Toscana

Ricordati anche in Sri Lanka i due piloti morti in Versilia

«Vai, vai… buttatevi a mare che vi ripeschiamo noi». «Non ce la facciamo, moriamo… non possiamo fare più niente». Questo è stato l’ultimo colloquio con l’elicottero della Regione Toscana che, venerdì 18 marzo, ha visto il cavo tensore del traliccio spezzare lo stabilizzatore dell’ala dell’aereo antincendio con a bordo i due piloti Claudio Rosseti, di Siena, e Stefano Bandini, di Teramo. E ultimo doveva essere questo volo per Claudio Rosseti, innamorato dell’anticendio, comandante da un anno e quindi non più destinato a volare. Della lotta alle fiamme che divorano boschi e in qualche caso vite umane, Rosseti aveva fatto una missione. L’incendio di Ripa di Seravezza era uno di quelli che metteva a rischio non solo il patrimonio boschivo della Versilia ma anche vite umane. Per questo, il Canadair si è alzato in volo da Ciampino. L’incendio si è sviluppato veloce e ha attaccato la pineta: è stato il rogo di sterpi avviato da un commerciante che stava ripulendo il suo podere a scatenare quell’inferno. Il vento di zefiro ha spinto le fiamme in alto, a divorare le chiome dei pini. Il Canadair era l’unico mezzo utile per spegnerle. Il commerciante è stato denunciato: per lui l’accusa è quella di incendio colposo.

Ma per la morte di Claudio e di Stefano, ancora non si conoscono eventuali colpevoli. Il pubblico ministero Stefano Tocci ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di disastro aereo colposo. Per adesso è contro ignoti: si dovrà fare di tutto per capire cosa e come sia potuta accadere questa tragedia. Per questo la polizia di Viareggio ha acquisito le registrazioni audio tra le due centrali radio di elicottero e Canadair, quelle con la Torre di controllo di Pisa e Cinquale, e un video amatoriale che potrebbe indicare la direzione di volo del grande aereo antincendio. Per questo un elicottero della polizia ha volato lungo il canale di volo del Canadair, per questo sono stati sequestrati i pezzi d’ala spezzati dall’impatto con il cavo tensore del traliccio dell’Enel. La polizia di Viareggio, incaricata dal pm Tocci delle indagini si preoccuperanno anche di verificare la legittimità dell’intervento richiesto per spegnere l’incendio. Secondo quanto appreso, il magistrato chiede di sapere anche se l’intervento del Canadair sia stato giustificato per estensione e per localizzazione. Secondo quanto riferito, la polizia avrebbe sequestrato a Pisa un secondo video, realizzato da un videoamatore, attraverso il quale ricostruire sia l’entità dell’incendio al momento della richiesta dell’intervento di un Canadair, l’ora dell’arrivo del grande aereo antincendio e l’esatta dinamica di quanto accaduto.

L’autopsia, durata oltre sei ore, ha stabilito che i due piloti sono morti al momento dell’impatto con la villetta. La morte è stata immediata, causata da numerose gravissime fratture al tronco, agli arti superiori e inferiori e alla testa. I due corpi poi sono stati bruciati completamente dalle fiamme che si sono levate per lo scoppio dei due serbatoi del Canadair. Il riconoscimento delle due salme, la riattribuzione dell’identità che sembrava a tutta prima molto difficoltosa, è stata possibile grazie al ritrovamento di un orologio e di un braccialettino, riconosciuti dai familiari, oltre che da documenti personali trovati nelle tasche di una delle due tute dei piloti.

Alla memoria del comandante Rosseti la Provincia di Siena intende intitolare la sala operativa della Protezione civile, il cui allestimento sarà completato nei prossimi mesi. «Un atto dovuto – ha spiegato il presidente della Provincia di Siena Fabio Ceccherini – che, senza lenire il dolore dei familiari e dei suoi cari, permetterà di conservare nel tempo il ricordo di una persona generosa come esempio di coraggio e altruismo». E su richiesta del prefetto di Lucca Francesco Paolo Tronca e su disposizione del sindaco Roberto Bertola, i nomi dei due piloti rimarranno legati al luogo del disastro. La strada dove è avvenuto lo schianto, non sarà più «via Cellini», ma «via Rosseti e Bandini», piloti, eroi della Protezione civile, morti nel fuoco per sconfiggere il fuoco.

I due piloti caduti sono stati commemorati lunedì 21 marzo, contemporaneamente in Italia e nello Sri Lanka, dove in passato, avevano svolto voli umanitari. I due feretri sono arrivati alle 10 a Ciampino, provenienti da Pisa, a bordo di un Canadair. Alla cerimonia, che ha avuto luogo nell’hangar della Sorem (la società che gestisce la flotta dei Canadair del Dipartimento della Protezione Civile), hanno preso parte i familiari e i colleghi dei comandanti Stefano Bandini e Claudio Rosseti, tutto il personale della Sorem e della San, rappresentanze di altre amministrazioni e il personale del Dipartimento della Protezione Civile. Contemporaneamente alla cerimonia di Ciampino, nello Sri Lanka gli equipaggi e i tecnici dei due Canadair impegnati nelle operazioni di soccorso, il personale italiano della protezione civile e rappresentanti delle istituzioni locali si sono riuniti per commemorare, nell’aeroporto di Ratmalana (Colombo) e nell’ospedale da campo di Kinniya, i due piloti caduti che, nelle settimane passate, avevano effettuato numerosi voli umanitari in favore della popolazione colpita dallo tsunami dello scorso 26 dicembre.

Il consigliere regionale Erasmo D’Angelis ha chiesto che la Regione, «soggetto attivo nelle politiche del settore», assegni annualmente «un riconoscimento, dedicato alla memoria di Bandini e Rossetti, al comune con il miglior piano di emergenza e con il miglior sistema locale di protezione civile e alla scuola che ha attivato il miglior progetto didattico in materia».

Nella tragedia si inserisce anche la vicenda di Carla Bertoli, 77 anni, la proprietaria della villetta bifamiliare sulla quale è precipitato il Canadair, che è scampata all’impatto perché a quell’ora era in chiesa. «Sono stata davvero fortunata e ringrazio il Signore, ma mi chiedo quando potrò tornare nella mia casa!», ha commentato. «Stanotte non sono riuscita a dormire – ha raccontato ai giornalisti – pensando allo scampato pericolo, a quello che è accaduto e ai due piloti morti che hanno compiuto un gesto così eroico. Il mio pensiero va alle le loro famiglie in questo momento di grande disperazione». La signora, ospite di amici, è vedova da quattro anni, e abita da sola in una parte della villetta che non ha subito gravi danni. «Ma – racconta – abitano vicino a me i tre nipoti e i miei figli, Arnaldo, Anna e Andrea; dunque anche per questo sono proprio fortunata».