Toscana

Lavoro, a Grosseto il «Progetto Policoro» per scovare giovani con buone idee

I numeri fotografano una situazione angosciante: in Italia siamo oltre il 43% di disoccupazione giovanile, con più di 2 milioni di under 29 classificati, nelle statistiche, come “generazione neet”, giovani cioè che né lavorano, né studiano e che si collocano, dunque, fuori dai processi formativi e da quelli produttivi.

Di fronte alla crisi, alla mancanza di prospettive e alla carenza di speranza, la Chiesa risponde col “Progetto Policoro”, che non è un ufficio di collocamento, ma un percorso molto operativo e concreto che affronta il problema della disoccupazione, specialmente giovanile, attivando iniziative di formazione e una nuova cultura del lavoro per promuovere e sostenere coloro i quali hanno un’idea imprenditoriale. Il progetto offre il sostegno di una rete di soggetti a livello locale e nazionale capaci di accompagnare l’imprenditore nella realizzazione della propria idea imprenditoriale, ma prima ancora intende “stanare” i potenziali imprenditori con buone idee, che hanno solo bisogno di emergere per provare a concretizzarle.

Storia del progetto

Il “Progetto Policoro” è nato a metà degli anni ’90 come frutto del terzo convegno della Chiesa italiana celebrato a Palermo nel 1995. Il 14 dicembre di quello stesso anno si ritrovarono a Policoro (Matera)  l’ufficio nazionale per i problemi sociali e del lavoro, il servizio nazionale di pastorale giovanile, la Caritas italiana e i rappresentanti delle diocesi del sud per riflettere sulla disoccupazione giovanile. Da quel primo incontro prese le mosse il “Progetto Policoro”, nella convinzione che “il Paese non crescerà se non insieme”. Nata per i giovani del sud,  l’iniziativa della Chiesa italiana si è estesa a tutte le regioni.

Ad oggi ha promosso la nascita di circa 600 esperienze lavorative (cooperative, consorzi, imprese) che danno lavoro a circa 8mila giovani.

In Toscana il “Progetto Policoro” è stato rilanciato dopo l’esperienza della prima settimana sociale dei cattolici toscani, celebrata a Pistoia nel maggio 2012. Da quell’incontro è scaturita la “Agenda di speranza per il futuro della Toscana” tra i cui impegni c’è anche quello di “aiutare l’uomo del nostro tempo a trovare il valore del lavoro e la responsabilità del proprio lavoro”.

A Grosseto Nella nostra diocesi l’idea di sperimentare il “Progetto Policoro” è maturata in modo forte negli ultimi mesi, grazie all’impulso del vescovo Rodolfo e all’impegno dell’ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro. La convinzione è che compito della Chiesa, in questo tempo di crisi, sia duplice: riaffermare il valore del lavoro e nel contempo promuovere una cultura nuova intorno ad esso, fatta di fiducia, di relazioni, di legalità, di responsabilità, affinché accanto al servizio quotidiano per fronteggiare vecchie e  nuove povertà, si radichi anche un impegno forte a inventare nuove forme di solidarietà e di vicinanza operosa soprattutto verso i giovani, sballottati fra il desiderio di costruirsi un futuro dignitoso  e la sensazione di essere soli in questo percorso.

Come funzionerà il progetto?

Il metodo del “Progetto Policoro” è quello del lavoro fatto insieme, attraverso la costruzione di una filiera di realtà e associazioni, che vede la collaborazione tra la pastorale sociale e del lavoro, la Caritas, la pastorale giovanile e alcune realtà istituzionali: Confcooperative, Coldiretti, Cisl, Acli, Credito cooperativo con i quali anche a livello nazionale esistono già protocolli d’intesa.

La figura centrale sarà quella dell’animatore di comunità, che la diocesi di Grosseto ha individuato in Alessandro Corina, un giovane di 26 anni, imprenditore di se stesso (è un interior designer), che si farà compagno di strada di quei suoi coetanei (una sorta di accompagnamento alla pari), che hanno un’idea imprenditoriale valida e desiderano concretizzarla.

Il suo servizio durerà tre anni. Sarà suo compito collaborare con gli uffici diocesani interessati dal progetto, curare le reti, per lavorare insieme con le associazioni presenti sul territorio e che aderiscono al progetto; scoprire e valorizzare le potenzialità dei giovani grossetani e delle risorse del territorio; garantire questo servizio di animazione all’interno di scuole, parrocchie, associazioni e gruppi ecclesiali giovanili sui temi del lavoro e dell’imprenditorialità.

L’obiettivo finale, infatti, è di individuare i disoccupati che mostrino uno slancio imprenditoriale, metterli in relazione con le realtà associative aderenti al progetto, perché vi sia una corale assunzione di responsabilità da parte della comunità nel promuovere il lavoro e gli aspiranti imprenditori non siano solo consigliati, ma accompagnati.

Scopo del progetto, infatti, non è dare lavoro, ma aiutare a trovare una strada.

Altra figura del progetto è il tutor, nella persona di Aldo Turacchi, dipendente pubblico e componente dell’ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro.

Il desiderio è di innestare nella vita dei giovani e di coloro che sono in cerca di lavoro un processo virtuoso che, partendo dall’annuncio del Vangelo, lo fa diventare nuova cultura, cioè nuovo modo di approcciarsi al tema del lavoro, con speranza e fiducia nei propri mezzi e nel contesto in cui si vive, perché buone intuizioni mettano gambe e diventino esperienze positive.

A Grosseto la segreteria del “Progetto Policoro” si trova in corso Carducci 11 (palazzo vescovile). E’ possibile contattare via email l’animatore di comunità e tutti gli altri collaboratori del progetto scrivendo a diocesi.grosseto@progettopolicoro.it.