Toscana

Legambiente: «ecomafia», anche in Toscana il business della criminalità organizzata non conosce recessione

2.524 infrazioni accertate, il 15,4% in più rispetto al 2011, 1.989 persone denunciate, 2 persone arrestate, 596 sequestri effettuati. La Toscana (6°) perde una posizione rispetto allo scorso anno e sale, in negativo, nella classifica nazionale dell’illegalità ambientale, figurando tra le regioni maggiormente colpite dalla criminalità ambientale, dopo le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa ed il Lazio.  E’ questa, in estrema sintesi, la fotografia dell’ecomafia nella nostra regione, che emerge dai dati ufficiali forniti dalle forze dell’ordine ed elaborati da Legambiente.

La chiamano «delocalizzazione» e in Toscana è diventata triste realtà, soprattutto nel ciclo del cemento. Un settore nel quale la Toscana si conferma stabile nel 2012, col suo 6° posto nazionale, con 474 infrazioni accertate (il 7,5% sul totale), 622 persone denunciate e 90 sequestri effettuati.

Migliora di poco, ma resta un settore assai dolente quello dei Rifiuti (7°posto) dove anche in Toscana ha raggiunto, nel 2012, cifre preoccupanti con 279 reati accertati, il 5,6% sul totale nazionale, 400 le persone denunciate, una persona arrestata e 115 i sequestri effettuati. È Firenze la provincia con il numero più alto (74 infrazioni accertate), seguita da Siena (53), da Livorno (51), e Arezzo (29).

Aumentano in maniera significativa le infrazioni contro glianimali e la fauna selvatica in Toscana, che si piazza al 6° posto della classifica, con numeri davvero preoccupanti: 568 infrazioni accertate con una percentuale sul totale del 7,1%, 419 denunce, 146 sequestri e 1 persona arrestata.

Altro anno intenso per le forze dell’ordine, in particolare per il Comando dei Carabinieri, per le cosiddette archeomafie alle prese con i tanti reati commessi ai danni del nostro immenso patrimonio storico-culturale. La nostra Regione rimane stabile al 4° posto, con 90 furti per una percentuale sul totale dei reati nazionali accertati del 8,8%.

«Facendo il punto sugli ultimi vent’anni di ecomafia, appare innegabile come il modo migliore per contrastare lo straordinario assalto all’ambiente, alla salute dei cittadini e all’economia sana, sia quello di realizzare politiche virtuose in ciascun settore – dichiarano Fausto Ferruzza (Presidente di Legambiente Toscana) e Antonio Pergolizzi (Coordinatore dell’Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente) –. Senza di queste non si esce dall’emergenza».

«Gli elementi che si associano nel tempo – dichiara don Andrea Bigalli, coordinatore regionale di Libera -, concorrono a definire il quadro di una crescente infiltrazione mafiosa, che non può non trovare riscontro sul piano degli affari possibili speculando sull’ambiente, e quindi, sulla salute ed il benessere di tutti noi».