Toscana

La Regione ricorre contro il Governo che ha impugnato la Finanziaria

L’impugnazione del governo è stata notificata il 21 febbraio. Tutto nasce dall’approvazione, due giorni dopo il voto sulla Finanziaria regionale, della legge di stabilità nazionale, che ha cambiato le carte in tavola e modificato la norma. Il Governo contesta tre questioni. Dice che le detrazioni per i figli a carico previste dalla Regione –  fino a 50 euro per figlio, il doppio da quarto in poi, e che si aggiungono a quelle statali – non sarebbero applicabili nel 2013 ma solo a partire dal 2014. In tal caso il problema non riguarda il bilancio regionale ma i toscani, almeno alcuni, che si troverebbero a dover pagare di più: gli uffici della giunta avevano stimato in 20 milioni l’ammontare delle detrazioni. Anziché 93 milioni la Regione ne incasserebbe quindi 113 in più rispetto al 2012.

Il governo contesta anche la «poca progressività» dell’imposta nella sua applicazione toscana. La Regione, a partire dal 2013, aveva deciso un’aliquota dell’1,43% (lo 0,20% in più della base decisa dallo Stato) per i primi due scaglioni di reddito (da 8 a 15 mila e da 14 a 28 mila euro), l’1,68% (+0,45%) da 28 a 55 mila euro e l’1,73% (+0,50%) oltre, per i due successivi scaglioni. Tre aliquote diverse, più lievi di altre Regioni: per il governo invece dovevano essere almeno cinque. Da Roma si solleva anche una questione generale, sul margine di manovra permesso alle Regioni. Sarà ora la Consulta a dover dirimere la questione. Giunta ed uffici regionali sono comunque ragionevolmente certi della legittimità della manovra regionale.

Fino al 2011 sull’addizionale regionale Irpef la Toscana si era limitata ad applicare l’aliquota minima imposta dalla Stato. Dal 2012 l’aveva alzata (dall’1,23% all’1,73%, il massimo permesso) ma solo per la fascia di reddito oltre 75 mila euro.