Toscana

Nasce a Pisa Centro regionale contro infertilità maschile

Il Centro affronterà in maniera sistematica e multidisciplinare il problema dell’infertilità maschile, sotto il profilo sia della prevenzione che delle terapie. Negli ultimi anni in Italia la prevenzione e la diagnosi precoce in ambito andrologico si sono molto ridotte, e questo ha favorito l’aumento di patologie altrimenti semplici da gestire, se diagnosticate precocemente. Ciò è accaduto in particolare dopo la scomparsa della visita di leva, che di fatto ha eliminato l’unica forma di screening su vasta scala delle maggiori patologie andrologiche della popolazione giovanile. Questo ha comportato un aumento di malattie andrologiche non diagnosticate, che rimangono tali fino all’età adulta, quando frequentemente diventano incurabili, o, se una cura esiste, questa è complessa per il paziente e costosa per il servizio sanitario. L’infertilità interessa più del 10% della popolazione maschile, con una prevalenza crescente, fino a farla considerare dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) una malattia sociale.

Secondo l’Istat, in Italia il 20% delle coppie in età fertile ha problemi a ottenere una gravidanza: nel 50% delle coppie la causa dell’infertilità e maschile, e in un altro 40% è presente una concausa maschile. Molte delle patologie che causano l’infertilità maschile sono presenti fin dall’età pediatrica o comunque dalla pubertà, ma vengono diagnosticate tardivamente. Il Centro regionale è lo strumento per promuovere la realizzazione di un approccio integrato alla salvaguardia e alla cura della salute riproduttiva dell’uomo all’interno delle strutture sanitarie regionali. In base alla presenza delle competenze necessarie per realizzare al meglio gli obiettivi stabiliti, è stata individuata come sede del Centro l’unità operativa di andrologia dell’azienda ospedaliero universitaria pisana. Compiti del Centro, coordinare e garantire efficace collaborazione e costante confronto tra i diversi servizi coinvolti nella prevenzione e cura dell’infertilità maschile e del deficit erettivo; e migliorare la comunicazione nei confronti della popolazione, soprattutto quella giovanile, per una corretta percezione del rischio e l’adozione di comportamenti corretti per la prevenzione dell’infertilità.