Toscana

Nel 2013 tanti Comuni toscani al voto per elezioni e referendum su fusioni

Il 2013 non sarà soltanto l’anno del rinnovo del Governo e del Parlamento. Molti comuni toscani andranno, infatti, alle urne, tra referendum consultivi sulle fusioni ed elezioni per rinnovare giunta e consiglio. E si potrebbe proporre una sorte di «election day» in primavera.

Per quanto riguarda le elezioni i comuni interessati sono 16. Tre i capoluoghi di provincia: Massa, Pisa e Siena. Tra i comuni che superano la soglia dei 15 mila abitanti e che quindi voteranno con il doppio turno – oltre ai tre capoluoghi – ci sono anche Campi Bisenzio (Fi) e Viareggio.

Gli altri comuni – tutti al di sotto dei 15.000 abitanti – sono Capolona (AR), Impruneta e Marradi (FI), Monte Argentario, Semproniano e Gavorrano (GR), Montecatini in Val di Cecina e Santa Maria a Monte (PI), Poggio a Caiano (PO), Ponte Buggianese (PT) e Rio Marina (LI). Quest’ultimo però dovrebbe andare al referendum con altri 7 comuni elbani per la fusione in un comune unico, e quindi, in attesa dell’esito del referendum, potrebbe restare commissariato.

Qual è poi l’orientamento dei consigli comunali a rinnovo? Ben 11 sono i comuni con una maggioranza di centrosinistra, mentre 5 (Marradi, Monte Argentario, Semproniano, Rio Marina e Viareggio) sono guidati dal centrodestra.

Quattro sono i comuni commissariati che voteranno non per scadenza naturale del mandato ma per altri motivi: se Siena e Viareggio andranno al voto per le dimissioni dei rispettivi primi cittadini, Rio Marina ha visto, invece, le dimissioni dei consiglieri e a Gavorrano il sindaco è stato sfiduciato dalla sua maggioranza.

I sindaci non ricandidabili, perché già al loro secondo mandato, sono Marco Brogi di Capolona, Ida Beneforti di Impruneta, Gianni Bellini di Semproniano, David Turini di Santa Maria a Monte e Marco Martini di Poggio a Caiano. Una particolarità sulle elezioni: se venisse approvata la proposta di legge bipartisan in discussione ormai da più di un anno sulla rappresentanza di genere nei comuni tra i 5000 e i 15000 abitanti, questi sarebbero i primi comuni, in Toscana, ad andare al voto con l’istituzione della doppia preferenza di genere, per promuovere il riequilibrio della rappresentanza e dell’obbligo di avere, nelle liste, i due generi rappresentati nella misura di 1/3 e 2/3.

E ora veniamo a quelli che saranno chiamati a votare il referendum per la fusione. Il numero di questi comuni potrebbe salire a 16. I primi a parlare di fusione sono stati i comuni del Valdarno fiorentino Figline e Incisa, e adesso la Regione ha dato parere favorevole per la consultazione anche alle fusioni tra Castelfranco di Sopra e Pian di Scò nell’aretino, Vergemoli e Fabbriche di Vallico in provincia di Lucca e ad 8 comuni elbani, ovvero Marciana, Marciana Marina, Campo nell’Elba, Capoliveri, Portoferraio, Porto Azzurro, Rio nell’Elba e Rio Marina. Inoltre, in attesa di delibera per l’approvazione della consultazione, ci sono altri due comuni: Montemignaio e Castel San Niccolò, in provincia di Arezzo, che potrebbero aggiungersi agli altri per cui la Regione ha già deliberato.

L’iter per la fusione consiste nell’approvazione della proposta di legge regionale da parte della Giunta, cui farà seguito la consultazione e, in caso di esito favorevole alla fusione, sempre la Regione dovrà istituire, con una legge regionale, i nuovi comuni. Un cambiamento significativo per i comuni interessati e per l’intero sistema istituzionale toscano, già da tempo impegnato nella promozione delle iniziative, prime tra tutte Unioni e Gestioni associate, volte alla riorganizzazione e alla maggiore efficienza nell’erogazione dei servizi.

«Com’è emerso anche nel corso dell’ultima Assemblea annuale di ANCI, le fusioni iniziano a essere una prospettiva sempre più concreta» sostiene il sindaco di Figline Valdarno e Responsabile Unione di Comuni Anci Toscana Riccardo Nocentini. «Fino a pochi anni questo era fa era impensabile. La sfida delle fusioni è quella, in un momento di difficoltà, di scegliere la via della crescita mantenendo e migliorando i servizi e generando risparmi. Ma soprattutto la fusione tra due amministrazioni rappresenta un’opportunità per costruire una comunità nuova, fondata sulla partecipazione. Una partecipazione – conclude il sindaco – che peraltro trova la sua istituzionalizzazione attraverso il referendum e che, proprio per questo, non potrà che accompagnare la vita del nuovo comune tutti i giorni».