Toscana

Il vescovo Paolo Bizzeti a Firenze per ringraziare degli aiuti alla Turchia terremotata

Al Progetto Agata Smeralda (che da anni segue, in comunione con la Chiesa fiorentina, il prezioso lavoro di monsignor Bizzeti, il gesuita di origine fiorentina cui il Papa ha affidato la comunità cattolica dell’Anatolia) è arrivata nei giorni scorsi anche una lettera in cui racconta quanto è stato realizzato a favore di tante creature bisognose, grazie anche alle offerte arrivate da Firenze e dalla Toscana.Le donazioni, sottolinea Bizzeti, sono «un segno concreto che la piccola Chiesa locale non è stata dimenticata», e attestano una vicinanza nel nome del Signore Gesù e in quello di un’umanità attenta ai poveri, che in questo caso sono i terremotati.Il vicario apostolico accenna ad alcuni interventi effettuati dal suo vicariato e dalla Caritas Turchia, di cui è presidente. In una prima fase, durante il periodo dell’emergenza, sono stati distribuiti acqua, viveri, coperte, abiti, medicinali, detersivi, materiali per la pulizia, sia nella sede dell’episcopio a Iskenderun, sia a domicilio, sia nelle strade e nei primi accampamenti. Si sono issate delle tende-scuola e si sono avviati anche dei piccoli percorsi scolastici per non lasciare i ragazzi in balia di sé stessi. Iniziativa, questa, molto apprezzata dai genitori.In una seconda fase, gli aiuti sono stati indirizzati in un modo più coordinato e più mirato. Sono state fornite tende, attrezzature, rifornimenti per cucine da campo, anche in collaborazione con altre organizzazioni, soprattutto nei luoghi dove non arrivava l’intervento pubblico. Nel contempo, si è cercato di sopperire alle necessità più urgenti nelle tendopoli. Si sono consegnate cabine-doccia, bagni, container per vari usi; sono stati costruiti un edificio per una mensa comunitaria, un altro per un laboratorio, una lavanderia. Per le tende, in vista dell’arrivo del caldo, si sono acquistati ventilatori e frigoriferi.Complessivamente, in tre mesi, si sono forniti aiuti a circa 54.000 famiglie con viveri, prodotti per l’igiene, pannolini e altro materiale di prima necessità. È stato offerto un sostegno psicologico a 41 famiglie a Mersin e a 32 ragazzi a Iskenderun. Si è distribuito il cibo per la strada per due mesi, due volte al giorno, e ogni volta a 200 persone. Tra le varie spese, materiale scolastico, attrezzi da lavoro, fieno per gli allevatori, sono state anche acquistate otto mucche per il ramadan. Si sono anche finanziate due operazioni chirurgiche.Adesso che molte organizzazioni umanitarie stanno lasciando l’Anatolia, inizia una terza fase. Spiega Mauro Barsi, presidente di Agata Smeralda: «Monsignor Bizzeti e la Caritas Turchia hanno redatto un preciso programma di aiuti per garantire, in modo stabile e coordinato, viveri, attrezzature, materiale scolastico e assistenza medica. Con questi interventi, si intende garantire per un anno intero la sopravvivenza del cosiddetto “popolo delle tende”, che vive ancora l’emergenza drammatica del post terremoto. Padre Paolo e la Caritas Anatolia pagheranno anche gli affitti, offriranno case-container e aiuteranno le famiglie a riparare la loro abitazione, o ad acquistarne una nuova. Si aprono anche delle possibilità di collaborazione con altre Chiese cristiane».Nel suo incontro a Firenze, monsignor Bizzeti potrà raccontare anche le difficoltà che ha incontrato nel portare aiuti ai terremotati. «Infatti, com’è noto – spiega Mauro Barsi – nei Paesi islamici c’è sempre il sospetto che i cristiani aiutino la popolazione a scopo di proselitismo, cosa che, invece è lontanissima dalle sue intenzioni. Monsignor Bizzeti segnala anche l’inevitabile disorganizzazione e un controllo troppo rigido da parte di alcune autorità locali, poco preparate a collaborare con ONG o simili organizzazioni».