Toscana

Protesta disabili contro Regione conclusa. Rossi: «Non tradiremo il progetto Vita Indipendente»

«Vita Indipendente è un progetto che abbiamo inventato noi e non vogliamo certo tradirlo. Anzi, cercheremo di consolidarlo sempre di più. La dimostrazione del nostro interesse è il fatto che, a fronte di una costante diminuzione dei fondi statali per la disabilità e la non autosufficienza, la Regione Toscana ha sempre aumentato lo stanziamento per il Progetto Vita Indipendente, dai 2 milioni del 2009, ai 7 del 2013. Sono contento che si sia raggiunto un accordo e che da parte vostra sia giunto un riconoscimento dell’impegno della Regione». E’ il messaggio che il presidente Enrico Rossi manda ai disabili delle due associazioni Vita Indipendente e Associazione Toscana Paraplegici, che ieri avevano occupato Palazzo Strozzi Sacrati, passando anche la notte nella sede della Regione. I disabili hanno concluso la loro protesta stamani, con un conferenza alla quale hanno preso parte anche i dirigenti dell’assessorato al diritto alla salute.

E’ stato trovato un accordo, la Regione ha assicurato che i disabili che finora hanno ricevuto l’assegno del Progetto Vita Indipendente (circa 500 persone, l’assegno varia da 800 a 1.800 euro) continueranno a riceverlo, e per i nuovi ingressi (180-190 persone) si farà in modo di assicurare pari condizioni. “Il progetto Vita Indipendente non viene messo in discussione – ha assicurato Valtere Giovanni, direttore generale dell’assessorato al diritto alla salute, parlando a nome del presidente Rossi e dell’assessore Marroni – Troveremo le risorse, le capacità, l’intelligenza, la sensibilità per far fronte al quadro che ci avete rappresentato. Da oggi è aperto un tavolo a cui invitiamo tutte le associazioni rappresentative dei disabili a partecipare, portando il loro contributo per rendere organico questo percorso, e arrivare entro pochi mesi alla firma di un protocollo regionale”.

“Prendiamo atto con soddisfazione dell’impegno da parte della Regione a trovare i finanziamenti per i nuovi progetti di Vita Indipendente, scrivono in un loro comunicato le due associazioni, che riconoscono alla Regione di “aver compiuto un atto che realmente viene incontro alle nostre esigenze. Ci auguriamo – aggiungono – che sia possibile continuare su questa strada senza doverci più sottoporre ai sacrifici che abbiamo dovuto sopportare stanotte”. E sottolineano che “questa risposta della Regione Toscana è perfettamente in linea con il fatto che è l’unica Regione in Italia ad avere, nello Statuto, la Vita Indipendente per disabili e anziani”.

“Voglio esprimere un sentimento di rincrescimento – ha detto ancora Giovannini – per il disagio anche fisico che avete sopportato in queste 24 ore. Ma la complessità di questo progetto ci espone anche a difficoltà di comprensione reciproca, in un progetto di questa portata possono verificarsi problemi e incomprensioni. Non abbiamo esperienze da copiare, stiamo andando a regime di una sperimentazione particolarmente complessa e innovativa, è una pagina nuova che stiamo scrivendo insieme. Vi assicuro – ha aggiunto rivolto ai disabili – che non sprecheremo alcunché del sacrificio che avete affrontato. Grazie anche a questo saremo in grado di scrivere una pagina che onorerà noi tutti. Non tradiremo questo progetto. Dobbiamo capirne la sostenibilità, ma non faremo mancare risorse aggiuntive di anno in anno”.

Il progetto Vita Indipendente

Vita Indipendente è un progetto della Regione Toscana, nato per garantire ai disabili gravi l’indipendenza della propria vita, evitando il ricovero nelle residenze assistite. Il progetto nasce in assenza di una normativa nazionale, di conseguenza il sostegno ai disabili di Vita Indipendente non è previsto nei Lea (Livelli essenziali di assistenza). In Italia sono solo 4-5 le Regioni che, pur in maniera differenziata, hanno attivato iniziative di aiuto ai disabili.

In Toscana il progetto, rivolto alle persone con grave disabilità fisico-motoria nasce in via sperimentale nel 2009, con l’obiettivo di consentire loro di vivere in casa propria, senza ricorrere alle strutture protette, e poter avere condizioni di vita con importanti margini di autonomia.

Nel 2009 la Regione ha finanziato questo progetto con 2 milioni di fondi propri, saliti poi a 5.2 milioni nel 2012, fino agli attuali 7 milioni, con un incremento di 1.8 milioni nel 2013. Ciò dimostra l’attenzione del governo regionale verso questo progetto e le persone interessate. Tutto questo è avvenuto mentre i governi nazionali riducevano il fondo nazionale per le politiche sociali da 2 miliardi agli attuali 300 milioni, praticamente azzerandolo.

La mancanza di una legge nazionale e l’assenza di finanziamenti statali rende la situazione molto incerta, ledendo in questo modo il rispetto di un diritto previsto dall’art. 3 della nostra Costituzione.