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PAKISTAN, BRUCIATA UNA CHIESA PRESBITERANA IN PUNJAB

Giornata di preghiera e di protesta, oggi a Sargodha, in Punjab, dove ieri è stata bruciata la chiesa presbiteriana di Basti Noori Gate. In tutto il Pakistan i cristiani hanno rinnovato la richiesta di essere tutelati e l’impegno dei leader politici e religiosi musulmani contro le violenze nel Paese. Alla manifestazione di oggi hanno preso parte circa 500 persone tra cristiani e membri dell’Assemblea nazionale del Punjab. Alcuni musulmani locali hanno visitato per solidarietà la comunità colpita.

Patrick Jacob Gill, un cristiano membro dell’Assemblea provinciale del Punjab, ha confermato oggi ad AsiaNews che a Sargodha, nord-ovest di Lahore, alcuni sconosciuti ieri hanno appiccato il fuoco in una chiesa presbiteriana.

Gill, che ha visitato il luogo dell’incidente, riferisce che nell’attacco sono stati danneggiati l’entrata principale e le finestre. Al momento la situazione è sotto controllo e nei pressi della chiesa sono presenti uomini della sicurezza.

Shahbaz Bashir, presidente del Christian Democratic Front, ha condannato l’attacco alla chiesa ribadendo che “i responsabili di questi atti non hanno nulla a che fare con la religione”. È del governo, continua, la responsabilità di garantire la sicurezza a tutti i cittadini senza distinzione di razza o credo.

Sull’onda delle proteste islamiche contro le vignette “blasfeme”, diverse chiese sono state attaccate nelle ultime settimane. Ieri la All Pakistan Minorities Alliance (Apma) ha tenuto un incontro per discutere il problema. Tra i partecipanti il vescovo di Rawalpindi/Faisalabad, mons. Anthony Lobo, il vescovo della Church of Pakistan di Faisalabad, John Samuel, e il segretario esecutivo della Apma, Cecil Chadhary.

Gli intervenuti hanno condannato la pubblicazione delle caricature di Maometto e lanciato un appello: non identificare la comunità cristiana in Pakistan con l’Occidente. “Per prima e ultima cosa siamo pakistani” hanno detto. All’incontro i rappresentanti delle minoranze hanno espresso il loro dispiacere per gli ultimi attacchi alle chiese (Sangla Hill, Peshawar, Sukkur e Sargodha), hanno chiesto ai leader musulmani religiosi e politici di fermare il ripetersi di queste azioni e punirne i responsabili. È stata inoltre sottolineata l’urgenza di assicurare protezione alla vita e alle proprietà di tutti i cittadini. Asianews