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MEDIO ORIENTE, ANCORA SCONTRI TRA FATAH E HAMAS, SALE BILANCIO VITTIME

Oscillano tra i 27 e i 30 – il bilancio più alto è quello del quotidiano israeliano Haaretz – le vittime provocate negli ultimi quattro giorni dagli scontri armati fra le fazioni opposte di al-Fatah e Hamas, mentre la polizia israeliana ha elevato lo stato d’allerta a causa dell’attentato dinamitardo avvenuto questa mattina a Eilat, sul Mar Rosso. Combattimenti sono avvenuti nella notte a Gaza City e a Khan Younis, dove sono stati uccisi tre palestinesi; a Beit Hanoun, nel nord della Striscia, militanti di Hamas hanno attaccato un edificio sequestrando un miliziano di Fatah e uccidendo il figlio di 11 anni e un altro abitante del palazzo. I feriti sarebbero oltre un centinaio, mentre a Gaza fonti di stampa internazionali segnalano che scuole e negozi restano chiusi con una massiccia presenza di posti di blocco militari.

La violenza non ha risparmiato la Cisgiordania: le Brigate dei Martiri di al-Aqsa, vicine al Fatah, hanno rivendicato il rapimento di dieci membri di Hamas e di un responsabile di un movimento islamico a Nablus, dove sono stati assaltati gli uffici del ministero dell’Istruzione. Ieri sia Hamas che Fatah avevano accettato in linea di principio la proposta dell’Arabia Saudita di convocare un incontro di pacificazione alla Mecca, ma non è ancora chiaro se e quando si terrà la riunione. Anche l’Egitto ha lanciato un’iniziativa per tentare di fermare le violenze, come riporta oggi l’agenzia palestinese Maan.Misna