Toscana

Occupazione del futuro tra vecchi e nuovi lavori

di Ennio CicaliSono sempre meno i giovani che scelgono di fare il fornaio, quello che ha la bottega in proprio, fa orari disagiati – spesso lavora di notte – i pochi che ci si avvicinano lo fanno con prospettive a termine, appena possono cambiano. Eppure il guadagno non è male in confronto ad altri… Scuote la testa l’anziano fornaio ricordando i cinquant’anni e oltre passati a impastare il pane. Scompaiono i fornai, gli idraulici, i sarti. Colpa dei tempi, «manca un’adeguata formazione professionale» continua il nostro interlocutore, prima il mestiere si tramandava di padre in figlio oppure si insegnava a bottega. Oggi chi indirizza i giovani? Colpa della scuola o del mercato? Un mestiere che scompare, quello del fornaio? Una sorpresa la riserva il Sistema Excelsior 2002 dell’Unioncamere Toscana sulla domanda di lavoro e fabbisogni professionali delle imprese toscane. Infatti, una delle figure più richieste è quella degli addetti alle lavorazioni artigianali di pane e prodotti dolciari, appunto i fornai.Lavori vecchi e nuovi si intrecciano nel mercato del lavoro. I settori con la più alta percentuale di sviluppo che nei prossimi anni richiederanno l’inserimento di nuove figure professionali sono quelli dei servizi alle imprese e alle famiglie. Un assorbimento particolarmente elevato di personale è previsto per il commercio al dettaglio di prodotti alimentari, negli alberghi – ristoranti – servizi turistici, nel commercio al dettaglio di prodotti non alimentari e nella sanità – servizi sanitari (grazie alla componente legata ai servizi alle famiglie). Cambia il mercato del lavoro, ma il mutamento non è così drastico come si vuol far credere. Il settore dei servizi è il più interessato alle novità. Tra le figure professionali più richieste i programmatori informatici, gli specialisti in informatica, in scienze economiche o assimilati, in selezione o gestione del personale, agenti assicurativi, ma anche i farmacisti e gli ingegneri meccanici o elettronici. Una figura–chiave nell’economia di un’impresa è rappresentata dagli impiegati addetti alla contabilità o alla gestione del magazzino, tra i più gettonati. Parrucchieri, specialisti nelle cure di bellezza e assimilati primeggiano tra le professioni relative alle vendite e ai servizi alle famiglie. Seguono i baristi, i camerieri e operatori di mensa, cuochi e addetti alla preparazione di cibi. Tra le professioni più richieste quelle legate al turismo: animatori, guide e accompagnatori.Figure professionali più tradizionali quelle di cui hanno bisogno le imprese industriali. Particolarmente forte è la richiesta di muratori, di addetti e specializzati nei servizi di pulizia, di saldatori e tagliatori, di meccanici e riparatori di macchinari agricoli o industriali, di autoveicoli, di conciatori di pelli, di installatori di impianti elettrici e di elettricisti, di falegnami, ebanisti e costruttori di mobili. Si tratta per lo più di lavori in cui gioca un ruolo decisivo l’esperienza acquisita sul luogo di lavoro.

Il futuro è all’insegna del terziario avanzato, un settore che negli anni ha registrato un’alta percentuale di sviluppo con la creazione di nuove figure professionali. L’informatica si distingue per la capacità di creare nuovi posti di lavoro insieme a comunicazione e marketing, ricerca, ambiente e formazione. Le attività tradizionali non scompariranno, grazie all’informatica si adegueranno alle nuove tecnologie.

Vecchi e nuovi lavori offriranno concrete possibilità di occupazione. A una condizione: avere capacità, duttilità e voglia di guardare avanti. Molte imprese hanno bisogno di nuove figure professionali, con competenze precise, esperienza, ma soprattutto disponibilità ad aggiornarsi continuamente e adattarsi ai nuovi metodi di lavoro. Tecnologie e globalizzazione aprono, infatti, grandi prospettive di impiego e insieme cambiano radicalmente bisogni e modi di produrre. Tanto nelle imprese nate dalle tecnologie più spinte come in quelle tradizionali.

Mestieri d’Italia: più di 6 milaSono 6 mila 761 i mestieri riconosciuti in Italia, secondo un elenco del ministero del Welfare reso noto qualche tempo fa. La classificazione fornisce il ritratto di un’Italia del lavoro tra passato e futuro. I tempi cambiano, il mercato del lavoro si arricchisce di nuove figure. Nel lungo elenco convivono il vetturino e il disk jockey, i mestieri «informatici e telematici» si moltiplicano. Resistono invece i compiti più tradizionali, che sono nell’elenco non per pura formalità ma per facilitare l’incontro tra chi cerca e chi offre lavori, anche quelli che si credevano tramontati. Così accanto alla bambinaia e alla donna di servizio si possono trovare il «maestro di casa» e il «servitore». Accanto a loro l’esperto di informatica, ma anche quello del tempo libero e l’organizzatore di feste. Altrettanto importanti, in una società come l’attuale dove conta molto l’immagine, l’istruttore di galateo e quello di portamento.Il computer ha ormai soppiantato la macchina per scrivere ma ancora si possono trovare lo stenodattilografo, lo stenografo, lo stenotipista e, addirittura, l’addetto al ciclostile. L’alfabeto Morse è andato in pensione ma ancora resistono il telegrafista e l’allievo marconista. Tanti, tantissimi i mestieri legati alla produzione e all’industria, dal conduttore di macchinari al tessitore, dall’edp editor al progettista di software.