Toscana

Il sangue non basta più, appello ai donatori

di Riccardo Bigi

Il sangue non basta più: negli ospedali toscani le donazioni aumentano, ma la richiesta aumenta ancora di più. E se il 2009 ha visto una crescita delle donazioni del 5,6% parallelamente, e con più velocità, è cresciuta anche la richiesta, determinando un incremento nel consumo di sangue di oltre l’8%. Un dato che, preso da solo, non è negativo: «È il segnale – sottolinea la dottoressa Simona Carli, direttrice del Crs, il Centro Regionale Sangue – che l’attività sanitaria è in aumento». Contrariamente a quanto si pensa, infatti, il consumo di sangue non è legato tanto alle emergenze (incidenti stradali, interventi chirurgici d’urgenza…) quanto all’uso medico quotidiano: la trasfusione di sangue ad esempio è usata abitualmente, come terapia di supporto, nella cura di tumori e leucemie o nei reparti di geriatria. In una regione quindi dove la vita si allunga e l’età media è sempre più alta, dove (grazie anche alla presenza del volontariato) c’è un’assistenza capillare verso i malati più gravi, dove sono in costante aumento le attività sanitarie di eccellenza come i trapianti, è normale – anzi è un bene – che la richiesta di sangue negli ospedali sia sempre più alta. Tanto che il 2009 ha visto diversi momenti di carenza, durante i quali è stato necessario acquistare unità di sangue (una sacca costa circa 150 euro: la cifra è legata agli esami che il servizio sanitario regionale esegue su ogni donazione) da altre regioni (Veneto, Piemonte, Liguria…). Va detto anche che in altri periodi di maggiore affluenza dei donatori invece è stata la Toscana a cedere il sangue raccolto alle regioni che ne facevano richiesta.

E il 2010 ha visto, nei primi mesi, aggravarsi la situazione tanto che la situazione di carenza che normalmente si presenta nei mesi estivi, quando le donazioni diminuiscono drasticamente, quest’anno in realtà era già iniziata in aprile e a settembre, mese che normalmente segna una ripresa, non era ancora terminata.

La conferma di questi dati viene anche da Gabriele Graziani, direttore del dipartimento di immunoematologia e trasfusioni di Careggi: il bisogno crescente di sangue e dei suoi componenti e derivati (plasma, piastrine, albumina…) è legato al crescere del livello delle cure e delle terapie: ci sono interventi d’emergenza in cui si possono consumare 70 unità di sangue nel giro di 24 ore. Non si deve dimenticare poi che quando arriva un organo disponibile per un trapianto, prima di tutto è necessario verificare che sia disponibile il sangue necessario. Accanto alle situazioni eccezionali poi c’è l’uso quotidiano: sono sempre più numerose ad esempio le persone che ogni giorno si presentano per ricevere trasfusioni a supporto di terapie oncologiche. Un fabbisogno in aumento, che a volte mette in difficoltà il sistema: «Quando le nostre scorte di sangue – spiega il dottor Graziani – scendono sotto una certa soglia, avvisiamo i vari reparti chiedendo di rimandare gli interventi, magari anticipando quelli che richiedono sangue del tipo di cui abbiamo maggiore disponibilità. Se poi le scorte raggiungono livelli critici, chiediamo di eseguire solo gli interventi non differibili. Contemporaneamente, mandiamo un appello attraverso le associazioni di donatori e inviamo richieste alle altre regioni, per sondare la disponibilità a inviarci sangue». Negli ultimi mesi, questo purtroppo è accaduto troppo spesso. L’unica risposta possibile, allora, è far crescere il numero dei donatori: «In Toscana le donazioni sono già cresciute tanto negli ultimi anni, ma un margine ancora c’è, soprattutto se allarghiamo il numero dei donatori pescando tra i più giovani».

L’indice di donazione media, in Toscana, è di 102 ogni mille abitanti: un dato che lascia spazio per una crescita. La palla allora passa alle associazioni di donatori che hanno, tra i loro obiettivi, proprio quello di promuovere la donazione. Come la «Fratres» che, nata nell’ambito delle Misericordie, ha nel corso degli anni allargato il proprio raggio d’azione andando a fare opera di sensibilizzazione in ogni ambiente possibile. «Non dimentichiamo però – sottolinea il presidente regionale, Francesco Scarano – che siamo una associazione di ispirazione cattolica: per questo cerchiamo di rivolgerci soprattutto alle altre associazioni cattoliche e al mondo delle parrocchie». Proprio in questi mesi la Fratres sta prendendo contatto con i parroci di tutte le diocesi della Toscana, per proporre incontri di promozione e sensibilizzazione. Scarano ci tiene prima di tutto a rassicurare: «Non vogliamo distogliere le persone impegnate in parrocchia dai loro compiti, vogliamo piuttosto proporre un gesto come la donazione di sangue che si accompagna benissimo ad ogni altra attività cristiana». Un gesto, afferma il presidente regionale Fratres, che ha grande valore educativo: «In un momento in cui si parla tanto dell’educazione dei giovani, dobbiamo ricordare che diventare donatori insegna la gratuità, il dono di sé. Ma non solo: donare sangue richiede stili di vita che non comportino rischi: l’uso di sostanze stupefacenti, di alcool, certi comportamenti sessuali rendono non idonei alla donazione. Questo costringe perlomeno a riflettere su se stessi e sulla vita che si conduce».

