Toscana

MAFIA, FOND.CAPONNETTO: IN TOSCANA RUSSI E ROMENI IN ASCESA

In Toscana, oltre a Cosa Nostra, Camorra e ‘Ndrangheta, c’é anche la mafia russa che investe nel settore alberghiero, quella cinese che controlla le attività economiche dei connazionali, quella albanese dedita a rapine, traffico di droga e sfruttamento della prostituzione e quella romena, in espansione, con interessi nel traffico di clandestini e badanti. E’ questo, in sintesi, il quadro che emerge dal Rapporto 2007 della Fondazione Antonino Caponetto presentato stamani. Nella relazione si evidenzia che è in espansione la presenza della mafia russa. Le zone a maggior rischio sono Forte dei Marmi, l’Isola d’Elba, Montecatini e Firenze. Una presenza significativa è quella della mafia cinese presente a Prato, Empoli, Firenze e nella zona tra Pisa e il capoluogo toscano, con interessi nel racket, narcotraffico, sfruttamento dei clandestini, gioco d’azzardo e prostituzione. A preoccupare sono poi anche i gruppi organizzati di mafia albanese con una presenza considerata ‘stabilizzata’. In crescita la mafia romena che gestisce diverse forme di racket, l’elemosina con l’utilizzo degli invalidi, e la prostituzione minorile. In Toscana, è scritto nel rapporto, sono presenti anche altre mafie straniere con criminali provenienti da Bulgaria, Nigeria, Tunisia e Marocco. Per quanto riguarda le forme di criminalità italiane, la Fondazione ha ribadito l’esistenza di gruppi mafiosi in Toscana e ha ricordato che, recentemente, è stata segnalata la presenza di Cosa Nostra in società aggiudicatrici di appalti e subappalti relativi alla variante di valico. Per quanto riguarda la ‘Ndrangheta, il rapporto sottolinea che essa e’ presente in Toscana da diverso tempo, è molto attiva nel settore degli appalti pubblici e privati e controlla numerosi locali notturni in accordo con le mafie dell’Est Europa. La presenza della ‘Ndrangheta e’ stata riscontrata a Campi Bisenzio, Prato e nel pistoiese. “E’ poi altamente probabile – è stato spiegato – che esista almeno una cellula stabile (‘ndrina) sul territorio toscano”. Nella relazione sono presenti anche due ‘focus’, uno sull’Isola D’Elba, l’altro su Campi Bisenzio (Firenze). Ricordando gli ultimi fatti di cronaca a Portoferraio e Capoliveri, la Fondazione considera l’isola a elevato rischio di illegalità. Su Campi l’attenzione è stata posta sul presunto cartello di ditte per l’aggiudicazione delle gare d’appalto e sulla presenza di organizzazioni mafiose calabresi e siciliane nei discorsi intercettati dei tecnici coinvolti nell’inchiesta. “Al momento – dice il rapporto – la presenza della mafia in ‘appaltopoli’ non è stata riscontrata, nei night club sì”. “La Toscana – ha ribadito Salvatore Calleri, Presidente della Fondazione Caponnetto – non è terra di mafia, ma la mafia c’é. Non dobbiamo abbassare la guardia”. L’ultima parte dell’analisi pone l’accento sulla ‘criminalità di strada’ in alcune zone di Firenze interessate da fenomeni di scippi, spaccio e rapine (ad esempio Cascine, Lungarno Colombo, mercato San Lorenzo, via Nazionale, viale Redi, Santa Croce, Santo Spirito e stazione di Santa Maria Novella). Pizzo, servizi d’ordine dei locali e spaccio sono i tre cosiddetti ‘rischi diffusi’ per la città. Infine, una delle forme di illegalità presente, ma che resta sommersa, è quella delle tangenti, anche del 10-30%, che vengono pagate dalle ditte agli amministratori di condominio per la concessione di lavori. (ANSA).