Toscana

Nasce il supercomprensorio per gli appassionati di sci

di Simone PitossiLe grandi stazioni sciistiche del nord Italia possono iniziare a tremare. È in arrivo un grande comprensorio sciistico, il più grande comprensorio sciistico del Mediterraneo. Ben 155 chilometri di piste battute, sciabili con un unico skipass e collegate fra loro. E nasce dall’accordo tra Toscana e Emilia Romagna. Con un progetto da oltre 4 milioni di euro saranno infatti messi in comunicazione i tre comprensori attualmente più importanti delle due regioni: l’Abetone in provincia di Pistoia il Cimone in provincia di Modena, il Corno alle Scale in provincia di Bologna.

Le tre località – sulle cui piste si sono formati personaggi storici dello sci italiano come Zeno Colò e Alberto Tomba – si trovano su due versanti diversi. Ma in linea d’aria sono relativamente vicine, nel cuore dell’Appennino Tosco–Emiliano, al confine fra le due regioni e con vette che sfiorano i 2000 metri di altezza. Ognuna è un piccolo paradiso per gli sciatori e per gli amanti del trekking o della mountain bike nel periodo estivo. Ogni singola stazione è oggi una realtà a sé. Dall’unione nascerà il più grande circuito sciistico dell’Appennino.

Un bacino, appunto, che potrà fare concorrenza alle più importanti stazioni alpine potendo disporre di ben 78 piste, più altre 8 per lo sci di fondo, per un totale di 155 chilometri complessivi, di 55 impianti di risalita per una portata di 54.220 persone/ora. E ancora di 12 rifugi sulle piste, 4 snow park, 2 palaghiaccio, 10 scuole di sci con 179 maestri. Fra le strutture sportive del nuovo supercomprensorio vanno compresi anche 5 maneggi, 5 piscine, 7 palestre e una pista per le corse di auto su ghiaccio.

Nel nuovo supercomprensorio si potranno praticare anche altre attività sportive: mountain bike, escursionismo, deltaplano, parapendio, orienteering, canoa e pesca sportiva. Da ricordare ancora tre grandi parchi: le riserve di Campolino, Abetone e Acquerino sull’Abetone–Montagna Pistoiese, il Parco Regionale dell’Alto Appennino Modenese e il Parco Regionale del Corno alle Scale nel bolognese.

I 155 chilometri di piste sono così suddivisi: 50 nella zona del Cimone, 41 all’Abetone e 40 al Corno alle Scale. Vanno ricordati 24 seggiovie (11 Cimone, 9 Abetone, 4 Corno), 2 funivie (una al Cimone e una all’Abetone), 28 skilift (12 sul Cimone, 11 all’Abetone e 5 al Corno). E inoltre piste da snowboard, fondo, illuminazione per sciare in notturna, un grande stadio dello slalom (al Corno), due palaghiaccio. Per la realizzazione del comprensorio sciistico sono previsti interventi per circa 4,5 milioni di euro. Di questi, 3,2 a carico della Regione Toscana e 1,3 a carico della Regione Emilia Romagna. Nei prossimi tre anni verranno realizzati interventi strutturali, infrastrutturali e di riqualificazione dell’offerta turistica. Verrà realizzato anche uno studio di fattibilità e di primo intervento per collegare le varie aree sciistiche dei due versanti. Il tutto tenendo presente i principi dello sviluppo sostenibile e quindi senza stravolgimenti dal punto di vista ambientale.

Le primissime azioni riguarderanno la riqualificazione dell’offerta esistente: ecco allora l’assistenza alle imprese per ottenere la certificazione di qualità, l’organizzazione di corsi di aggiornamento per gli operatori (albergatori, maestri di sci, gestori di impianti e guide) e l’avvio di progetti promozionali e di marketing per il rilancio dell’area. L’obiettivo finale è quello di rilanciare tutto il turismo dell’Appennino, individuando anche nuove nicchie di interesse e stimoli che risultino vincenti nei confronti del turisti e degli sportivi. E visto che gli appassionati del trekking e delle escursioni a cavallo aumentano di stagione in stagione nei parchi e nelle riserve dell’Emilia Romagna, nel progetto non poteva mancare il completamento della rete di sentieri. E si è pensato anche a un altro segmento turistico sempre più numeroso nell’Appennino: quello dei cicloturisti e delle mountain bike. Per loro arriveranno nuovi impianti di risalita, provvisti del gancio per la bike, da utilizzare in estate per salire in vetta e poi ridiscendere.

