’80% in due terzi del Paese, il 21% dei bambini sono malnutriti. Appena il 40% dei bambini iracheni ha accesso all’acqua potabile e il 20% a servizi igienici di base. Un bambino su cinque non ha accesso alla scuola mentre il 30% soffre di crisi d’ansia e altri sintomi traumatici. Sempre più bambini sono costretti a lavorare o mendicare in strada. Nelle carceri irachene sono detenuti 1350 minori di età compresa tra i 10 e i 17 anni. Proprio per rispondere a questa crisi umanitaria in Iraq l’Unicef ha lanciato il progetto Impact attuato attraverso una rete coordinata di team specializzati dell’Unicef con Ong partner sparse nel territorio. L’obiettivo ha spiegato Hajaj è quello di garantire cure mediche, istruzione, acqua potabile e protezione a oltre 120.000 famiglie irachene in difficoltà, per un totale di 360.000 bambini ad alto rischio. I fondi necessari per finanziare tutto il progetto ha dichiarato ammontano a 37,5 milioni di dollari, ma ad oggi la comunità internazionale ha coperto solo il 9%. All’appello mancano oltre 34 milioni di dollari. Da parte sua Unicef Italia è impegnata a sostenere Impact attraverso la campagna Iraq: non lasciamo soli i bambini.Sir
