Toscana

Il marmo è la forza di Carrara

DI GIORGIO CRISTALLINIIl porto di Marina di Carrara ha origini antichissime, possiamo dire che affondano nella storia e precisamente al 177 a.C. quando alcune centinaia di cittadini romani fondarono la città di Luni in un’area servita, in precedenza come base per le spedizioni contro Cartaginesi, Galli e Iberici. Nonostante la mancanza di un porto vero e proprio, nel 1838, dalla sola Carrara furono spedite oltre ottomila tonnellate di marmi grezzi e dieci anni dopo dodicimila, che salirono ben presto a oltre cinquantamila nel 1854. Fu in quegli anni che per iniziativa del commerciante inglese Walton, iniziò la costruzione di un pontile per caricare il marmo munito di due binari e di una gru da dodici mila tonnellate. Soltanto nel 1901 si giunse alla realizzazione dell’attuale porto. Una speciale commissione nominata per il piano regolatore dei principali porti del regno, riconobbe la necessità di dotare il porto di Marina di adeguate opere di difesa e nel 1907 il consiglio superiore dei lavori pubblici votò per la realizzazione di due moli simmetrici. Passarono alcuni anni fino a quando, nel 1915, venne siglata tra lo Stato e il comune di Carrara una convenzione per la costruzione del porto. Alla fine della grande guerra l’inizio dei lavori e nel 1928 risultavano completati la diga a levante ed un primo tratto di oltre duecento metri del braccio foraneo del molo di ponente.Tra il 1924 e il 1938 il movimento delle merci nel porto di Marina di Carrara raggiunse una media annua di oltre novantaquattromila tonnellate. Ma l’efficienza del porto tornò al livello pari a quello del periodo prebellico solo nel 1947.

Oggi Carrara è uno dei primi dieci porti nazionali per occupazione di mano d’opera, per volumi di merci movimentate, per dotazione di mezzi di imbarco e sbarco. Dalle seicentomila tonnellate di merci imbarcate nel 1970, Carrara ha superato i tre milioni del 1995 e sostanzialmente mantenuto tale livello. Nel 1998, dopo una leggera flessione dei due anni precedenti, il porto ha ripreso a crescere e nel 2000 ha confermato tale trend raggiungendo le 3.350.000 tonnellate.

Anche i container sono diventati una realtà per Carrara che pur non aspirando a diventare un porto «dedicato», vuole servire adeguatamente il proprio retroterra geografico. Dotato di mezzi che garantiscono un’ affidabile e sicura movimentazione di ogni tipo di merci, può contare sulla potenza e versatilità di oltre venticinque mezzi di sollevamento da 70-120 tonnellate, di 138 «mafitrailer», tre nastri trasportatori e innumerevoli altri mezzi. Nel porto sono disponibili tutti i servizi utili alle navi ventiquattro ore su ventiquattro e ventitre agenzie marittime sono in grado di soddisfare tutte le richieste per ogni esigenza.

Adesso si attende l’approvazione del nuovo piano regolatore portuale che prevede un deciso ampliamento del porto che sarà formato da due bacini contigui adiacente ai quali verrà realizzato il porto turistico di Massa-Carrara da 900-1000 posti barca. I dati più significativi del nuovo piano regolatore sono la costruzione di due dighe lunghe rispettivamente di 1300 e 2000 metri inclusa la protezione del porto turistico e ben otto banchine, due magazzini per 18 mila metri quadri, una darsena di servizio per mezzi nautici, il potenziamento delle infrastrutture dedicate ai cantieri navali che potranno allestire due navi contemporanamente, nonché un nuovo varco portuale con immissione diretta sull’asse stradale che collegherà direttamente il porto al nuovo casello autostradale, alla strada dei marmi ed alla zona industriale.I servizi• Livorno, un sogno durato poco• Piombino, la parola d’ordine è diversificazione• Porto S. Stefano: pesca in ribasso• Viareggio, silenzio sul fronte del porto• Le maglie nere delle spiagge toscane