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MYANMAR: IL PARLAMENTO UE SOSTIENE I MANIFESTANTI NELLA EX BIRMANIA. SEGRETARIO ONU INVIA SUO RAPPRENTANTE

Il Parlamento europeo “plaude alla coraggiosa azione dei monaci birmani e di decine di migliaia di altri manifestanti pacifici contro il regime antidemocratico e repressivo al potere nel Myanmar”. È uno dei punti-cardine della risoluzione che l’Assemblea Ue ha approvato oggi ad amplissima maggioranza, presentata in maniera congiunta da quasi tutti i gruppi politici presenti a Strasburgo. La situazione in Birmania è stata discussa ieri in emiciclo ed è stata oggetto in questi giorni di interventi diretti dello stesso presidente dell’Europarlamento, Hans-Gert Poettering, di una dichiarazione congiunta Ue-Stati Uniti e di una della presidenza di turno portoghese, in cui si annuncia il rafforzamento del “proprio regime attuale di sanzioni” in risposta alle violenze esercitate dalla polizia di Yangon. Nel testo votato in Parlamento si chiede di “rilasciare immediatamente la signora Aung San Suu Kyi”, leader dell’opposizione e premio Nobel per la pace, “e di accordarle la piena libertà di movimento e di espressione”. Si intima lo stop immediato di ogni violenza e si chiede l’intervento delle Nazioni Unite per “avviare un’azione al fine di agevolare la riconciliazione nazionale e una transizione alla democrazia in tale paese”. Il Segretario Generale Ban Ki-moon ha deciso di inviare in Myanmar Ibrahim Gambari, suo inviato Speciale per la regione, chiedendo inoltre alle autorità del Paese asiatico di “modulare in modo appropriato la propria risposta all’ondata di proteste pacifiche in corso”. Riferendosi ai resoconti sull’uso della forza nella repressione, Ban ha osservato che “la repressione violenta ha il solo effetto di minare le prospettive di pace, stabilità e prosperità nella regione”. Il Segretario Generale – che in margine ai lavori dell’Assemblea Generale si è incontrato con il Ministro degli esteri birmano Nyan Win – ha chiesto alla dirigenza del Paese di cooperare pienamente con Ibrahim Gambari, “per approfittare della disponibilità dell’Onu a prestare assistenza al processo di riconciliazione nazionale attraverso il dialogo.” Anche l’Alto Commissario Onu per i diritti umani, Louise Arbour, ha espresso la propria “preoccupazione” per la situazione dei dimostranti, e ha fatto appello alle autorità birmane affinché “permettano l’espressione pacifica del dissenso nel Paese e si conformino, nella loro risposta, ai principi del diritto internazionale, che proibisce il ricorso all’uso eccessivo della forza e a tutte le forme di detenzione arbitraria”. Louise Arbour ha anche espresso preoccupazione per quanti sono stati arrestati, in particolare per la situazione del leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi.Sir