Toscana
Nasce il supercomprensorio per gli appassionati di sci
Le tre località sulle cui piste si sono formati personaggi storici dello sci italiano come Zeno Colò e Alberto Tomba si trovano su due versanti diversi. Ma in linea d’aria sono relativamente vicine, nel cuore dell’Appennino ToscoEmiliano, al confine fra le due regioni e con vette che sfiorano i 2000 metri di altezza. Ognuna è un piccolo paradiso per gli sciatori e per gli amanti del trekking o della mountain bike nel periodo estivo. Ogni singola stazione è oggi una realtà a sé. Dall’unione nascerà il più grande circuito sciistico dell’Appennino.
Un bacino, appunto, che potrà fare concorrenza alle più importanti stazioni alpine potendo disporre di ben 78 piste, più altre 8 per lo sci di fondo, per un totale di 155 chilometri complessivi, di 55 impianti di risalita per una portata di 54.220 persone/ora. E ancora di 12 rifugi sulle piste, 4 snow park, 2 palaghiaccio, 10 scuole di sci con 179 maestri. Fra le strutture sportive del nuovo supercomprensorio vanno compresi anche 5 maneggi, 5 piscine, 7 palestre e una pista per le corse di auto su ghiaccio.
Nel nuovo supercomprensorio si potranno praticare anche altre attività sportive: mountain bike, escursionismo, deltaplano, parapendio, orienteering, canoa e pesca sportiva. Da ricordare ancora tre grandi parchi: le riserve di Campolino, Abetone e Acquerino sull’AbetoneMontagna Pistoiese, il Parco Regionale dell’Alto Appennino Modenese e il Parco Regionale del Corno alle Scale nel bolognese.
Le primissime azioni riguarderanno la riqualificazione dell’offerta esistente: ecco allora l’assistenza alle imprese per ottenere la certificazione di qualità, l’organizzazione di corsi di aggiornamento per gli operatori (albergatori, maestri di sci, gestori di impianti e guide) e l’avvio di progetti promozionali e di marketing per il rilancio dell’area. L’obiettivo finale è quello di rilanciare tutto il turismo dell’Appennino, individuando anche nuove nicchie di interesse e stimoli che risultino vincenti nei confronti del turisti e degli sportivi. E visto che gli appassionati del trekking e delle escursioni a cavallo aumentano di stagione in stagione nei parchi e nelle riserve dell’Emilia Romagna, nel progetto non poteva mancare il completamento della rete di sentieri. E si è pensato anche a un altro segmento turistico sempre più numeroso nell’Appennino: quello dei cicloturisti e delle mountain bike. Per loro arriveranno nuovi impianti di risalita, provvisti del gancio per la bike, da utilizzare in estate per salire in vetta e poi ridiscendere.
«L’unione fa la forza commenta l’assessore al turismo della Regione Toscana Susanna Cenni ma in questo caso non si tratta semplicemente di un luogo comune: corrisponde invece a una realtà di fatto che vogliamo sperimentare sul campo. Grazie a questo progetto tra le due regioni potremo costruire una sinergia tra stazioni sciistiche vicine con il risultato di offrire agli appassionati di neve una gamma vasta e diversificata di opzioni; in questo modo salirà senza dubbio il potenziale attrattivo dell’area, e mi auguro, si incrementeranno le presenze».
Quindi, i caschi sicuri esistono, sono regolarmente in commercio e sono facilmente identificabili facilmente poiché devono essere marcati con l’indicazione En 1077 oltre che con la sigla Ce». È da sottolineare che, poiché il regolamento approvato dal Consiglio Regionale della Lombardia che introduce da subito l’obbligo del casco fa riferimento alle specifiche tecniche di cui alla Legge 363/2003, anche sulle Alpi Centrali, per la sua reale applicazione bisognerà aspettare la pubblicazione del decreto del Ministero della Salute. La norma tecnica UNI EN 1077 stabilisce quali devono essere i requisiti di costruzione ed i corrispondenti metodi di prova dei caschi da sci; dall’ampiezza del campo visivo all’estensione minima della zona cranica che deve essere coperta; dalla larghezza del sottogola alla capacità di assorbimento degli urti (la prova prevede un impatto alla velocità di 20 km/h); dalla resistenza alla penetrazione da parte di corpi appuntiti alla capacità del casco di non sfilarsi con l’urto.