«L’unione fa la forza – commenta l’assessore al turismo della Regione Toscana Susanna Cenni – ma in questo caso non si tratta semplicemente di un luogo comune: corrisponde invece a una realtà di fatto che vogliamo sperimentare sul campo. Grazie a questo progetto tra le due regioni potremo costruire una sinergia tra stazioni sciistiche vicine con il risultato di offrire agli appassionati di neve una gamma vasta e diversificata di opzioni; in questo modo salirà senza dubbio il potenziale attrattivo dell’area, e mi auguro, si incrementeranno le presenze».

La scheda: le nuove regole per la sicurezzaLa sicurezza sulla neve ha fatto un nuovo, importante, passo avanti: Uni (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) ha pubblicato le norme che definiscono contenuti grafici, forme e dimensioni della segnaletica che dovrà essere installata ai bordi delle piste da sci. Si tratta di una tappa particolarmente importante tenuto conto che, recentemente, la conferenza Stato–Regioni ha approvato il Decreto che stabilisce la ripartizione di 5 milioni di Euro, tra i gestori delle varie stazioni sciistiche italiane, stanziati per la realizzazione d’impianti d’innevamento artificiale e, appunto, per mettere in sicurezza le piste. Nuovi cartelliI nuovi cartelli indicatori, così come accade per i segnali stradali, affinchè siano facilmente riconoscibili e per renderne più facile l’apprendimento e la memorizzazione, sono realizzati con colori, segni grafici e caratteri dei testi corrispondenti a specifici standard. Hanno forme e colori diversi a seconda che indichino informazioni turistiche o di servizio (sentiero invernale, pista da snowboard, pronto soccorso, ecc), pericoli (strettoia, incrocio, crepaccio, cannone spara neve, ecc.), divieti (camminare sulla pista da sci, usare la slitta o lo snowboard) e obblighi (per esempio, utilizzo del casco per gli under 14). La classificazione delle pisteLe piste da sci devono essere classificate in base al loro grado di difficoltà: blu, le piste facili (la loro pendenza non può superare il 25%); rosso, quelle di media difficoltà (pendenza fino al 40%); nero, le piste difficili (con pendenze superiori al 40%). «La corretta, chiara e visibile segnalazione dei pericoli e dei divieti, insieme con il comportamento responsabile e adeguato alle capacità sciistiche individuali – affermano ancora i dirigenti di Uni – è un fattore determinante per la sicurezza degli sciatori». L’obbligo del cascoPer quanto riguarda le caratteristiche dei caschi da sci che i ragazzi al di sotto dei 14 anni dovranno obbligatoriamente indossare, i Dirigenti dell’Uni informano che «il gruppo di lavoro tecnico del Ministero della Salute, al quale partecipiamo con nostri esperti, proprio nei giorni scorsi ha accettato la proposta di adottare le caratteristiche e i metodi di prova stabiliti dalla norma tecnica Uni en 1077 sui caschi per sci alpino e sta quindi mettendo a punto gli aspetti puramente legislativi necessari per emanare il decreto». «La norma Uni en 107 – precisano all’Uni – viene già utilizzata da tutti i produttori di caschi che commercializzano sul territorio dell’Unione Europea.

Quindi, i caschi sicuri esistono, sono regolarmente in commercio e sono facilmente identificabili facilmente poiché devono essere marcati con l’indicazione En 1077 oltre che con la sigla Ce». È da sottolineare che, poiché il regolamento approvato dal Consiglio Regionale della Lombardia – che introduce da subito l’obbligo del casco – fa riferimento alle specifiche tecniche di cui alla Legge 363/2003, anche sulle Alpi Centrali, per la sua reale applicazione bisognerà aspettare la pubblicazione del decreto del Ministero della Salute. La norma tecnica UNI EN 1077 stabilisce quali devono essere i requisiti di costruzione ed i corrispondenti metodi di prova dei caschi da sci; dall’ampiezza del campo visivo all’estensione minima della zona cranica che deve essere coperta; dalla larghezza del sottogola alla capacità di assorbimento degli urti (la prova prevede un impatto alla velocità di 20 km/h); dalla resistenza alla penetrazione da parte di corpi appuntiti alla capacità del casco di non sfilarsi con l’urto.

Abetone

Corno alle Scale

Il Cimone