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MEDIO ORIENTE, GAZA: RAPITI E LIBERATI DIPENDENTI ONU, TENSIONI A VIGILIA RITIRO COLONIE

Sono stati liberati dalle forze di sicurezza dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) i due operatori dell’Agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), rapiti stamani nei pressi del campo profughi di Khan Yunis, nel nord della Striscia di Gaza. I due – Steven Karl, svizzero, e Chrstine Blunt, britannica – erano stati prelevati mentre viaggiavano a bordo di un’auto con le insegne delle Nazioni Unite da uomini armati, che sembrerebbero legati ad al-Fatah, la principale fazione palestinese. L’Anp ha poi espresso le proprie scuse in un comunicato, garantendo che si impegnerà a garantire l’incolumità degli operatori stranieri nella zona, dopo che altri espatriati sono rimasti coinvolti in fatti simili nei giorni scorsi. Nella striscia di Gaza la tensione resta alta a nove giorni dall’inizio delle operazione di sgombero unilaterale degli insediamenti ebraici.

Malgrado le violente proteste organizzate dalla destra religiosa e dai coloni ultra-ortodossi, il 60% di chi vive negli insediamenti (oltre un migliaio di famiglie su circa 1.700) avrebbe già presentato richiesta per la compensazione economica necessaria a cercare un nuovo alloggio, dimostrando così la disponibilità a lasciare le colonie. Le polemiche hanno colpito anche il governo: ieri il ministro delle Finanze Benjamin Nethanyahu – ex-primo ministro e considerato uno dei ‘falchi’ del Likud di Sharon – si è dimesso in segno di protesta contro il ritiro da Gaza e da 4 colonie della Cisgiordania. Stamani il premier ha immediatamente affidato la responsabilità delle Finanze al vicepremier Ehud Olmert Il blocco del processo di pace – di fatto interrotto da mesi, con la ‘road map’ della comunità internazionale totalmente disattesa – sta comunque provocando gravi ripercussioni sull’economia di Israele: l’ente per la Previdenza sociale ha reso noto oggi che per il sesto anno consecutivo (di cui 4 che coincidono con la seconda ‘Intifada’ – cioè ‘Resistenza’ – palestinese, iniziata nel 2000), sono aumentate le famiglie israeliane in povertà: nel 2004 questa condizione riguarda il 20% della popolazione, pari a circa 1,5 milioni di israeliani, di cui 700.000 bambini. Misna