Toscana

Piano paesaggio: Rossi, mantiene alto equilibrio tra tutela e attività umane

“Sopra i 1200 metri non si potranno aprire nuove cave, ma saranno possibili attivazioni di cave cessate e ampliamenti di quelle esistenti, purché funzionali ad un piano di recupero di competenza regionale”. “Non sono consentite riattivazioni di cave dismesse sui circhi glaciali”. Questo uno dei passaggi della comunicazione resa dal governatore Enrico Rossi al Consiglio regionale. Una comunicazione non prevista, arrivata su sollecitazione di alcuni consiglieri di opposizione dopo aver appreso da notizie stampa di una intesa  raggiunta tra Regione Toscana e Mibac (Ministero dei Beni ambientali e culturali) su “modifiche proposte dallo stesso Ministero” e relative al Pit (Piano di indirizzo territoriale) con valenza di Piano paesaggistico.

Rossi ha chiarito che la “sostanza del Piano è stata mantenuta” e che tuttavia “non basta il Consiglio regionale. Occorre l’intesa con il Mibac, pena la non validità come peraltro già successo”.

E tornando su uno dei punti più discussi del Piano, le cave, il presidente ha informato l’Aula che sono state “introdotte anche quelle a cavallo: sopra e sotto i 1200 metri. Per queste, l’attività può continuare fino al livello autorizzato, o può essere superato se consentito dal piano di recupero”. Anche l’attività di escavazione in galleria “può continuare per l’apertura di piazzali di ingresso”. “Nelle schede di bacino si è poi introdotta l’indicazione nominale della cava che resta aperta”, anche a tutela della “comunità locale” e per scongiurare l’abbandono della montagna e la conseguente “alterazione del paesaggio”. “Una serie di cave sono state salvate e tutelate”, ha detto Rossi che sui piani attuativi, per esempio per il Bacino versiliese apuano e nella parte normativa, il “piano deve essere presentato alla Regione entro e non oltre due anni”.

“Anche la costa ne esce tutelata”, ha continuato il presidente. “Sugli arenili, sulla sabbia e sulla spiaggia – ha detto – sono possibili interventi di strutture removibili, conformi e in continuità con le tipicità del territorio”. In questo senso il presidente ha annunciato un emendamento alla legge 65/2014 (Norme per il Governo del territorio) sulla “permanenza delle strutture removibili”, estesa da 60 a 90 giorni. “Al di fuori delle dune – ha spiegato Rossi – laddove c’è l’esistente, sono consentite ristrutturazioni, riqualificazioni, cambio di destinazione d’uso così come previsto dagli strumenti urbanistici comunali”.

Tra gli aspetti giudicati dal presidente “più positivi”, anche la parte relativa alla tutela dei boschi: “È previsto che i 200mila ettari conquistati per l’abbandono, possano essere recuperati ad agricolo”. In merito alle “norme transitorie”, Rossi ha spiegato che laddove vi sia uno strumento urbanistico adottato dal Comune, la Regione si “inserisce come osservatore”.

Il governatore ha infine chiarito che sul profilo dell’ambito relativo alle Apuane, la “riscrittura mantiene la legittimità volontà espressa dalla commissione Ambiente del Consiglio, laddove afferma che le cave hanno contribuito a disegnare il paesaggio”. “La regolazione che intendiamo attuare trova un equilibrio tra le attività umane e la tutela del territorio”. Tutela che Rossi ha richiamato anche nel settore dell’agricoltura vista la necessità di “puntare a preservare, nelle trasformazioni, gli elementi della maglia agraria tradizionale”.

“Quello che abbiano fatto è un lavoro egregio”, ha concluso. “Siamo chiamati ad uno sforzo finale e sarebbe una gran conclusione di legislatura se lo facessimo insieme”.