Toscana

R.D. CONGO, NORD KIVU, SCOPERTE FOSSE COMUNI A NORD DI GOMA; VIOLENZE E SCONTRI PROVOCANO CIRCA 100.00O SFOLLATI

Tre fosse comuni contenenti i cadaveri di almeno 27 persone non ancora identificate sono state rinvenute nel distretto del Nord-Kivu, nord est della Repubblica democratica del Congo. Lo riferiscono fonti della MISNA, precisando che le tre fosse sono state rinvenute nei giorni scorsi nella zona di Rubare, nel territorio di Rutshuru, circa 60 chilometri a nord del capoluogo Goma. Si tratta dell’area teatro nei giorni scorsi di intensi combattimenti tra l’esercito regolare congolese e le milizie del generale filo-ruandese Laurent Nkunda. Indagini per risalire all’identità delle vittime e le circostanze della morte sono ancora in corso. Secondo le informazioni raccolte nelle tre fosse comuni si potrebbero trovare sia i cadaveri di civili della zona che miliziani ribelli. L’area era il quartier generale di un battaglione – comandato da Innocent Nzalunida – di una delle ‘brigate miste’ composte da soldati fedeli a Nkunda, protagonista degli scontri iniziati il 27 agosto scorso e ancora in corso tutt’intorno a Goma. Le brigate miste erano state create per integrare ex-ribelli all’esercito regolare (Fardc); quelle con soldati fedeli a Nkunda erano state dispiegate nel Kivu a gennaio 2007 e si sono di fatto sciolte dall’inizio degli scontri. L’esistenza delle tre fosse comuni è stata confermata alla MISNA da fonti ONU. “In seguito a segnalazioni, ci siamo recati il 10 settembre nella zona di Rubare, nel territorio di Rutshuru, a circa 60 chilometri a nord del capoluogo Goma, dove abbiamo costatato l’esistenza di fosse comuni con una stima di 27 corpi senza vita” ha detto un esponente della Missione delle nazioni unite nel paese, la Monuc, che ha chiesto di restare anonimo. “Un’indagine è stata aperta per determinare chi siano le vittime; non è escluso che si tratti di civili” ha aggiunto la stessa fonte. L’area era il quartier generale di un battaglione – comandato da Innocent Nzalunida – di una delle ‘brigate miste’ composte da soldati fedeli al generale dissidente Laurent Nkunda, protagonista di scontri nel Nord-Kivu dal 27 agosto scorso.

È salito a 60.000 persone circa il numero degli sfollati accampati alle porte di Goma, capoluogo del Nord Kivu, est della Repubblica democratica del Congo, dopo essere fuggiti dai villaggi delle aree circostanti teatro da giorni di combattimenti. Lo riferiscono alla MISNA fonti umanitarie contattate nella zona, precisando che secondo l’ultimo censimento sono circa 10.000 le famiglie giunte alle porte di Goma, fuggendo soprattutto dalla zona di Sake, una quarantina di chilometri a ovest del capoluogo del Nord Kivu. “È un dato preoccupante perché il numero degli sfollati è raddoppiato nel giro di neanche una settimana” dice alla MISNA una fonte umanitaria. “Ma il segnale peggiore viene dal fatto che, nonostante la tregua in corso da qualche giorni tra i soldati dell’esercito regolare congolese e i miliziani fedeli al generale dissidente Laurent Nkunda, la gente sta continuando a fuggire” aggiunge la fonte, precisando che ad alimentare le paure delle popolazioni sono soprattutto i movimenti di truppe in corso nella zona e le voci in circolazione su possibili nuovi combattimenti nel fine settimana. “D’altronde basta uscire da Goma per imbattersi in gruppi di uomini armati fino ai denti schierati a pochi metri di distanza gli uni dagli altri e pronti a combattersi” sottolinea l’operatore umanitario. Ai profughi accampati alle porte di Goma vanno aggiunti poi i circa 30.000 congolesi che si trovano da giorni sul lato ugandese del confine e che portano quindi a circa 100.000 persone il numero di civili fuggiti dall’ultima fiammata di violenze in Nord Kivu. Secondo fonti ONU, i profughi, accampati a ridosso del confine, non hanno alcuna intenzione di rientrare nelle proprie abitazioni e il governo ugandese avrebbe chiesto all’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiat (Acnur/Unhcr) di trasferirli in un campo profughi più lontano dalla frontiera.

Misna