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MEDIO ORIENTE, CUSTODE TERRA SANTA: FASE DELICATA, NON MANCHI IL DIALOGO

“Il Medio Oriente a un bivio? Non ne sono sicuro, qui ci sono stati spesso ‘momenti di svolta’. Diciamo che siamo a un punto molto delicato di questo processo e dobbiamo guardare con attenzione a cosa accadrà”: è prudente padre Pierbattista Pizzaballa, 40 anni, responsabile della Custodia Francescana di Terra Santa. Non si sbilancia ma da attento osservatore della realtà medio-orientale individua alcuni punti critici in entrambi gli schieramenti: palestinesi e israeliani – dice alla MISNA da Gerusalemme – “stanno attraversando una specie di fase tattica”.

I palestinesi: “Il 25 gennaio affronteranno le prime elezioni dai tempi di Yasser Arafat, destinate a cambiare il quadro dei dirigenti della Palestina”. osserva. Gli israeliani: “Ancora una volta quando si è vicini a un passaggio importante accade qualcosa”, riflette padre Pizzaballa. E si capisce a cosa si riferisce: Yztak Rabin ucciso nel 1994 mentre guidava il Paese sulla via del dialogo; Ariel Sharon – al di là della profonda differenza con il suo predecessore – fermato dalla malattia dopo aver preso decisioni come il ritiro unilaterale dalla Striscia di Gaza. “Sharon è una figura controversa e non voglio entrare nel merito” puntualizza il Custode di Terra Santa. Che però osserva: “Prendo atto che lo Sharon dell’ultimo periodo ha dimostrato il coraggio di decisioni tali da spaccare il Paese, dal ritiro da Gaza alla creazione di un nuovo partito. Sono elementi che creano novità e anche una certa effervescenza”.

Di effervescenza ce n’è fin troppa anche sul fronte palestinese, dove la confusa battaglia per il controllo del potere “è sfociata nella violenza. Hamas – dice ancora alla MISNA padre Pizzaballa – non è solo un movimento con una rete estremamente radicata al territorio: oltre alla liberazione da Israele chiede anche l’islamizzazione della società. Questo è un fatto diverso, certamente nuovo rispetto agli altri soggetti politici palestinesi”. Gli ultimi sondaggi di ieri dicono che la distanza tra Hamas e al-Fatah del presidente Abu Mazen si è ulteriormente ridotta. “Dopo molti anni le legislative porteranno comunque a un rinnovamento della classe dirigente: è una fase delicata, bisognerà vedere quale quota avranno i partiti nuovi. Sono però preoccupato dal fatto che Hamas non è un movimento pacifico” argomenta il missionario francescano.

Eppure sia tra gli israeliani che tra i palestinesi si possono contare su movimenti ben diversi, che lavorano all’interno della società civile per favorire i processi di pace: gruppi pacifisti, associazioni delle vittime israeliane e palestinesi, organizzazioni impegnati per la difesa dei diritti umani. “Esistono molte realtà che lavorano per il dialogo e il superamento della barriere. Ma bisogna ammettere che sono gruppi isolati: gran parte della popolazione, sia in Israele che in Palestina, deve fare i conti con le difficoltà di tutti i giorni, comprese e soprattutto quelle economiche”. Per padre Pizzaballa, l’incontro tra i due popoli “è un fattore culturale, ci vogliono tempo e un grande sforzo educativo prima che diventi coscienza condivisa: la gente comune ne è ancora lontana”.

Anche perché alcune barriere non sono solo culturali: la ‘Grande Muraglia’ tra Israele e Cisgiordania è un mostro di cemento che serpeggia dentro e fuori i Territori palestinesi. “E soprattutto non sembra che nessuno sia intenzionato ad abbatterlo per ora. La questione del muro dovrà essere affrontata dai nuovi governanti, chiamati a valutare le enormi difficoltà che il muro ha provocato all’interno della società palestinese” risponde netto il responsabile della Custodia francescana, che parla ebraico moderno e vive in Terra Santa da oltre dieci anni. “Quando si entra a Betlemme, di fronte alla barriera uno resta lacerato: è una spina che trafigge il cuore”. Eppure lo slancio positivo non deve venire meno, insiste padre Pizzaballa: “Non voglio essere retorico, ma bisogna ancora cercare motivi per far proseguire il dialogo di pace con gesti significativi di fiducia reciproca. Anche se il muro rappresenta un’oggettiva difficoltà”. (di Emiliano Bos) Misna

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