Toscana

SANITA’: ‘CACCIA’ AL RADON, LA REGIONE STANZIA 540.000 EURO

Parte ora, sarà condotta dall’Arpat e si concluderà tra due anni la “caccia” al radon, il gas che si nasconde negli edifici, e quindi nelle abitazioni e negli ambienti di lavoro, sul quale sarà condotta un’ indagine, finanziata dalla Regione con 540.000 euro, i cui risultati saranno alla base di misure di bonifica e di una serie di indicazioni per le nuove costruzioni. La stipula della convenzione tra Arpat e Regione Toscana è di pochi giorni fa. Saranno utilizzati 270.000 euro finanziati dall’assessorato al diritto alla salute (sicurezza sui luoghi di lavoro), ed altri 270.000 provenienti dall’assessorato all’ ambiente. L’indagine verrà effettuata tenendo conto delle indicazioni del Piano nazionale radon, e dovrà essere maggiormente dettagliata – si precisa nella convenzione – nelle aree dove è attesa una concentrazione di radon superiore al 10%.

Il radon è un gas che viene generato dal decadimento nucleare del radio. Esala dal suolo, in maniera diversa a seconda della conformazione geologica. E’ presente, in quantità variabile, in tutta la crosta terrestre, e anche nei materiali di costruzione (cementi, tufi, laterizi, ecc.). Essendo un gas, esce dal terreno e si insinua negli edifici, o attraverso le fessure, anche microscopiche, dei pavimenti, o dai passaggi dei servizi (idraulici, sanitari, elettrici).

Dallo Iarc (International Agency for Research of Cancer) è stato classificato tra le sostanze cancerogene di gruppo 1, ed é la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo da sigaretta. E’ partita ora la prima fase dell’ indagine, che prevede l’ identificazione dei comuni nei quali effettuare le misure, la raccolta delle informazioni geologiche e della cartografia. Poi appositi dosimetri verranno collocati negli edifici di abitazione e nei luoghi di lavoro.

Per la sua conformazione geologica, spiegano gli esperti del settore Prevenzione e sicurezza del Dipartimento diritto alla salute, la Toscana è tra le regioni in cui la concentrazione media di radon risulta tra le più basse. Era già stata fatta una prima mappatura parziale, ora si tratta di capire in maniera più puntuale come il radon è distribuito. Una volta completata la mappatura, si tratterà di prendere le misure necessarie all’ eliminazione del radon: per esempio, intervenire sui regolamenti edilizi per adottare soluzioni progettuali per bonificare gli edifici prima ancora di averli costruiti (teli impermeabili sulle fondamenta); per quanto riguarda i luoghi di lavoro (caveau delle banche, scavi in sotterraneo), aiutare il datore di lavoro nello stilare il documento di valutazione dei rischi. (ANSA).