Toscana

Regione a targhe alterne

di Simone PitossiLa qualità dell’aria peggiora? Tornano le targhe alterne. È questo che è successo, improvvisamente, lunedì scorso a Firenze quando è stata disposta la circolazione delle auto con targhe dispari il martedì 8 e il mercoledì 9 ottobre per quelle con targhe pari (provvedimento, quest’ultimo, poi revocato per il miglioramento delle condizioni climatiche). Responsabili del blocco? Le polveri fini che, secondo i dati dell’Arpat, hanno hanno superato il livello di guardia (50 microgrammi per metro cubo) per cinque giorni consecutivi. Anche altre città toscane – come Lucca, Livorno, Pisa – durante l’inverno 2001-2002 hanno adottato le targhe alterne per ridurre le emissioni inquinanti delle auto. L’assessore regionale all’ambiente Tommaso Franci ha poi annunciato l’ordinanza che ha varato, da questa settimana, i poteri sostitutivi della Regione nei confronti di quei comuni della cintura fiorentina – Bagno a Ripoli, Campi Bisenzio, Calenzano, Lastra a Signa, Sesto fiorentino, Scandicci e Signa – che non abbiano ancora deciso le misure da prendere contro le polveri.

Ma l’inquinamento nelle città toscane è in aumento o sta scendendo? I dati sono contrastanti. Infatti, secondo Franci, sono bastati cinque anni, dal 1995 al 2000, «per registrare anche in Toscana i primi importanti successi nella lotta agli inquinanti che compromettono la qualità dell’aria». I dati in calo sono questi: -29% di benzene, -19,5% di ossido di zolfo, -16% di ammoniaca e ossido di carbonio, -14% di ossidi di azoto. A questi dati positivi si affianca però un significativo aumento delle polveri fini (Pm10) e del protossido di azoto – entrambi +14% – e dell’anidride carbonica (+3%), sostanze queste responsabili dell’effetto serra. Secondo il rapporto dell’Inventario regionale delle sorgenti di emissione (Irse) i successi maggiori delle politiche ambientali sono dovuti a una serie di mutamenti in alcuni settori: il settore trasporti, il mondo della produzione e quello dei combustibili da riscaldamento. Per i trasporti, sono stati importanti sia l’arrivo sul mercato di veicoli catalizzati – oggi sono 2 su 3 – capaci di limitare drasticamente l’inquinamento, sia le nuove benzine a basso tenore di benzene. Nelle attività economiche hanno inciso gli interventi sui grandi impianti industriali e il minor uso in agricoltura di fertilizzanti azotati. Per il riscaldamento domestico è stato decisivo il passaggio dagli oli combustibili al gas.