Toscana

Immigrati: la crisi non li ferma e sono sempre più «toscani»

Circa 422mila alla fine del 2013, l’1,6% in più rispetto ai 415mila dell’anno precedente. Sia pure di poco continuano a crescere i numeri dell’immigrazione regolare in Toscana, stando ai dati del Dossier statistico immigrazione realizzato dal Centro studi Idos per conto dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni della presidenza del consiglio, presentati pubblicamente mercoledì scorso a Firenze nella bella cornice di «Villa Aurora», che ospita l’Istituto avventista di cultura biblica, in contemporanea con la presentazione nazionale di Roma.

Nonostante l’impatto della crisi, che pure in Toscana ha fatto pesantemente sentire i suoi effetti (-1,7% del Pil regionale nel 2013), prosegue, dunque, l’incremento della popolazione straniera regolarmente soggiornante sul territorio, diversamente da quanto ipotizzato da alcuni studiosi e commentatori all’inizio della perdurante fase di stagnazione dell’economia. I numeri, al riguardo, sono più che eloquenti: fra il 2007, primo anno della crisi, e il 2013, gli «immigrati toscani» hanno segnato un aumento del 37%, passando da 310mila a 422mila stranieri regolarmente presenti, una percentuale di crescita sostanzialmente simile a quella nazionale (+35%) e nettamente superiore a quella dell’Unione Europea (+10%).

Guai, però, pensare che la crisi non abbia avuto alcun impatto: «In realtà sono completamente cambiate le ragioni della crescita quantitativa degli immigrati  – spiega Federico Russo, uno dei due responsabili della redazione toscana di Idos –: se fino a prima della crisi, infatti, l’aumento era principalmente attribuibile alla capacità attrattiva costituita dalle opportunità occupazionali offerte dai principali distretti produttivi della regione, adesso l’incremento è giustificato soprattutto dalla ricomposizione in loco dei nuclei familiari, attraverso i ricongiungimenti, e da quel fenomeno del tutto particolare degli immigrati nati in Italia, ossia dei figli dei genitori stranieri nati in Toscana che nel 2013 sono stati 5.857, pari al 20% di tutti i bambini che hanno visto la luce nei dodici mesi».

Lo scenario, quindi, racconta di un territorio in cui, ormai da tempo, l’immigrazione è diventata un una caratteristica strutturale della società regionale, con un’incidenza sulla popolazione residente pari a circa il 10,3%, percentuale significativamente maggiore sia della media italiana (8,1%) che soprattutto di quella Ue (6,8%). Particolarmente evidente nelle classi della regione dato che nell’anno scolastico 2013-14 gli alunni stranieri sono stati 64.355, pari al 12,7% della popolazione studentesca (che arrivano al 14% nelle province di Arezzo, Firenze e Siena e addirittura al 19,7% in quella di Prato). E fra le nuove generazioni, considerato che oltre la metà (52,2%) di tutti gli studenti immigrati toscani, è nato e cresciuto in Italia (cosiddetta «seconda generazione») pur mantenendo la cittadinanza del paese dei genitori esclusivamente per motivi legati agli obblighi imposti dalla normativa italiana, un’incidenza che sale al 65,4% alle elementari e, addirittura, all’85,7% alle scuole dell’infanzia per calare alle medie (40,9%) e soprattutto alle superiori (16,9%), un grado scolastico dove, complessivamente, rimane più marcata la preferenza degli studenti immigrati per gli istituti professionali (40,7%) e tecnici (35%), «anche se – sottolinea Russo – almeno in alcuni contesti territoriali, rispetto a qualche anno fa, è nettamente in crescita l’attrattività dei licei, scelti dal circa un quarto degli studenti stranieri alle superiori delle province di Prato e Pisa».

Sul mercato del lavoro, però, le difficoltà si sono fatte sempre più evidenti e acute anche per gli stranieri: nel 2013, infatti, gli occupati immigrati assicurati all’Inail sono passati da 257mila a 250mila, una diminuzione del 2,7% che evidenzia come, «nei precedenti dodici mesi il continuo aumento di lavoratori nati all’estero, che già dal 2009 aveva rallentato la sua corsa, per la prima volta si sia interrotto» sottolineano i redattori del Dossier nel capitolo dedicato alla Toscana. Evidenziando pure come, in Toscana, «la crisi economica non ha risparmiato il mercato del lavoro, neanche quello degli immigrati che in passato aveva mostrato di mantenere una certa vitalità, conquistata a prezzo della loro maggiore disponibilità a muoversi per cercare lavoro e ad accettare salari più bassi e mansioni meno gratificanti» anche se «a confronto con le altre regioni del centro (-4,7%) e con l’intero Paese (-3,6%) in Toscana la riduzione degli occupati rispetto al 2012 è stata sensibile ma inferiore».

Per quanto riguarda la distribuzione sul territorio, circa un terzo degli immigrati (31,8%) vive nella provincia di Firenze, il 10,3% a Prato, il 10,1% a Pisa e il 9,7% ad Arezzo. Complessivamente, quindi, oltre i due terzi (68,7%) della popolazione straniera regolare risiede nella cosiddetta «Toscana dell’Arno», tradizionale area forte dell’economia regionale che va da Arezzo a Pisa e che ha il cuore nel distretto fiorentino pratese. Attenzione, però: «La geografia toscana delle presenza straniere – sottolineano i redattori del Dossier – non corrisponde a quella dei territori che, negli ultimi anni, hanno fatto registrare gli incrementi maggiori dato che le aree con gli aumenti più significativi si concentrano quasi tutte nella Toscana costiera».

Eccezion fatta per il capoluogo Firenze (52,8%), i territori provinciali nei quali, nel quinquennio compreso fra il 2008 e il 2013 la popolazione straniera ha segnato i balzi in avanti percentualmente più rilevanti, infatti, si affacciano tutti sul Mar Tirreno: è il caso di Pisa (53,2%) ma anche di Livorno (52,5%), Grosseto (51,5%) e della stessa Lucca (40,2%). Incrementi relativi molto più attenuati si registrano, infatti, nelle province di Pistoia (21,6%) e Arezzo (25,7%), ma anche di Siena (31,9%) e della stessa Prato (38,4%). «Sembra proseguire, dunque, – si legge nel capitolo dedicato alla Toscana – quel processo di ridistribuzione sul territorio della popolazione straniera, tipico elle regioni ad immigrazione matura, che contraddistingue la Toscana già da qualche anno e vede le famiglie immigrate spostarsi dai principali centri urbani alle zone più periferiche, man mano che cresce la conoscenza del territorio e delle opportunità che questo è in grado di offrire».

Per quanto riguarda, infine, le aree di provenienza, 57 immigrati residenti su 100 sono europei, 22 asiatici, 14 africani e 7 americani. Rispetto a ciò che si verifica a livello italiano, la Toscana continua ad evidenziare una più marcata presenza di cittadini provenienti dall’Asia Orientale (14,9% contro l’8,7% nazionale) ma anche dell’Europa centro-orientale (27,9% contro 23,9%) e una minore incidenza degli stranieri originari dell’Africa settentrionale (9,3% contro il 14,1%). La comunità più numerosa proviene dalla Romania (71.031 residenti), seguita da Albania (64.906), Cina (38.074) e Marocco (25.263).