Toscana

Quel gruppo di chirurghi sempre pronti a partire

di Mario Pellegrini

Il «Gruppo Chirurgia d’Urgenza», Onlus presieduta dal professor Giuseppe Evangelista è composto da volontari fra medici, infermieri e tecnici, la maggior parte dei quali appartiene all’Azienda Universitaria Ospedaliera di Pisa, dove – appunto – ha anche la propria sede. A far tempo dalla sua costituzione, si è sempre messo a disposizione per intervenire – sia in Italia che all’estero – a favore delle popolazioni colpite da grandi eventi naturali come terremoti, eruzioni e inondazioni, o in seguito ad eventi bellici verificatisi in alcuni paesi limitrofi. Il tutto, ovviamente, secondo le direttive del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile e, ultimamente, della Comunità Europea che, addirittura, lo ha preso ad esempio per come è stato visto operare. In sostanza si tratta di una realtà non conosciuta come si dovrebbe, ma che a livello nazionale costituisce ormai un insostituibile punto di riferimento nel caso di catastrofi o calamità naturali. Ovvio, quindi, che nel corso degli «Stati Generali» della Protezione Civile Toscana, svoltisi recentemente a Pisa, il Presidente della Regione Enrico Rossi abbia comunicato la prossima stesura di una convenzione collaborativa con la Toscana, appunto.

«Ideatore dell’iniziativa e artefice del progetto per la sua attuazione – ci ha detto il prof. Giuseppe Evangelista – è stato il prof. Enrico Cavina nel 1985, allora Direttore della cattedra di Chirurgia d’Urgenza. La sua filosofia era quella di portare sul campo, con le dovute peculiarità, una operatività quotidiana nel trattamento delle emergenze-urgenze. Al fine di amalgamare le persone e quindi stimolarle alla partecipazione, venne fondata un’associazione di volontariato Onlus denominata, appunto “Gruppo Chirurgia d’Urgenza” per interventi di protezione civile». «Oggi questo Gruppo – ci ha spiegato il prof. Evangelista – ha come riferimento per la formazione e il traning chirurgico l’“Unità Operativa di Chirurgia Generale e d’Urgenza”, nonchè la “Scuola di Specializzazione in Chirurgia d’Urgenza e Pronto Soccorso” dell’Università di Pisa diretta dal prof. Massimo Seccia. Il coordinamento operativo, quale presidente dell’associazione, è affidato al sottoscritto». «Per attuare le sue finalità – ha continuato il prof. Evangelista – il Gruppo doveva avere un supporto logistico sotto-tenda per il trattamento delle vittime e tutta la strumentazione e presidi sanitari relativi per formare una “Unità Sanitaria Mobile” campale. Con il passare degli anni tali supporti sono divenuti sempre più sofisticati e adatti allo scopo, mentre le tende tradizionali sono state sostituite da quelle pneumatiche e di facile e rapido montaggio. Il personale sanitario che per lo più lavora quotidianamente in reparti di area critica, viene formato sia con corsi certificati dall’“American College of Surgeons”, sia con corsi specifici di medicina delle catastrofi, chirurgia di guerra e, in più, con l’obbligo di frequentare il corso annuale di perfezionamento in tecniche sanitarie di Protezione Civile, tenuto dal Dipartimento di Chirurgia».

Come è evidente il «Gruppo Chirurgia d’Urgenza» costituisce una «equipe» altamente specializzata e dotata di tutti gli strumenti adatti ad interventi anche in condizioni estremamente precarie, come quelli dei terremoti in Turchia del 1991 – che fu il primo in assoluto – in Umbria (a Foligno) del 1998, di Algeri nel 2003, di Bam in Iran fra il dicembre 2003 e il gennaio 2004, del Sichuan in Cina nel 2008 e di Haiti nel gennaio 2010. In più ci sono da annoverare gli interventi umanitari nel 1998 a Valona (nel contesto dell’operazione «Arcobaleno» e come appoggio tecnico all’Ospedale degli Alpini), e fra il dicembre 2004 e il gennaio 2005 nello Sri Lanka, come conseguenza dello Tsunami che colpì l’Estremo Oriente. In origine l’«equipe» d’intervento era composta da 14 unità (sette medici e sette infermieri), ma poi – anche per la complessità degli interventi – è stata portata a venti unità: otto medici, di cui uno ricopre le funzioni di «team leader», fra chirurghi, anestesisti e traumatologi; dieci infermieri compreso uno strumentista, un’ostetrica ed un tecnico di laboratorio, e due tecnici.

Il materiale di cui deve disporre il «Gruppo» è distinto fra quello logistico (tende, generatori ecc.) e quello sanitario che per ovvii motivi deve essere sottoposto a verifiche periodiche. Il tutto è preassemblato in appositi contenitori in alluminio con contrassegno con codice colore internazionale, mentre in caso di partenza è prevista per viveri, presidi sanitari ed equipaggiamento, un’autonomia completa di cinque giorni. Dato infine che gli interventi richiesti sono stati nella stragrande maggioranza dei casi in quasi tutti i continenti, esiste uno stretto rapporto di collaborazione con la «46ª Aerobrigata» di stanza all’aeroporto militare di Pisa, tanto è vero che esiste un piano di stoccaggio del materiale da potersi attuare nel più breve tempo possibile.