Toscana

Rifiuti, nuovo Piano regionale 2013-2020: più riciclo meno impianti

Il tutto in un quadro di autosufficienza e autonomia gestionale del ciclo integrato dei rifiuti, con particolare attenzione per i rifiuti speciali. Importanza viene data all’attivazione delle filiere industriali del riciclo degli speciali (soprattutto i rifiuti cartari, siderurgici, agronomici, della chimica, ai fanghi di depurazione, etc.) e al rafforzamento delle azioni che consentono di recuperare particolari frazioni come quella dei rifiuti di imballaggio in plastiche eterogenee, inerti da demolizione e costruzione, i cosiddetti RAEE.

«E’ un piano innovativo – ha detto l’assessore regionale all’ambiente Anna Rita Bramerini – che fa il punto della situazione rispetto a quanto fatto in questi anni e soprattutto introduce elementi di importante discontinuità col passato, traghettando la Toscana da qui al 2020 in modo che sia una reigone più europea rispetto alla gestione dei rifiuti. Le percentuali che stanno alla base del piano e ne rappresentano gli obiettivi sono 70, 20 e 10. Ovvero 70% l’obiettivo di raccolta differenziata al 2020 per fare in modo che questo sia un piano che punta al riciclo e alla riduzione e razionalizzazione degli impianti rispetto a quelli già previsti nei piani provinciali. Poi, 20% la capacità della Regione di portare a recupero di energia i rifiuti che vengono prodotti in Toscana e 10 il conferimento massimo previsto nelle discariche. Quindi più riciclo e meno impianti rispetto a quelli ad oggi presenti nei piani provinciali e interprovinciali significa che se questi obiettivi saranno realizzati da qui al 2020 come noi auspichiamo, già ora è possibile pianificare una riduzione della dipendenza dalle discariche che è il primo obiettivo importante e strategico insieme a quello della raccolta differenziata».

Ecco nel dettaglio gli obiettivi.

Prevenire la formazione dei rifiuti – Si prevede una riduzione dell’attuale produzione di rifiuti fino a 50 kg/abitante. Come? In base alle previsioni e stime Irpet da qui al 2020 ci sarà una diminuzione di produzione dei rifiuti di circa 20 kg per abitante perché, nonostante l’aumento di popolazione e una ripresa economica e quindi dei consumi, si consoliderà la tendenza di rallentamento e riduzione della produzione di rifiuti. Inoltre, con il passaggio al sistema di raccolta porta a porta si prevede una riduzione di ulteriori 30 kg/abitante. A questa azione si aggiungeranno quelle messe in atto dal PRB (acquisti verdi, autocompostaggio, fontanelli, recupero scarti alimentari, etc) e l’introduzione di schemi tariffari basati sul principio “paghi per quello che produci”(Tares e Service Tax permettendo).

Portare la raccolta differenziata dei rifiuti urbani al 70% del totale dei rifiuti urbani, passando dalle circa 900.000 t/a attuali a circa 1,7 milioni di t/a – Al 2011 (anno di riferimento del Piano) la RD è attestata al 42,2%. Questo obiettivo verrà perseguito passando dal sistema attuale di raccolta stradale alla raccolta domiciliare (porta a porta) o di prossimità prendendo a riferimento gli esempi già virtuosi presenti in Toscana.

Realizzare un riciclo effettivo di materia da rifiuti urbani di almeno il 60% del totale dei rifiuti urbani, grazie ai sistemi di raccolta domiciliare (porta a porta) o di prossimità che arrivi a coinvolgere almeno il 75-80% della popolazione regionale. In termini occupazionali questo si traduce in un aumento di 1.200/1.500 addetti.

Riduzione degli impianti – Il piano esclude la possibilità che vengano realizzati nuovi impianti rispetto a quelli già previsti dagli attuali piani provinciali e interprovinciali. Rispetto a questi il PRB comporterà una riduzione.– TMB: Il piano prevede che non vengano realizzati nuovi impianti di Trattamento Meccanico Biologico (impianti di trattamento a freddo dei rifiuti che sfruttano l’abbinamento di processi meccanici a processi biologici che separano la frazione umida dalla frazione secca) e laddove possibile se ne prevede la riconversione come impianti per la produzione del compost (da raccolta differenziata dell’organico e degli sfalci e potature) che consentirà di incrementare e migliorare questa frazione della RD che rappresenta la parte più pesante del rifiuto. – Termovalorizzatori da 9 a 7: il recupero energetico passerà dall’attuale 13% al 20% dei rifiuti urbani, che corrisponde a circa 475.000 t/anno (al netto degli scarti da RD stimati in circa 120.000 t/anno ), invece delle circa 740.000 t/anno previste dai piani attuali. Quindi una riduzione di circa il 20% delle previsioni contenute nei piani provinciali vigenti che potrà prevedere il passaggio dai 9 impianti attualmente previsti a 7. – Discariche da 12 a 5: i conferimenti in discarica saranno portati a un massimo del 10% dall’attuale 42% dei rifiuti urbani corrispondente a circa 235.000 t/anno (al netto degli scarti da RD stimati in circa 120.000 t/anno). Se oggi 12 discariche smaltiscono annualmente circa 1 milione di t/a di rifiuti urbani, al 2020 questi arriveranno ad ammontare a circa 350.000 t/anno. Si ritiene, quindi, che si possa passare da 12 a 5 discariche. Il PRB formula dunque importanti traguardi, tutti volti a fornire un contributo determinante alla valorizzazione del patrimonio ambientale regionale. Ma ancora più importante, definisce un insieme cospicuo di azioni con cui tali traguardi devono essere raggiunti. E’ perciò essenziale che a fianco alla realizzazione delle azioni venga attivato un monitoraggio continuo del conseguimento degli obiettivi.

Con cadenza annuale, verrà predisposto un Documento di monitoraggio e valutazione del PRB destinato a informare la Giunta Regionale e il Consiglio sul raggiungimento degli obiettivi previsti. Il primo Documento predisposto conterrà il crono programma per la verifica di realizzazione di tali obiettivi e saranno indicate le azioni da attivare in caso di divergenza tra questi e i risultati rilevati. Ai fini della redazione del Documento, per valorizzare e dare prosecuzione a quanto già avviato in fase di predisposizione del presente Piano attraverso la procedura partecipativa, sarà convocato un Tavolo tecnico al quale parteciperanno i gruppi d’interesse coinvolti in quella fase.

Bonifiche – Il Piano indica gli strumenti e le linee di intervento per proseguire l’importante azione di restituzione agli usi legittimi delle aree contaminate avviata dalla Regione già a partire dagli anni ’90. Vaste aree di interesse industriale, turistico, paesaggistico sono investite in questo ambito di attività. Particolare rilievo assumono le azioni che verranno messe in campo nei siti oggetto di riperimentrazione dei Siti di bonifica di interesse nazionale (SIN), che diverranno a breve di competenza regionale, rispetto ai quali sarà possibile accelerare le procedure di recupero ambientale e produttivo delle aree stesse, contribuendo alla ripresa economica dei sistemi locali di riferimento.

Adesso il documento passerà alla valutazione del Consiglio regionale per l’adozione, a cui seguiranno i 60 giorni di osservazioni per arrivare all’approvazione definitiva. Il nuovo Piano, che sostituisce quello di gestione dei rifiuti entrato in vigore nel 1998, è stato il frutto di un percorso di ascolto e di consultazione culminato in un Town Meeting che ha coinvolto tutti i portatori di interesse ed esperti del settore per la condivisione del quadro conoscitivo.