Toscana
Primarie, un «flop» o un successo?
Un «flop», come lo ha definito il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale Maurizio Dinelli, se invece si guarda al mancato utilizzo di questo nuovo strumento di partecipazione pensato come surrogato della preferenza da parte di tutti gli altri partiti, e anche ai «risultati» modesti in termini di ricambio e selezione della classe politica. Anche perché i più votati, come Enrico Rossi (10.269) a Pisa e Riccardo Conti (9.287) a Firenze non correranno per un seggio in consiglio, ma torneranno a fare gli assessori. «In Toscana ha commentato caustico il segretario regionale del Pdci, Nino Frosini soprattutto gli elettori della corrente diessina della Fed-Ulivo si sono dimostrati assai solerti e numerosi nel recarsi alle urne per selezionare il proprio notabilato. Qualche notabile è rimasto fuori (ma siamo certi che gli esclusi più illustri verranno in qualche modo e da qualche parte recuperati…), quasi tutti, fra quelli previsti, sono entrati; naturalmente nessun soldato semplice entrerà mai a far parte degli stati maggiori».
Eppure qualche piccola indicazione, tutta interna ai Ds, è venuta. La più clamorosa a Grosseto, dove Annarita Bramerini ha battuto l’ex-sindaco Loriano Valentini, che probabilmente resterà fuori. A Pisa l’ex presidente della provincia Gino Nunes esce ridimensionato dal terzo posto e dalle quasi 7 mila preferenze di distacco dall’assessore alla sanità Enrico Rossi. Ad Arezzo l’ex-sindaco di Cavriglia Enzo Brogi batte gli «uscenti» Ilio Pasqui e Bruna Giovannini. A Firenze la vicepresidente dell’Arci fiorentina Alessia Petraglia (classe ’68), con 4.349 voti, si è piazzata quarta dietro ai «big» Riccardo Conti, Vittorio Bugli e Adriano Chini, regolando candidati del calibro di Paolo Cocchi (capogruppo uscente) e Filippo Fossati .
Ma forse il dato più significativo è il buon andamento complessivo dei candidati femminili (tranne che a Firenze, Petraglia a parte), come Ambra Giorgi a Prato, Rosanna Pugnalini a Siena, Daniela Belliti a Pistoia o Anna Annunziata a Massa Carrara. Il voto degli elettori le ha premiate più di quanto non avrebbero fatto le segreterie di partito.
Queste primarie hanno lasciato anche un piccolo strascico polemico. Aveva chiesto di utilizzarle e solo per la scelta del candidato presidente, anche il raggruppamento laico Toscana futura. Poi giovedì con una lettera ai vertici regionali i due coordinatori e «avversari» alle primarie, Nicola Cariglia e Renzo Macelloni, avevano dato forfait sia per la mancata informazione che per il non rispetto della privacy. La risposta della Regione era stata dura: richiesta irricevibile perché oltre i termini. E infatti domenica si è votato anche per Toscana futura, nonostante che fosse già stato deciso che sarebbe stato Macelloni a candidarsi. E ben 36.510 elettori hanno chiesto la scheda verde, anche se poi nel 50,1% dei casi l’hanno restituita bianca o nulla. Per curiosità possiamo dire che Macelloni ha vinto con 9.582 preferenze contro le 7.652 di Cariglia.
A consultazione avvenuta Toscana Futura ha rinnovato le critiche: «Le indicazioni dell’Autorità garante per la privacy, non sono state rispettate, nonostante la nostra puntuale denuncia di ciò che stava accadendo. I presidenti dei seggi elettorali hanno costretto gli elettori a dichiarare il loro credo politico chiedendo loro quale delle due schede intendessero utilizzare».
FIRENZE (45.308 – 5,9%): Riccardo Conti ( 9.287), Vittorio Bugli (9.026), Adriano Chini (7.478), Alessia Petraglia (4.349), Paolo Cocchi (3.665), Filippo Fossati (3.371), Diego Ciulli (1.371), Antonella Bonanno (770).
GROSSETO (7.114 – 3,8%): Annarita Bramerini (3.552), Loriano Valentini (2.544).
LIVORNO (13.184 – 4,6%): Andrea Manciulli (6.764), Virgilio Simonti (2.372), Alessandra Meini (2.051).
LUCCA (12.333 – 3,6%): Ardelio Pellegrinotti (5.948), Stefano Maestrelli (3.152), Aurelio Francesco Russo (1.605)
MASSA C. (2744 – 1,5%): Anna Annunziata (2.082), Rosaria Bonotti (394)