Toscana

Pisa, la storia di una scuola che cade a pezzi

Un incontro davvero acceso tra i vari soggetti interessati che testimonia la frustrazione e i notevoli problemi che affliggono i due plessi scolastici e l’impossibilità delle Istituzioni a fornire soluzioni adeguate e definitive.

Per la Provincia di Pisa ha preso parte l’Ing. Genoveffa Carluccio, Dirigente Scuola ed Edilizia Scolastica, che ha introdotto la storia del complesso nato su impulso della scuola aperta e partecipata negli anni 70 con due auditorium, due palestre, una piscina e una biblioteca. “Negli ultimi anni sono stati numerosi gli investimenti della Provincia per l’intero Complesso pari ad oltre 6 milioni di euro destinati alle opere di manutenzione straordinaria come copertura e il rifacimento delle palestre e della piscina.”

“Da cittadino, da insegnante e da Dirigente Scolastico al Buonarroti non è mancato solamente il denaro, ma è mancata una attenta e corretta programmazione strutturale. Quando fu inaugurata crollarono due termosifoni, il primo anno si scoperchiò il tetto e iniziò a piovere dentro. Nonostante fosse costruita male – ha aggiunto il Dirigente Scolastico Maria Angela Chiapparelli –  si è venduta come una scuola all’avanguardia, ben sapendo che negli anni sarebbe andata in malora perché ritenuto un edificio insostenibile come manutenzione strutturale.”

Anche il Dirigente del Santoni Pier Paolo Putzolu ha sottolineato la frustrazione per l’impossibilità di intervenire da parte della Scuola per manutenzione ordinaria e straordinaria. “Ho inviato e continuerò a inviare comunicazioni alla Provincia, al Prefetto e alla Regione per i numerosi problemi dell’Istituto che incidono sull’incolumità degli alunni: noi Dirigenti abbiamo delle responsabilità nei confronti degli studenti e dobbiamo garantire il diritto alla salute degli alunni.”

“C’è una evidente responsabilità politica nella sbagliata pianificazione del Complesso e dovremmo chiudere le Scuole per l’attuale situazione indecente, ma non lo facciamo perché altrimenti gli studenti perderebbero l’anno scolastico” hanno ribadito i due Dirigenti Scolastici.

La Provincia ha ribattuto che negli anni precedenti sono stati spesi 300mila euro all’anno per la manutenzione ordinaria, ma in questo complesso non bastano e non ci sono altre possibilità di intervenire se non la costruzione del nuovo complesso il quale progetto non è stato ancora elaborato in via definitiva.

Laura Bolognesi, Rappresentante degli Studenti in Consiglio d’Istituto, ha sottolineato che la Provincia ha speso per il Buonarroti ma ha speso male rattoppando solamente una scuola in alcune parti per continuare a tenerla in vita nonostante sia un malato terminale.

Hanno partecipato anche i rappresentanti del Comitato Per il nuovo Buonarroti con l’obiettivo di sollecitare l’attenzione sulla scuola, in particolare sulla sottrazione di risorse dal diritto all’istruzione pubblica. “In un Paese dove vengono spesi 80 milioni di euro al giorno per spese militari, la comunità deve indebitarsi per un leasing a fondo perduto pari a 700mila euro all’anno per la costruzione di un nuovo complesso.”

Lorenzo Davini, Vicepresidente del Parlamento e studente del Buonarroti che da anni combatte per le vicende collegate alla propria Scuola: “Ho visto la bozza del progetto preliminare del nuovo edifico elaborato dagli architetti, che prevede addirittura sei cantieri, ma che ripropone lo stesso edificio attuale cambiando solo le planimetrie e le altezze mantenendo i soliti problemi logistici – ha proseguito Lorenzo – La scuola deve essere funzionale e fruibile da tutti e anche i cittadini pisani hanno il diritto di essere informati della scelta del leasing immobiliare con l’INAIL e della costruzione del nuovo complesso.”

Al termine dell’incontro il Presidente del Parlamento Bernard Dika e il Presidente della Commissione Ambiente Rebecca Romanò, insieme ai componenti della Commissione, preso atto direttamente con mano della criticità della situazione, intendono continuare a puntare i riflettori sull’edilizia scolastica: “Non possiamo permetterci di dimenticare gli Istituti Superiori dalle azioni del Governo e delle Istituzioni perché è il luogo dove si diventa cittadini attivi del Paese – ha concluso il Presidente del Parlamento – è giunta l’ora di intervenire per non ripetere gli errori del passato. ”