Toscana

Povertà, report Caritas Firenze: vecchie e nuove difficoltà fra guerra e crisi energetica

Nonostante lo stato di emergenza sia cessato e le restrizioni dovute alla pandemia si siano notevolmente ridotte, ecco sorgere vecchie e nuove difficoltà fra guerra in Ucraina e crisi energetica. Un report che cerca di analizzare cosa stia accadendo nel lungo periodo, se il territorio sia ancora in grado di rispondere alle richieste delle persone bisognose o se si stia raschiando il fondo del barile.

I dati di Caritas Firenze evidenziano come resti il bisogno, ma si faccia sempre più fatica a rispondere alle necessità in modo adeguato. La lunga coda dell’emergenza ha portato il numero di utenti, tra il 2019 e il 2021, ad un incremento di 728 unità, parti al +16,2%. Se la pandemia ha evidentemente esposto un numero elevato di individui a un nuovo rischio di povertà, dall’altro ha portato a una forte riduzione delle risorse da distribuire: questo emerge sia dai dati che, soprattutto, dalle interviste con i volontari, che narrano di una crescente difficoltà a “mettere insieme” i pacchi in maniera sufficiente da rispondere alle esigenze.  

Con il Covid-19 si è allargata, nel breve-medio periodo, la platea delle persone bisognose di aiuto, e questa si è solo parzialmente ridotta con il ritorno a una condizione di sostanziale normalità sul piano sanitario. In questo Report Caritas di Firenze cerca di capire se questo “riassorbimento parziale” degli utenti abbia interessato indifferentemente tutte le componenti o se sia possibile far emergere un nuovo profilo di povertà

In particolare, dai dati relativi al 2021 e al 2022, emerge come la pandemia abbia favorito l’innescarsi di un effetto “intrappolamento” in base al quale gli utenti entrati nel circuito dell’assistenza nel 2020 abbiano avuto difficoltà a uscirne nel breve-medio periodo: nel 2021 infatti ritroviamo un 17% di utenti entrati negli archivi per la prima volta l’anno precedente (erano il 13% nel 2020). Questa quota si riduce al 14% nel 2022 ma, contestualmente, aumenta (passando dall’8% al 10,4%) quella di coloro che sono in carico dal 2020. Riguardo all’ultimo anno va segnalato anche come riprenda a crescere, dopo il calo del 2021, la quota dei “nuovi”. 

Da un lato, dunque, si assiste alla cronicizzazione di una componente della povertà emersa durante il periodo Covid-19, e dall’altro tornano a salire i nuovi poveri, che possono probabilmente essere imputati a fenomeni più congiunturali come il rincaro delle utenze o lo sblocco degli sfratti.  

Le nuove forme di povertà emerse con il Covid-19 non sono più un’eccezione, ma diventano la nuova norma. La convinzione che si stia sempre più radicalizzando una nuova povertà all’interno di famiglie con bassa capacità reddituale viene confermata dai dati Caritas. Continua, infatti, a crescere la quota di persone che vivono in un appartamento in affitto (il 36,6% della platea degli utenti di Caritas Firenze): si tratta, dunque, di soggetti che hanno (o hanno avuto) a disposizione le risorse economiche necessarie per accedere a una locazione ma che, nonostante ciò, si trovano in una situazione di bisogno tale da dover ricorrere alla rete assistenziale. Questa necessità può derivare da uno squilibrio tra entrate e uscite oppure dalla perdita del lavoro e, quindi, del salario. Notiamo, infatti, che con la pandemia sia cresciuta sia la quota di utenti disoccupati che quella degli occupati (il 10,6% del totale nel 2022), che percepiscono una retribuzione inadeguata a far fronte alle normali esigenze. Questo disallineamento tra le risorse disponibili e le necessità legate alla sopravvivenza, rappresenta un aspetto che già si delineava con forza negli anni precedenti alla pandemia e che si è fatto più acuto e più strutturale negli ultimissimi tempi.  

Nell’arco di tempo considerato, la componente di coloro che denunciano un problema di Reddito insufficiente per far fronte alle normali esigenze passa dal 43,3% al 71,5%. Si tratta, quindi, di una quota che era già elevata prima della pandemia, ma che negli ultimi tre anni ha subìto un incremento costante del 10% circa. L’emergenza Covid19 ha avuto evidentemente un ruolo che, tuttavia, da un lato incide su un fenomeno che si era già manifestato prima della pandemia e, dall’altro, continua ad espandersi e si aggrava con il trascorrere del tempo. Come abbiamo avuto modo di evidenziare in precedenti Report, i viveri erogati dai Centri di Ascolto territoriali hanno consentito a molte famiglie povere, o impoverite in seguito alla pandemia, di mettere in campo strategie di riallocazione delle risorse economiche spostandole dalla spesa alimentare ad altre voci ugualmente necessarie per la sopravvivenza

I dati sembrano indicarci che questa possibilità di “tamponare” con il cibo la mancanza di risorse economiche adeguate – che pure continua a diffondersi – stia venendo meno nonostante che il fenomeno continui a crescere.  

“Rischiamo, dunque, di assistere ad una ‘guerra tra poveri’ ad una classificazione dei bisogni e delle persone come di ‘serie A e di serie B’ – ci spiega Giovanna Grigioni, referente dell’Osservatorio Caritas -. La solidarietà che ci ha visti uniti nel fronteggiare la pandemia, tutti quegli insegnamenti che il Covid-19 avrebbe dovuto lasciare alla nostra società, sembrano lasciare il posto ad una lotta per accaparrarsi gli aiuti, forse non più sufficienti a coprire il bisogno, che il territorio fornisce.  

Corriamo il rischio di suddividere il bisogno, la popolazione, gli aiuti. Frammentare invece che tenere unito. Siamo chiamati a costruire un progresso che non classifichi le povertà, che non crei una lotta tra classi sociali e che, allo stesso tempo, tenga sempre al centro il rispetto per il Pianeta Terra, che per troppo tempo abbiamo sfruttato e non rispettato”.

Per ulteriori approfondimenti è possibile consultare il report sul sito di Caritas diocesana Firenze al link: http://www.caritasfirenze.it/cosa-facciamo/osservatorio-caritas/