A volte, ricorda ancora Scarano, si viene stimolati alla donazione di sangue da vicende personali: «un familiare malato, l’amico che ha avuto un incidente… Questo è sbagliato: la donazione deve essere un’abitudine, il donatore deve essere consapevole del suo gesto e sapere che il proprio sangue potrà servire a salvare una vita umana, senza chiedersi però a chi andrà». Un gesto semplice, gratuito, di carità vera: «Ci sono tanti motivi per donare, motivi di tipo medico, sociale, umanitario. Ma rivolgendoci alle parrocchie – conclude Scarano – possiamo dire che la donazione di sangue è prima di tutto un gesto che imita l’atto più alto di donazione di se stessi per salvare gli altri: quello di Cristo sulla croce».

A Figline Valdarno la donazione è contagiosadi Laura Borgheresi

Il 2009 è stato l’anno dei record. Con le loro 2.341 donazioni ematiche, di cui 1.670 di sangue intero, 557 di solo plasma e 114 di «multicomponent» (+14% rispetto al 2008), si sono piazzati in testa alla classifica regionale. Siamo a Figline Valdarno, a 30 chilometri da Firenze. Su 17 mila abitanti il Gruppo Donatori di Sangue e Midollo Osseo Fratres, attivo dal 1958, può contare su ben 2.472 «fratelli», di cui 1.209 ancora in attività. Nonostante una leggera flessione per le donazioni ematiche negli ultimi mesi estivi, il trend delle performance di questi volontari, coordinati da Giuseppe Veneri, presidente della Onlus da oltre un decennio, è sempre molto buono. Grazie alla generosità dei donatori, ovviamente, ma anche all’ottimo  coordinamento della segreteria, dove operano volontari che aiutano a ricordare le date dei prelievi e dei vari impegni e organizzano gite e ed eventi promozionali.

La cultura della donazione abita, dunque, a Figline, come sottolinea il presidente Veneri: «Risultati molto belli, quelli attuali, raggiunti grazie all’impegno e al grande cuore di tutti i nostri volontari che incessantemente si prodigano a servizio della società, donando “qualcosa” di loro, il sangue appunto, il famoso “oro” rosso, da sempre simbolo di vita e generosità. Grazie davvero a queste splendide persone. Sono veramente orgoglioso di loro. Tuttavia – prosegue il dirigente – negli ultimi mesi abbiamo, pure noi, registrato una flessione nelle donazioni, sia perché il periodo estivo, tradizionalmente, non è il più prolifero per le nostre raccolte, sia per la congiuntura economica che influisce, se pur in maniera velata, negativamente. Nella chirurgia moderna occorrono sempre  maggiori quantità di sangue – afferma –, è decisivo l’aiuto di tutti, quindi, mi appello a quanti credono nella cultura dell’altruismo: donate perché il sangue  è vita».

Veramente un bel Gruppo, i Fratres di Figline Valdarno, la cui prima loro donazione risale al 1957, quando alcuni volontari della Venerabile Arciconfraternita di Misericordia della città si mobilitarono per aiutare un loro concittadino in grave mancanza ematica, rispondendo così all’appello lanciato dal nosocomio locale, l’Ospedale «Serristori». Dell’anno successivo la loro fondazione ufficiale, con la denominazione di «Fratres», accogliendo il suggerimento dell’avvocato Alfredo Merlini, presidente nazionale delle Misericordie d’Italia. Tutto il resto è storia recente: la creazioni di nuove sezioni in realtà lavorative e  in zone limitrofe, addirittura, l’inaugurazione di un punto fisso per la raccolta di sangue nel Centro Internazionale di Loppiano e presso il Villaggio Turistico di Norcenni, l’iscrizione del Gruppo nell’Albo nazionale del Volontariato, infine, negli anni ’90, l’istituzione di un Registro con possibili donatori di midollo osseo. Impegno e altruismo, dunque, alla base del successo di questi volontari, gli autentici signori dell’«oro» rosso.

A chi rivolgersiFRATRES: 055 4223746 – www.fratres.org- Via Ragazzi del ’99, 65 – 50141 Firenze – Tel. e Fax 055 4223746 – info@fratres.orgAVIS: 800 261580 – www.avis.it/toscana – Via Borgognissanti, 16 – 50123 Firenze -Tel. 055 23.98.624 – Fax 055 29.41.62 – toscana@avis.itCRI: 800 166 666 – www.toscana.cri.it – Sede di Firenze: Via dei Massoni, 21 – 50139 Firenze – Tel. 055 40571 – Fax 055 400699ANPAS: 055 787651 – www.anpastoscana.it – Via Pio Fedi, 46/48 – 50142 Firenze -Tel. 055-787651 Fax 055-78765207 – anpastoscana@anpastoscana.itCentro Regionale Sangue Toscana – Via Taddeo Alderotti, 26/N – 50139 Firenze -crs@regione.toscana.it – www.regione.toscana.it/donareilsangue – Tel. 055 4383401 – Fax 055 4383344Per informazioni su dove donare il sangue del cordone ombelicale: Adisco – 0574 540002 – www.adisco.it – Via del Lazzeretto 168/15 – 59100 Prato – segreteria-toscana@adisco.itPer informazioni su dove donare il midollo osseo: Admo – 0578 717238 – www.admo.it – Via di Gracciano nel Corso, 73 – 53045 Montepulciano SI – Tel. e Fax 0578 717238 – admotoscana@admo.