Toscana

SANITA’: CARTA DIGITALE E TUTELA CRONICI IN NUOVO PIANO TOSCANA

Ci sono anche la ‘carta sanitaria’ che conterrà tutti i dati clinici del paziente e una maggiore attenzione ai malati cronici nel nuovo piano sanitario 2008-10 della Toscana, illustrato stamani dall’assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi nella commissione sanità del Consiglio regionale. Il piano mette a disposizione 685 milioni di euro e probabilmente sarà approvato entro l’estate. La ‘carta’, che entrerà in funzione nei prossimi mesi, sarà una sorta di ‘cassaforte’ che immagazzinerà, in formato digitale, tutti i dati clinici della persona, dagli esami fatti alle allergie, dalle operazioni subite alle ricette. Anche la voluminose lastre spariranno, con un risparmio, tra l’altro, di 60 milioni di euro in liquidi e pellicole, e i referti saranno acquisibili per via telematica anche in ospedali diversi da quello in cui è stato eseguito l’esame. Rossi ha sottolineato, tra i punti fondamentali del piano, anche la particolare attenzione che sarà riservata ai pazienti affetti da malattie croniche, che in Toscana sono circa un milione e rappresentano quasi un terzo della popolazione, i 4/5 delle prestazioni sanitarie e i 2/3 dei ricoveri. Tra questi, la maggioranza (750 mila) sono ipertesi, e 150 mila sono affetti da diabete. “Per queste persone – ha spiegato Rossi – vogliamo essenzialmente tre cose: la sicurezza dell’assunzione regolare di farmaci, la corretta alimentazione, una giusta attività fisica. Sappiamo che la salute di un malato cronico dipende solo per il 30% dalle medicine, mentre al 70% è correlata a un corretto stile di vita, che deve essere adeguatamente monitorato”. Rossi ha sottolineato anche i cambiamenti occorsi al pronto soccorso negli ultimi anni, con la funzione essenziale di “filtro” che questi devono svolgere nell’indirizzare o meno le persone al ricovero. “E’ una prestazione di grande responsabilità – ha detto Rossi – e nessuno si deve permettere di dire che la sanità toscana non è buona solo perché rimane in attesa al pronto soccorso per un tempo che giudica troppo lungo. Anzi, l’accesso deve essere migliorato e responsabilizzato: non deve più succedere che una persona entri ed esca come le piace ma, come previsto nelle ultime linee guida, chi entra lascia le proprie generalità e se decide di andarsene se ne assume le sue responsabilità”. “Tra i punti maggiormente qualificanti del nuovo piano – ha commentato Fabio Roggiolani, presidente della commissione sanità e consigliere dei Verdi – c’è la proposta di Cup unico di area vasta, che semplificherà il sistema delle prenotazioni delle visite contribuendo a diminuire costi e liste di attesa”. “Ma è anche molto importante – ha aggiunto – il ruolo che viene riconosciuto alle medicine complementari: accanto alla medicina classica occidentale la Regione evidenzia il ruolo anche delle discipline bionaturali e delle altre pratiche del benessere come yoga o pranopratica: ciò testimonia un’attenzione alla salute e al benessere della persona anche quando questa non è malata”. “Nel nuovo piano – hanno affermato Anna Maria Celesti, (FI), vicepresidente della commissione sanità, e Marco Cellai, (An), membro della stessa commissione – è indispensabile introdurre concetti come centralità della persona, libertà di scelta, integrazione pubblico privato, competitività e meritocrazia”. “Occorre – hanno spiegato Celesti e Cellai – modificare l’impostazione del modello sanitario toscano rompendo così il monopolio che fino a oggi ha posto e pone il paziente nella singolare condizione di essere liberamente obbligato a rivolgersi a strutture pubbliche o private accreditate, sempre però scelte dall’alto. Serve una attenta e profonda rivisitazione del sistema, che confermi il carattere e l’essenza pubblica, ma assicuri l’erogazione delle prestazioni da parte di una pluralità di soggetti anche privati così da rendere il cittadino libero e consapevole protagonista dei percorsi di cura e di prevenzione”. “La meritocrazia – hanno concluso – deve essere l’unico criterio attraverso cui dare la possibilità di raggiungere posizioni apicali esclusivamente a coloro che dimostrano di avere competenze e professionalità maggiori, a garanzia per il cittadino di ricevere prestazioni di qualità, efficaci ed efficienti”. (ANSA).