Toscana

La montagna come opportunità, non come problema

Rilanciare i territori della montagna toscana, valorizzarli e investire, per invertire la tendenza allo spopolamento e all’abbandono: si parla di 128 Comuni con 600 mila abitanti, per una superficie che è un terzo di quella complessiva della regione.

Questi gli obiettivi degli Stati Generali della Montagna che sono stati convocati oggi a Firenze, dalla Regione insieme ad Anci Toscana, e che hanno aperto una nuova fondamentale stagione per le politiche della montagna.

A distanza di 10 anni dall’ultima conferenza regionale, le ragioni di chi vive in montagna sono infatti tornate al centro di una grande assise pubblica, che arriva tra l’altro in un momento di crocevia, che vede dopo una crisi economica globale, una fase di cauta ripresa.

Quattro i tavoli tematici paralleli a cui hanno partecipato amministratori, esperti, tecnici, dedicati ad affrontare alcune delle questioni cruciali della vita nelle aree montane, in cui si è discusso: di accesso ai servizi sociosanitari ed educativi; di politiche in materia di infrastrutture, mobilità e trasporto pubblico locale; di turismo, commercio, lavoro, cultura ed imprese; e di valorizzazione delle risorse ambientali, tutela idrologica e forestazione. Alle tavole rotonde hanno preso parte fra gli altri, gli assessori regionali Stefania Saccardi (Sanità), Cristina Grieco (Istruzione), Stefano Ciuoffo (Turismo), Monica Barni (Cultura), e Federica Fratoni (Ambiente).

Stefania Saccardi, nel suo intervento, ha sottolineato l’esigenza di far leva su due linee principali di politica economica per contrastare la marginalizzazione delle zone montane: il miglioramento dei servizi alla persona e l’attivazione di processi di sviluppo locali. «Dobbiamo ripensare ai servizi offerti ai cittadini in un’ottica di ribilanciamento territoriale – ha dichiarato – e per fare questo è necessario ricorrere a nuove soluzioni di governance, capaci di coinvolgere i diversi attori, i presidi territoriali e gli enti locali competenti nella specifica materia di riferimento».

Per quanto riguarda la scuola, Cristina Grieco, ha invece messo in luce come nelle aree montane si registri un’alta dispersione scolastica in particolare alle superiori dove «è necessario agire – ha chiarito – sulla qualità dell’insegnamento e delle dotazioni infrastrutturali e tecnologiche, oltre a prevedere strumenti di analisi e modelli di governance in grado di valorizzare le relazioni scuola-territorio». «Proprio per questo – ha aggiunto – dobbiamo elaborare soluzioni di bilanciamento della presenza degli Istituti sui territori montani, oltreché servizi di trasporto pubblico locale efficienti e funzionali alla frequenza delle attività scolastiche ed extrascolastiche».

Anche l’assessore Stefano Ciuoffo, ha ribadito come la montagna sia un tema complesso «perché reca con sé la domanda di come sia possibile gestire territori tanto ricchi di bellezza, e sotto certi aspetti, di potenzialità, quanto fragili e delicati sotto il profilo ambientale». «Negli anni a venire – ha detto – l’obiettivo non potrà che essere quello di conciliare i delicati equilibri della natura e del territorio con la necessità di metterli a valore sotto il profilo economico e reddituale per permettere a chi risiede in montagna di restarci e farla continuare a vivere».

Dal tavolo di lavoro presieduto da Marco Remaschi, assessore regionale all’agricoltura e alle politiche per la montagna della Regione Toscana, è emersa invece l’importanza di riuscire a focalizzare nel modo più efficace le risorse a disposizione. «Ciò – ha ribadito – può avvenire solo attraverso un confronto forte tra i comuni e il territorio con la Regione, per riuscire a tracciare delle azioni e delle strategie politiche condivise e integrate, che consentano di rendere queste aree sempre più competitive e di incrementare i presidi dei servizi». «Un’azione necessaria, che inizia oggi, e che è avvalorata dal fatto che il 25% del nostro territorio regionale è rappresentato da aree montane. Un patrimonio ricchissimo di risorse la cui valorizzazione, nella logica dell’integrazione e della multifunzionalità, deve mettere a sistema l’estremo policentrismo che caratterizza queste zone». «Abbiamo quindi bisogno di rafforzare l’identità, la presenza e le azioni concrete su questi territori». «È da tanto tempo che non facevamo un’iniziativa di questo tipo, ed ora credo che sia giunto il momento di riprendere il percorso, e un confronto più serrato e concreto», ha commentato.

In conclusione ha poi ricordato che è stata già riattivata la Consulta per la Montagna, che sarà anche la sede in cui verrà portata avanti la progettualità del metodo di lavoro condiviso messo in atto in occasione di questa giornata.

I lavori sono poi terminati nel pomeriggio in seduta plenaria con l’intervento di Luigi Polizzi, dirigente del ministero per le politiche agricole e con la restituzione delle sintesi dei tavoli tematici. Tra i presenti anche Matteo Biffoni, presidente Anci Toscana; Vittorio Bugli, assessore al bilancio e ai rapporti con gli enti locali della Regioni; e i sindaci Claudio Franci, presidente Sds Amiata Grossetana; Maurizio Verona, presidente unione comuni della Versilia; Paolo Grassi, assessore unione di comuni Montana-Lunigiana; Luca Marmo, presidente unione di comuni Appennino Pistoiese.