Toscana

MEETING SAN ROSSORE, STRADA: SANITA’ DI ALTO LIVELLO, PUBBLICA E GRATUITA PER TUTTI

“La sanità deve essere di alto livello, pubblica, e gratuita. Su questo, secondo me, c’è poco da discutere. E , invece, c’è molto da fare”. Gino Strada, fondatore di Emergency ha affidato alle ultime parole dell’intervento il compito di sintetizzare con chiarezza la sua posizione sul tema del meeting, Salute: diritto universale. “Che cosa abbiamo in comune tutti noi qui presenti – si è chiesto – se non il fatto che prima o poi avremo bisogno di essere curati? E allora, se ne abbiamo bisogno tutti, perché la sanità non deve essere pubblica, di alto livello e gratuita?”.

Per Strada non dobbiamo rincorrere il ‘mito del privato’, oggi usato in contrapposizione al pubblico, quasi a identificare un progresso: “Lo sviluppo del privato ha sempre due conseguenze: toglie risorse alla sanità pubblica spostandole verso il profitto e la impoverisce”. Strada ha citato il ‘modello’ americano (“Nello stato più ricco del mondo ci sono 47 milioni di persone che non hanno diritto a essere curate”), ma ha anche ricordato l’esperienza dei Paesi poveri, feriti dalla guerra, quelli dove opera Emergency: “Nel nostro lavoro in tanti Paesi in guerra troviamo sistemi sanitari spesso ridotti in brandelli dalla guerra, ma sempre con la stessa caratteristica: sono sistemi privati”. Non a caso la nuova sfida di Emergency è la creazione di un centro di chirurgia cardiaca in Sudan (sarà pronto nel giugno 2006, anche con il contributo della Regione Toscana): “In un’area enorme che include il Sudan e i nove paesi confinanti non esiste nemmeno un centro di cardiochirugia gratuito. Ma i cittadini di quei Paesi non hanno gli stessi nostri diritti?”

Strada ha citato più volte la dichiarazione dei diritti dell’uomo. “Tutti gli esseri umani sono liberi e uguali in dignità e in diritti”. Parole, da trasformare in pratiche. In fondo è questo che ha cercato di fare Emergency dal 1994 a oggi nei tanti Paesi in guerra, dalla Sierra Leone alla Cambogia, dall’Afganistan all’Iraq. “In dieci anni – ricorda – abbiamo curato quasi 1 milione 400mila persone”. Un cammino nel quale Emergency ha allargato il raggio delle sue risposte: accanto agli ospedali per l’assistenza medica e chirurgica di alta qualità nelle zone di guerra, i posti di pronto soccorso (ne sono stati costruiti 51), la realizzazione di centri di riabilitazione e di integrazione sociale per continuare ad aiutare le persone ferite, e anche di centri di maternità e pediatria. Iniziative pensate e realizzare per far sì che le persone di quei Paesi possano avere uno standard di cure di qualità, e totalmente gratuite.”Quando andiamo in un Paese povero e in guerra, dobbiamo intervenire con lo stesso standard di cure dovuto a noi stessi, perché quelle persone sono uguali a noi. Se un’organizzazione umanitaria vuol intervenire nel terzo mondo pensando di dare un aiuto con servizi da terzo mondo è meglio che resti a casa!”. Ecco dunque il senso completo dell’azione di Emergency: “Dal rispondere ai bisogni urgenti fino alla condivisione dei diritti umani”. Tra questi, prima di tutto, il diritto a un mondo di pace. Strada ha mostrato l’escalation di conflitti dell’ultimo secolo: nella prima guerra mondiale, il 15 per cento delle vittime erano civili, nella seconda la percentuale passò al 60, oggi siamo al 90 per cento, un terzo di questi sono bambini. “Non c’è giustificazione etica, storia, politica per nessuna di queste guerre” – ha detto – E’ il momento di riprendere una frase di Albert Einstein troppo spesso dimenticata: “La guerra non si può umanizzare. Si può soltanto abolire”. (cs-mo)

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