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PAKISTAN, ANCORA VIOLENZE PER BLASFEMIA; ASSALTATE DUE CHIESE

Una folla composta da alcune centinaia di musulmani inferociti ha assaltato e saccheggiato ieri due chiese di Sukkur, città della provincia meridionale del Sindh, ed è stata fermata dalla polizia pochi minuti prima di appiccare il fuoco agli edifici.

La violenza – secondo alcune fonti locali – è nata da un presunto caso di blasfemia: un ragazzo cristiano avrebbe gettato delle pagine del Corano in una pattumiera. In diverse occasioni la Chiesa cattolica locale, in accordo con le confessioni protestanti, ha definito le leggi sulla blasfemia “discriminatorie ed inutili”.

Secondo Salahuddin Haider, il portavoce del governo provinciale, durante le violenze non vi sono stati feriti. “Hanno tentato di incendiare le chiese – ha aggiunto – ma la polizia li ha dispersi. Sembra chiaro che i disordini sono scoppiati in reazione a delle voci secondo cui un adolescente cristiano ha gettato pagine del Corano in una pattumiera”. “La folla – ha concluso – ha bloccato alcune strade ma ora la situazione è sotto controllo, anche se tesa”.

Dopo l’attacco a Sangla Hill [dove una folla di musulmani, in base ad un presunto caso di blasfemia, ha distrutto diverse proprietà di cristiani locali ndr], la Commissione nazionale Giustizia e Pace ha organizzato una grande manifestazione a Lahore per chiedere l’abrogazione di questa e delle famigerate Ordinanze Hudood.

La cosiddetta legge sulla blasfemia corrisponde all’articolo 295, comma b e c, del Codice penale pakistano. Il primo riguarda le offese al Corano, punibili con l’ergastolo, mentre il secondo stabilisce la morte o il carcere a vita per diffamazioni contro il profeta Maometto. Dal 1996, anno in cui è entrata in vigore, decine di cristiani sono stati uccisi per aver diffamato l’islam, 560 persone sono state accusate, 30 sono ancora in attesa di giudizio. Molto spesso la legge viene utilizzata per eliminare avversari e nemici.

Le ordinanze Hudood si ispirano al Corano e puniscono i comportamenti incompatibili con l’Islam (quale l’adulterio, il gioco d’azzardo, l’uso di alcol) anche con la flagellazione e la lapidazione.

Gli emendamenti approvati nell’ottobre 2004 – su richiesta della Chiesa cattolica – prevedono solo pene più severe per i casi di omicidio d’onore (carcere a vita o pena di morte), ma spesso non vengono applicati.Fonte: Asianews